I comitati promotori dei due quesiti referendari incontrano la stampa
Le rappresentanti dei due comitati Sandra Giardi e Francesca Piergiovanni, insieme ad esponenti di Rete e di Cittadinanza attiva, riepilogano le ragioni per abrogare Fondiss e la libera professione medica. Aumenteranno gli introiti per i sanitari, sottolineano, mentre scenderà la qualità dei servizi offerti agli utenti. Palese, aggiungono, il conflitto di interesse per i medici che eserciteranno la libera professione. “Devastante” viene definito il decreto Fondiss. La prima versione affidava i fondi a Banca Centrale. Poi il Comitato che li gestisce si è mosso in deroga alla legge e il governo, invece di tirare le orecchie ai gestori dei secondo pilastro previdenziale ha modificato la legge. Adesso, rimarcano, tutte le attività potranno essere portate avanti da gestioni esterne, comprese assicurazioni o banche con sedi estere. Sia i comitati che Rete denunciano la mancata volontà di unificare la data dei referendum a quella per il rinnovo delle Giunte di Castello. L'obiettivo del governo – afferma Roberto Ciavatta - è andare al voto prima possibile, per evitare che le persone si rendano conto dell'impatto di leggi di questo genere. E sulle nomine in Fondiss ricorda che Rete, Sinistra Unita e Civico 10 avevano proposto la nomina di Beppe Scienza, docente dell'Università di Torino. L'indicazione spettava alla minoranza ma, sottolinea Ciavatta, Bene Comune con l'appoggio di socialisti e Upr ha deciso che non andava bene. Forse, chiosa il capogruppo di Rete, ha inciso la vicinanza del segretario Mussoni alla Compagnia delle opere che tiene tanto alla privatizzazione dei servizi pubblici. Nel video le interviste a Sandra Giardi e Francesca Piergiovanni.
Sonia Tura
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