Consiglio: approvati contratto PA e stabilizzazioni. Non passa l'urgenza per Carisp
Non passa la procedura d’urgenza per la ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio. 32 i voti a favore, 20 contrari. Non bastano – servivano 39 si - per mettere ai voti la variazione al bilancio dello Stato che dovrà così tornare in Aula per la seconda lettura. C’era un accordo tra i gruppi, commenta il Segretario di Stato per le finanze. Se pensate che non ci siano le condizioni, aggiunge, evitiamo di perdere tempo e di dire una cosa alla Carisp per poi farne un’altra in Aula. Mi auguro che questo non comprometta il percorso di rilancio della Cassa. Mi rincresce, aggiunge, che si sia scelto come argomento di scontro politico quello che richiedeva un altro tipo di responsabilità. Evidentemente i numeri non ci sono stati perché la politica è in agitazione. C’è comunque, sottolinea il Segretario alle finanze, una maggioranza che è disponibile a sostenere il provvedimento. Solo rinviato, sottolinea, un risultato così importante per la Cassa di Risparmio ma per tutto il sistema Paese, dato il valore e le dimensioni che la Cassa ha. Rappresenta un terzo della raccolta dell’intero sistema, un terzo degli affidamenti che il sistema bancario ha attuato. Il 55% dei residenti ha Cassa di Risparmio come punto di riferimento. Chiuso in 10 minuti un comma che aveva visto 42 richieste di parola, il Consiglio Grande e Generale si avvia a terminare i lavori con grande anticipo. Approvato all’unanimità il rinnovo del contratto di lavoro del settore pubblico. Approvato con sole due astensioni quello per la stabilizzazione dei precari. La maggioranza ritrova una voce sola commentando le intese raggiunte da governo e organizzazioni. Si tratta di interventi equilibrati, sottolinea il Patto. Si rinnova il contratto della PA – cosa che non sta avvenendo nei settori privati (un grande dispiacere dice il Segretario agli interni) – si mantengono i livelli di occupazione in un momento di difficoltà economiche, senza aumento retributivo come indicato dalle leggi di bilancio. L’intervento di stabilizzazione, rimarca la maggioranza, considera un congruo periodo di anzianità di servizio e il maggior costo è compensato da una riduzione di spesa concordata dai sindacati. E’ stato un percorso lungo, ricorda Valeria Ciavatta, ma il tavolo di confronto non si è mai interrotto. Questi i numeri: si risparmia il 17% sulla spesa corrente, risparmi strutturali sottolinea il Segretario agli interni, permanenti nel tempo. La stabilizzazione non prevede la corresponsione di arretrati. Ridotti, di molte ore, i permessi sindacali: 15mila quando non ci sono congressi, 28mila invece negli anni in cui ce ne sono. Voci critiche dalle opposizioni che, pur dando un giudizio positivo sulle intese dicono, come Sinistra Unita, che meglio sarebbero stati i concorsi o, come il Psd che la convenzione non impedisce nuovo precariato. L’Upr saluta con favore l’ampliamento degli orari di sportello ma critica il permanere di una fase di sperimentazione, mentre il Psrs sarebbe opportuno dire basta alle convenzioni, alle collaborazione, agli stage. Tutti invece, maggioranza e opposizione, hanno ricordato che c’è un altro pezzo di Paese, quello che genera economia reale, che dal 2005 non ha un contratto di riferimento e che domani sarà in piazza a manifestare anche per questo. L’equità vale solo a scacchiera? chiede il capogruppo del psd. Ed equità è stata la parola più usata in questo confronto. L’Aula, in modo bipartisan, chiede equilibrio tra gli interventi nella pa e quelli previsti per il resto dell’economica. Il settore privato sta facendo i conti con problemi occupazionali e retributivi. E un rinnovo contrattuale sembra di là da venire.
Sonia Tura
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