Il parlamento supera lo scoglio delle riforme istituzionali e arriva all’accordo. Approvate tutte e 5 le leggi di riforma del Congresso e della Reggenza, anche se l’ultimo provvedimento, cioè la legge qualificata sui Capi di Stato, ha ottenuto esattamente 40 voti favorevoli e 7 contrari, cioè la maggioranza qualificata necessaria per leggi in materia costituzionale. Quella precedente, cioè il provvedimento costituzionale sempre sui Capitani Reggenti, era stato approvato con 40 voti favorevoli e 13 contrari. Una votazione, l’ultima, che ha visto a tarda notte abbandonare l’aula da parte dei consiglieri di Sinistra Unita, dopo che Ivan Foschi aveva lamentato la mancanza di risposte dal segretario Giovanni Lonfernini. Lo hanno seguito, abbandonando il consiglio per solidarietà, anche i rappresentanti del Nuovo Partito Socialista, mentre Alleanza Popolare ha preferito restare in aula. 'Paradossale che in due giorni di dibattito non abbia risposto solo l’ultima mezz’ora' – ha commentato Lonfernini, che ha definito un pretesto l’azione di una parte dell’opposizione dal momento che stavano per andare in porto le leggi di riforma. L’assemblea e’ tornata a riunirsi questa mattina con l’esame del comma 13 cioè il progetto di legge su regolamento dei poteri di ordinaria amministrazione nella vacanza del Consiglio Grande e Generale e in caso di dimissioni e decadenza del congresso di stato. 'Una legge – per il relatore Tito Masi – che va a incidere molto più rispetto a quanto approvato nella notte'. Un lungo dibattito che si è concluso con il voto: il progetto e’ stato respinto con 37 voti contrari e 17 favorevoli.
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