Congresso Pdcs: intervengono i candidati alla Segreteria
Salgono sul palco i due candidati. Viene estratto a sorte chi parlerà per primo. Comincia Teodoro Lonfernini. Il suo sguardo corre ad un anno fa. La sala è la stessa ma tante sedie erano vuote. C'era la conferenza programmatica. Allora – rileva - mancò l'analisi sulla mancata partecipazione. “Se avessimo fatto un esame di coscienza – dice - il partito avrebbe affrontato meglio sia la tornata referendaria che quella elettorale”. La critica va quindi ad una mancata analisi degli errori. Non solo. “Abbiamo perso – sostiene - quando il partito ha cominciato la deriva nella sua azione, per interessi di parte che hanno allontanato le persone”, generando nell'opinione pubblica – aggiunge - un basso gradimento. Da qui l'invito a “cambiare le regole con approccio più moderno”, a fermarsi per poi rilanciarsi con nuova forza.
Giancarlo Venturini guarda ai giovani: “spetta a noi valorizzarli, investire nella loro formazione. Il vero rinnovamento non è combattere il vecchio ma mettere l'esperienza al loro servizio”. Assicura quindi sostegno al movimento giovanile. L'attenzione va poi all'unità del partito. La vivace dialettica interna dovrà portare ad una sintesi politica, superare divisioni e personalismi.“Una Dc forte e compatta induce a ragionare con lei; una dc debole e frastagliata – dice - porta alla disgregazione”. Serve l'aiuto di tutti. Vitale recuperare il dialogo con la base e la società civile. Qualche delegato si è detto incerto su chi votare. C'è chi teme schede bianche. “Il voto al Segretario, chiunque esso sia, dovrà essere nell'interesse del partito. Se dovesse uscire un Segretario con voti sotto la soglia dei consensi – avverte Venturini - sarà la più grande sconfitta per la Dc”.
Monica Fabbri