Concluso il lungo dibattito dedicato al sistema bancario e finanziario sammarinese
La vacatio prolungata della presidenza di Banca Centrale, la gestione delle vicende che riguardano Cassa di Risparmio, Banca Agricola e Credito Industriale. Nel lungo dibattito sulle prospettive del sistema bancario sammarinese, l’opposizione mette sul tavolo i capi d’accusa alla politica economica e finanziaria del governo. E boccia il progetto di legge per garantire una maggiore autonomia all’istituto di vigilanza, bollato come una occasione persa. Non sono state recepite le indicazioni del fondo monetario internazionale, ripete la minoranza. Il sistema bancario ha subito una notevole perdita di mercato e un’ulteriore botta, da un miliardo di euro, potrebbe venire dalla super black list. Dalla relazione del governo, rimarca l’opposizione, solo slogan e nessuna sostanza. Non ci sono certezze né indirizzi precisi afferma Alessandro Rossi di Sinistra Unita, solo novità dubitative: forse avremo un nuovo presidente di Banca Centrale, forse accederemo a capitali esteri, forse ci saranno delle riduzioni. Così, conclude, non si fa il bene del sistema. L’aggregazione bancaria, replica la maggioranza, non può essere imposta dall’alto. Il compito della politica è creare i presupposti per accompagnare la trasformazione. Il cambio delle regole internazionali ci ha trovato in difficoltà. Siamo in ritardo, sottolinea Marco Gatti della Dc, un ritardo attribuibile alla politica e alla stessa Banca Centrale. Per Massimo Cenci, di Nps, il sistema si è addormentato crogiolandosi in una situazione di favore e permettendosi di operare tra e sopra le regole. Una analisi condivisa da Claudio Felici, del Psd. C’è stata vita facile in tempi di vacche grasse, senza mai pensare che anche per San Marino e il suo sistema bancario potevano arrivare tempi di vacche magre. Dalle fila di maggioranza e opposizione in molti sottolineano gli aspetti positivi di un dibattito che non ha registrato eccessive polemiche. Anche se di fondo l’opposizione sostiene che la ritrova armonia fra gli istituti di credito e Banca Centrale dipende dal fatto che questa ha rinunciato al proprio ruolo. Non è vero, afferma il Segretario alle finanze, che governo e maggioranza si muovono senza un progetto. Vogliamo svolgere un ruolo di guida e di indirizzo, avvalendoci di Banca Centrale, in un dialogo con gli operatori del settore. E’ vero però, aggiunge, che la parte più innovativa deve essere ancora costruita. Molti aspetti sono legati alle prospettive internazionali del sistema e al rapporto con l’Italia. E su questo Valentini mette dei paletti: la nostra sovranità non deve essere messa in discussione. Quando Tremonti, per normalizzare i rapporti, ha indicato il superamento del segreto bancario e lo scambio automatico di informazioni, con l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio, abbiamo subito dichiarato la nostra disponibilità a definire un accordo bilaterale. Non è arrivata nessuna risposta. L’atteggiamento dell’Italia, sottolinea Valentini, è lesivo della nostra indipendenza. Ci deve essere rispetto nel dialogo tra due Stati. Non rinunciamo a fare tutto finchè non ci sarà un risultato, conclude, ma l’atteggiamento del nostro Paese non può essere diverso da quello tenuto finora.
Sonia Tura
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy