Colpo di scena in Consiglio: non passa la procedura d'urgenza per la variazione di bilancio
A testimoniare la straordinarietà di questa fase, le incertezze sulla Reggenza a poche ore dall'elezione. L'unico candidato ufficiale è Luca Boschi per Civico10 e ad apertura di Consiglio la partita è ancora tutta da giocare. In quella che si profila come la settimana decisiva non mancano colpi di scena. In apertura di lavori, dopo la consegna delle dimissioni dell'opposizione alla Reggenza, non passa la procedura d'urgenza per la variazione di bilancio.
Serviva la maggioranza dei due terzi ma i sì sono solo 32. Rf dice no o si astiene, diventando il bersaglio di attacchi trasversali. I contenuti dell'assestamento, con un disavanzo finanziario che scende da poco meno di 24 milioni di euro a circa 12, passano in secondo piano. Per Denise Bronzetti è tutto chiaro: in maggioranza è iniziata la resa dei conti. Stefano Palmieri spiega che gli emendamenti del Governo sono stati consegnati all'ultimo secondo, non vuole fare le cose in fretta, anche alla luce di leggi condivise su elezioni e risoluzioni bancarie, che necessitano – dice - di ulteriori intervenuti perché così non funzionano. “Qui c'è un problema politico forte”, gli risponde Matteo Ciacci. “Quando si parla di percorsi di responsabilità e poi si usano questi strumenti per non accelerare – afferma- di responsabile ci vedo ben poco”. Per Marica Montemaggi c'è una frattura difficilmente sanabile. Marina Lazzarini si dice delusa e preoccupata, per buona parte dell'opposizione la scusa degli emendamenti in ritardo non regge, “abbiamo subito questo metodo infinite volte”.
Per Iro Belluzzi quello di Rf è un gioco di ripicche pericolosissimo, che ricade – avverte Roberto Ciavatta - anche sui correntisti del Cis, che dovranno attendere altro tempo prima di poter vedere i loro soldi. “Se questo è l'inizio della campagna elettorale – commenta - è l'ennesimo passo falso di una forza politica che deve essere relegata alla storia”. Critico anche Guerrino Zanotti: “Chi fa politica deve essere responsabile fino in fondo e non abbandonare solo perché è necessario lanciare messaggi o segnali politici”. Federico Pedini Amati, voto alla mano, fa un paio di conti: “Qui la maggioranza – dice - non c'è più. Fatevi qualche domanda”. Tony Margiotta parla di problema politico gravissimo dopo gli accordi presi in Ufficio di Presidenza. A votare no, oltre a Rf, anche Teodoro Lonfernini del Pdcs. Attacca un comma “privo di significato dal punto di vista economico”, parla di perdita di tempo devastante. Pasquale Valentini interroga l'Aula sul futuro: “Dobbiamo mettere in sicurezza il paese e poi non riusciamo a fare insieme la variazione di bilancio”. Si chiede anche che senso abbia un tavolo istituzionale con un Consiglio non più in vigore. “Stiamo caricando anche il futuro – avverte - di qualcosa che continuiamo a non chiarire”.
Che la maggioranza sia alla fine è evidente a tutti. In un clima che definisce “surreale” Marco Podeschi si chiede se la futura maggioranza sia pronta ad affrontare le sfide, anche rispetto alle scelte del Governo italiano sull'iva. Anche per Roberto Giorgetti il percorso è concluso, “non siamo d'accordo – dice - sulle modalità”. Teme che percorsi ordinati si pieghino ad esigenze politiche, sacrificando interessi del paese a quelli sottobanco. Nessuna contrarietà a coordinarsi intorno ad impegni ben precisi. “Se è possibile costruiamolo questo percorso, ma se serve solo per anticipare con forzature istituzionali un cammino politico maturato non in trasparenza, lo si dica chiaramente”. Sul voto di Rf, vuole ristabilire la verità dei numeri, facendo notare le assenze in Civico10 e SSD. Tra maggioranza ed opposizione, su 42 presenti, 16 non erano in Aula. "Se noi di Rf avessimo votato tutti sì - commenta - non sarebbe comunque bastato".