Congresso di Stato: l'uscita dalla black list non è figlia del caso

Sul tavolo del Congresso di Stato l'accordo di associazione con l'Europa, ma il governo minaccia anche querele per difendere l'onorabilità delle istituzioni mentre la Segreteria industria ricorda che l'uscita dalla black list è frutto di un lungo percorso.


Il giorno dopo l'incontro con Roberto Baratta, esperto di diritto comunitario e in attesa che da Bruxelles arrivi il via libera al negoziato con i piccoli Stati per una forma di maggiore associazionismo, il Congresso di Stato approfondisce i punti che andranno a incidere sull’Accordo. Intanto, con una nota, la Segreteria all'industria ricorda che l'uscita dalla lista nera del Mef per San Marino non è stato un atto dovuto, ma l'esito di un lungo e faticoso percorso che tuttora prosegue. Arzilli plaude alla collaborazione in atto sul fronte fiscale tra autorità italiane e sammarinesi, replicando così a chi sostiene che "le verifiche rappresenterebbero solo un appesantimento della burocrazia". La recente operazione della Guardia di Finanza di Rimini su una frode carosello, sottolinea la nota, è "la migliore risposta a chi continua ad affermare che le regole e i controlli in ambito di licenze siano un impedimento allo sviluppo economico". Una delle due società coinvolte, precisa la nota, era già osservata speciale da parte degli uffici di vigilanza, che hanno collaborato a lungo con l'autorità italiana tramite il Clo ed era stata revocata dal governo. La segreteria all'industria critica "chi nega le politiche che hanno fatto pulizia nel nostro tessuto economico e chi punta il dito contro il percorso di trasparenza che ci ha portati fuori dalla black list" perchè così facendo "mette a repentaglio la buona reputazione del Paese, che oggi abbiamo con molta fatica riconquistato". Vigilanza e controlli non sono "lacci che impediscono lo sviluppo". Un investitore serio - conclude la segreteria industria - va in un Paese che ha regole chiare e trasparenti che vengono fatte rispettare. Intanto, con un altra nota, il Congresso di Stato fa sapere che intende riservarsi la facoltà di adire in via giudiziaria per difendere la legittimità del proprio operato. Nessun caso specifico ma il riferimento ad “azioni giornalistiche che oltrepassano i limiti deontologici e si attestano a livello di invettiva, rischiando di contaminare l'onorabilità delle Istituzioni e dei suoi rappresentanti”.

Sonia Tura

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