In Congresso i quesiti referendari: prima i Garanti poi in Consiglio
Negli ultimi tempi si erano fatte più pressanti le richieste dell'opposizione di dare risposta celere alla volontà popolare. Lo avevano fatto, ultimi in ordine di tempo, Rete e gli indipendenti Lazzari e Pedini Amati. Anche dalla stessa maggioranza c'era chi invitava a spingere sull'acceleratore. Bene, oggi il recepimento dei quesiti è stato oggetto di un lungo dibattito, per l'adozione di uno specifico progetto di legge che il Governo vorrebbe in discussione già nella prossima seduta del Consiglio. Prima, però, occorrerà attendere il responso del Collegio Garante che dovrà esprimersi sulla compatibilità della proposta rispetto all'esito referendario. All'aspetto politico si affianca quello tecnico. Oggi, quindi, il Congresso ha adottato le delibere per avviare l'iter previsto per legge. Il testo è in via di aggiustamento. Una volta definito, la Reggenza lo invierà ai Garanti. L'argomento, va da sé, è delicato. C'è chi dalla minoranza vorrebbe si recepissero i quesiti tout court, volontà che si scontra con altre esigenze, come ad esempio evitare la fuga di professionalità in settori strategici come sanità e Banca Centrale. Preoccupazioni, queste, sollevate da più parti prima e dopo l'esito del referendum. A creare grattacapi potrebbe infatti essere proprio il tetto degli stipendi col rischio - c'è chi mette in guardia - di far perdere competitività alla Repubblica rispetto all'esterno.
MF