Una montagna da scalare, per i Commissari, l'esame in sede referente del PdL recante “misure per il consolidamento, lo sviluppo economico, il contenimento dei costi e disposizioni in materia fiscale”. Più comunemente nota come Legge Sviluppo – effetto dello “spacchettamento” dalla Finanziaria prettamente tecnico-contabile -; seppure anche sulla denominazione della normativa si sia aperto un dibattito non banale. Ma paiono piuttosto le 250 pagine di richieste di modifica l'autentico scoglio; il fiume di emendamenti è dell'Opposizione, ha puntualizzato Gian Nicola Berti, AR.
In Comma Comunicazioni anche il dossier Europa; gli esponenti di Minoranza hanno lamentato un silenzio del Governo sull'iter di ratifica, che aveva subito un rallentamento dopo il risiko post-elettorale a Bruxelles. Il Segretario alle Finanze ha ricordato come la fase negoziale sia terminata e sia in corso una revisione giuridica. Da RF, poi, un OdG su un tema che aveva agitato l'ultima Sessione consiliare; con la richiesta di un'audizione – entro il 10 febbraio – dell'Organismo di Sorveglianza in materia di cartolarizzazione degli NPL. Nessuna opposizione preconcetta dai banchi di PDCS, Libera e PSD; dubbi però sulla tempistica. Il Segretario Gatti, dal canto suo, non ha espresso contrarietà. Si è entrati poi nel merito del progetto di legge. Prima con considerazioni generali. Critiche le Opposizioni.
Gaetano Troina, Motus, vede nel testo interventi spot, privi di organicità; oltre a perplessità metodologiche riguardo la scelta di spezzare in due il bilancio, che avrebbe ingolfato il mese di gennaio. State navigando a vista, ha tuonato Emanuele Santi, RETE; che si sarebbe aspettato interventi coraggiosi su temi emergenziali. Quanto a Nicola Renzi, RF, ha definito il PdL un'operazione di basso maquillage. Il Segretario alle Finanze ha ribadito le ragioni della scelta di separare i due progetti di legge, rimarcando come in precedenza fosse stato snaturato il bilancio di previsione. Quindi l'esame del testo, a partire dall'articolo 1, che prevede fra le altre cose la soppressione di alcune deleghe al Congresso. L'impostazione è quella di preferire progetti di legge piuttosto che decreti, ha sottolineato il Segretario Ciacci. Respinti nel frattempo un pacchetto di emendamenti di Motus. Prima della pausa si è passati all'articolo 2, recante garanzie dell'Eccellentissima Camera sulle risorse dei fondi previdenziali.