Congresso Pdcs: ultimo giorno. Questa sera l'elezione del segretario
Terza giornata con i primi big a intervenire. In mattinata Gianfranco Ugolini, uno dei 4 candidati che hanno tutti ufficializzato la loro intenzione a correre per la segreteria del partito. Un intervento che ha guardato alla base, da uomo di apparato, mentre più critico Lorenzo Busignani: una sorta di battitore libero, disposto comunque a colalborare con la nuova dirigenza. Ha lamentato la presenza delle stesse persone negli stessi ruoli. " in una azienda privata- ha concluso - se i conti non tornano, si cambia". Qualche frecciatina alla dirigenza è arrivata anche da Oscar Mina, soprattutto per la mancanza di scelte condivise al'interno dello stesso gruppo consiliare. Nel pomeriggio tocca agli uomini forti del partito: Giancarlo Venturini scalda la platea invocando un segretario forte. "ho sentito nei pour parler l'intenzione di votare scheda bianca. Ebbene un segretario che uscisse con una percentuale al di sotto della credibilità, significherebbe la sconfitta della Demorazia Cristiana". L'appoggio chiaro a Marco Gatti, che arriva anche da Clelio Galassi, che rivendica un partito capace di stare vicino al paese e rivolto al governo, una azione più incisiva nel rilancio dell'economia "basta annunciare con soddisfazione - prosegue - la chiusura di altre aziende". Scatena l'applauso quando chiede di non abbassare la guardia sui servizi sanitari, perchè sono stati una conquista. Parla a braccio Claudio Podeschi che non lesina critiche al governo e alla dirigenza, fiacchi e a capo chino quando era il momento della spinta decisiva. Ma si mette a disposizione del partito, pur non ricoprendone ruoli di primo piano, per fare formazione ai giovani. "non voglio - conclude - fare il cane arrabbiato come chi non ha più incarichi, sono democristiano e intendo restarlo". Tocca al segretario agli Esteri ricordare la pregiudiziale nella credibilità del paese. "Ci sono troppi interessi che vorrebbero la politica ostaggio di altri poteri. Questa è la questione di fondo. Siamo stati passati ai raggi x per capire se la politica era capace di sganciarsi da questo giudizio". Mussoni non nasconde di aver pensato a candidarsi, ma è il momento di fare squadra, ma chiede al contempo più coraggio nelle scelte, più incisività. Con il presidente Lonfernini ci si avvia alla conclusione degli interventi. il richiamo all'etica del partito ai valori che lo hanno fatto grande, perchè, dice, nella democrazia cristiana ci devono essere persone oneste e a posto. Rammaricato di aver sentito apprezzamenti e critiche, ma non ringraziamenti per il lavoro svolto nel partito su etica e morale. Penultimo, il capogruppo Luigi Mazza, che fa autocritica sul dialogo con la base, anche se non tutti restano fino alla fine dei lavori degli organismi. Parla delle cose da fare, e conclude chiedendo un partito che sia unito nella chiarezza, capace di dare forza ai giovani nel farsi avanti. Marco Gatti chiude gli interventi, più da segretario in pectore che uscente, rilanciando il valore della famiglia, un intervento accolto tiepidamente rispetto ai precedenti. "Una Dc forte non ha paura di tenere i rapporti politici, ma li tiene con lealtà e senza fare le cose sotto banco. Oggi c'è una Dc responsabile e affidabile e va riconfermato dal congresso". Ora spazio agli adempienti mozione conclusiva ed elezione del segretario.
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