In una conferenza stampa al vetriolo il Presidente della Camera ha respinto la richiesta di dimissioni
Nella giornata in cui i finiani iniziano le manovre per la costituzione di nuovi gruppi parlamentari sotto la sigla "Futuro e libertà per l’Italia", parla il Presidente della Camera. E la replica è durissima. Secondo Fini la richiesta di dimissioni da una alta carica istituzionale, insieme alle motivazioni della sanzione, dimostrerebbero la "concezione aziendale che Berlusconi ha della politica, che non c’entra nulla con le istituzioni democratiche". "Ieri sera in due ore, senza possibilità di esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a creare, a causa – ha sottolineato con sarcasmo citando le motivazioni del provvedimento rivisto e firmato da Berlusconi – di stillicidio di distinguo o contrarietà nei confronti del governo, attacco sistematico alla figura e al ruolo del premier e perfino di proposte di legge non in linea con il programma elettorale". Fini ha rimarcato con chiarezza la sua intenzione di non dimettersi dalla carica di Presidente della Camera, che non “deve garantire la maggioranza che lo ha eletto”, ma deve invece salvaguardare il rispetto delle regole. Poi ha ringraziato i cittadini impegnati nella difesa della legalità. Un passaggio al vetriolo, in cui definisce la legalità “lotta alla criminalità, come meritoriamente sta facendo il governo”, ma anche “etica pubblica, senso dello Stato, rispetto delle regole”. Molti elettori, ha detto, non capiscono perché nel PdL il garantismo significhi troppo spesso pretesa d’impunità.
Sonia Tura
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