Congresso di Stato: il bilancio dell'esecutivo dopo la sessione consiliare
Tre i punti nodali: una nuova impostazione della politica estera, con particolare riferimento al rilancio del rapporto con la Repubblica italiana; l’adozione della legge sui giochi della sorte; la legge finanziaria.
“Nonostante lo scetticismo delle varie cassandre – affermano i Segretari di Stato Macina e Foschi – i progetti sono stati adottati e l’obiettivo centrato”. Unica ombra: quel voto paritario sulla mozione d’ordine, che il Governo definisce una questione di procedura e non di sostanza: "Alla faccia della maggioranza divisa – spiega Foschi – come qualcuno intende dipingere. Sono altri – tuona il responsabile della giustizia – a dover fare i conti con le divisioni, meglio si guardino in casa".
Un sassolino se lo togli anche il titolare delle Finanze. “Nonostante le critiche – dichiara – non abbiamo sentito proporre alternative dalle opposizioni, sulla legge sui giochi si è preferito abbandonare l’aula piuttosto che dire che la legge andava bene!”. Il Congresso di Stato rispedisce al mittente l’accusa di avere, con questa legge, favorito gli interessi di qualcuno: "casomai - sostiene - è vero l’esatto contrario. Aver fermato tutto avrebbe consentito a qualcuno di coltivare ancora speranze. Da questo Consiglio – dichiara l’esecutivo – la maggioranza vede fortemente rilanciata la propria azione".
Poi il caso Scaramella e l’ordine del giorno adottato dall’assemblea "che specifica – spiega Valeria Ciavatta – come alcuni consiglieri democristiani, e non l’intera DC, abbiano compiuto azioni ritenute destabilizzanti. Il dibattito – prosegue – ha evidenziato l’isolamento di questi consiglieri: nessuna voce c’è stata in favore. Una vicenda inquietante – la definisce il Governo – che ha inquinato la politica ed esposto la Repubblica a gravi rischi, ad attenzioni ben superiori a quelle che può sopportare. Per il responsabile della Giustizia, con le accuse di violazione del segreto istruttorio si sta ora cercando di spostare l’attenzione_ “Non vorremmo – affermano i tre Segretari – si cercasse di mandare all’aria la commissione d’inchiesta, di togliere credibilità a questo organismo, insediato proprio per fare chiarezza.”