Congresso: si chiude con un richiamo formale e una nota di biasimo la querelle Riccio-Zecchini

Il documento non viene distribuito ai giornalisti, per garantire ogni forma di riservatezza, e lo stesso accadrà per i membri della commissione Affari Esteri, che saranno semplicemente informati sulle conclusioni. Tutto nasce durante una riunione del Dipartimento di Polizia, che ha visto un diverbio fra Zechini e Riccio nel quale sarebbero volate minacce e parole grosse. Non ci sta il comandante della Gendarmeria che contesta apertamente il Coordinatore. La questione si trascina per molti mesi, e non accenna a stemperarsi. Fino alla relazione della Commissione, che in primo luogo afferma le difficoltà di relazione derivino da una scarsa chiarezza dei ruoli delle due figure, dopo la nomina del coordinatore. Questioni che si sarebbero potute superare – scrive la Commissione – con buona volontà e spirito di servizio da parte dei protagonisti. Specie – aggiunge nella relazione – dopo gli interventi dei Segretari di Stato agli Esteri e agli Interni. Nel merito del diverbio la Commissione ritiene la condotta di Zechini non adeguata al decoro delle funzioni, mentre per Riccio usa la definizione di “riprovevole condotta in servizio”. Per le minacce – aggiunge – non ci sarebbero prove. Il Congresso di Stato parla di comportamenti non confacenti e di intemperanze che non intende più tollerare. Invita sostanzialmente il colonnello Zechini e il coordinatore Riccio a trovare le dovute forme di collaborazione, annunciando, diversamente, provvedimenti. Difficile sapere come potrà sviluppare la situazione.

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