Commissione finanze: dibattito acceso in comma comunicazioni
L'opposizione torna all'attacco, vuole conoscere il progetto del Governo sul sistema bancario. Nel mirino Banca Centrale “che dalla nomina del suo presidente – fa presente Francesco Mussoni – non ha messo in campo nessun provvedimento positivo. Nell'ultimo anno tra raccolta diretta e indiretta abbiamo perso circa 400 milioni di euro.”
Concetti ribaditi da Massimo Andrea Ugolini che annuncia le sue dimissioni dalla Commissione. La minoranza anticipa le sue domande, dal Commissariamento di Asset al bilancio di Carisp.
“E' vero – chiede Pedini Amati – che è stato depositato senza firma?” Dubbi anche sulla permanenza di Romito alla luce della decisione di Banca Centrale di respingere le modifiche statutarie sull'onorabilità.
Su Asset, poi, rimangono forti perplessità sia sul commissariamento che sul blocco dei pagamenti così come sulla scelta del CCR di Commissari non sammarinesi.
Pedini minaccia di uscire dall'Aula se non otterrà risposte. Stessa linea per Alessandro Mancini che avverte: “non so se sarò in Consiglio nei prossimi giorni, qui si prendono in giro le persone”.
Una Commissione cominciata male per il capogruppo del Ps che alza la voce sui Fondi pensione. “Non lo sapevate – pungola – che c'erano 31 milioni in Asset prima che fosse commissariata?”
Rincara la dose Iro Belluzzi che giudica un errore quello compiuto nella precedente legislatura di “abdicare nei confronti di due soggetti che poco hanno a che vedere con San Marino” poiché “tutte le questioni del sistema bancario e su come ristrutturarlo sono state date in mano al presidente Grais e al direttore Savorelli”.
“Il commissariamento – aggiunge Roberto Ciavatta – non si fa per punire i colpevoli ma per tutelare i risparmi”. Poi chiede alla maggioranza di bloccare l'Aqr. “Sediamoci ad un tavolo per verificare la situazione prima che sia troppo tardi. Altrimenti – avverte – bisognerà agire e quindi indebitarci con l'esterno. Non ne uscite da soli, rischiate di perdere il paese”.
Sul bilancio di Carisp risponde per la maggioranza Roberto Giorgetti. Guarda più alla sostanza che alla forma. Prima ancora dell'assenza di firme vuole sapere se quel bilancio è vero. Ci sono davvero 77 milioni di perdite? Prima ce n'era uno che parlava di 15 milioni, cosa è successo? Tutta colpa di Banca Centrale? La mente corre al passato e alimenta i dubbi: sono stati presentati bilanci tutti in perdita, anche quelli erano veri o aggiustati? Insomma, il problema – dice – non è chi li ha firmati ma la reale situazione in cui versa Cassa.
Vale anche per Asset. I bilanci erano autentici ed esprimevano realmente la solidità patrimoniale dell'istituto o c'era qualcosa di nascosto che non andava? E i dirigenti hanno lavorato bene o provocato danni? Giorgetti non ha dubbi: il futuro di San Marino passa per l'accreditamento esterno. Per averlo dobbiamo dimostrare di avere le carte in regola. E avverte: “se non riusciamo a fare certi tipi di scelte non ci sono soluzioni perché il sistema imploderà su se stesso seguito da economia e sovranità”. Sulle proposte di modifica respinte da Bcsm la posizione del Governo è chiara e ribadita da Simone Celli: al netto di modifiche tecniche vengono riconfermati i principi cardine.
Nell'assemblea dei soci di Cassa del 31 maggio verrà inserito un comma specifico sulla sostituzione dei membri dimissionari del cda. Rispetto alla mancata firma del bilancio, il segretario chiarisce che il governo, prima di tutto, “vuole approvare un bilancio veritiero”. Poi rivolge a sua volta una domanda all'opposizione: “qui si ragiona sui danni del commissariamento e blocco dei pagamenti, ma i danni della mala gestio non li vogliamo considerare?”
MF