Il Consiglio accende i riflettori sul progetto di legge di iniziativa popolare sulla naturalizzazione, tema complesso e delicato, trasversale, oggetto in passato di forte scontro politico, che tocca sensibilità diverse e l'identità stessa del popolo sammarinese. Si vuole ammodernare la legge, adeguandola ad una società profondamente mutata. Punto cruciale è l'eliminazione dell'obbligo di rinuncia alla cittadinanza di provenienza per ottenere quella sammarinese. Rinuncia non prevista nella maggior parte dei paesi europei – si legge nella relazione di accompagnamento al pdl – e che crea disparità di trattamento tra cittadini sammarinesi naturalizzati e quelli di nascita. Anche l'ECRI ribadisce la necessità per san Marino di recepire lo spirito delle disposizioni normative europee.
Altro punto cruciale è l'abbassamento del numero degli anni di dimora effettiva e continuativa in territorio: da 25 anni a 15 anni per gli stranieri e da 15 anni a 10 per i coniugi di cittadini sammarinesi. Dall'opposizione arriva la richiesta di un dibattito approfondito, anche alla luce del percorso di associazione con l'Unione Europea che pone sul tavolo la libera circolazione delle persone. Alessandro Mancini accoglie la legge con favore e invita maggioranza e governo a farsi carico anche di altri problemi legati alla concessione delle residenze. “Dire che c'è confusione – spiega - è riduttivo”. “C'è una fioritura di modalità non sempre coerenti fra loro su residenze e permessi di soggiorno”, commenta Pasquale Valentini, che ritiene indispensabile un lavoro preliminare, per arrivare ad un quadro coerente di interventi, senza discriminazioni e senza fare della materia motivo di scontro elettorale. “Non vorrei che la maggioranza – commenta Davide Forcellini – cercasse di assicurarsi voti nuovi alle prossime elezioni” e chiede una normativa quadro che raccolga tutta la materia, dopo uno studio demografico sulla sostenibilità di servizi primari come scuola e sanità.
Al tema della cittadinanza si lega anche l'altro progetto di legge di iniziativa popolare, quello sulle Giunte di Castello, per riconoscere il diritto di elettorato attivo e passivo ai cittadini stranieri residenti, come previsto dalla Convenzione sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale adottata dal Consiglio d'Europa a Strasburgo nel 1992. La Dc presenta un odg con cui chiede di affrontare prima le richieste della Consulta dei Sammarinesi all'estero su voto e trasmissione della cittadinanza. Il tema della partecipazione attiva alla politica al di fuori della cittadinanza non trova d'accordo consiglieri della Democrazia Cristiana come Teodoro Lonfernini, mentre il consigliere di RF Mara Valentini comprende il desiderio di chi, vivendo una quotidianità sociale e lavorativa, voglia condividere iniziative del castello residenza, "potrebbero arricchire progetti e iniziative".
Sposta quindi l'attenzione sui compiti delle Giunte, su un ruolo diventato marginale, relegato a feste e beneficenza. “Il loro compito – chiede - è questo?”. Per Matteo Zeppa il progetto di legge altro non è che una richiesta di dignità di chi vuole diventare parte fattiva della comunità. Fa notare poi come l'attenzione su ruolo e potenzialità delle Giunte torni ad ogni finanziaria, con l'interesse della politica solo a scadenza di mandato.
In prima lettura arriva anche il pdl dell'opposizione sul Permesso straordinario per esigenze umanitarie di protezione sociale, per dare la possibilità, alla scadenza dei due anni, di trasformarlo in permesso di soggiorno ordinario o in residenza. Principi condivisi dal governo che si dice disponibile ad accoglierli in commissione.
Si torna poi a parlare di banche con la legge presentata dalla maggioranza per la tutela dei titolari di obbligazioni subordinate di Asset Banca. Si stabilisce l'emissione di un nuovo prestito obbligazionario subordinato, della durata di 5 anni, da parte di Cassa di Risparmio, in favore dei titolari dei prestiti obbligazionari subordinati ceduti. È fissato che la conversione avvenga con prezzo pari al valore nominale delle obbligazioni subordinate emesse da Asset Banca e che sia riconosciuto un tasso cedolare annuo. In considerazione della straordinarietà del provvedimento, il tasso cedolare viene stabilito in misura non superiore allo 0,75%.
Marco Gatti fa notare la situazione particolare, gli innumerevoli danni causati dalla liquidazione coatta di Asset che in questo caso rendono giusta la salvaguardia di obbligazioni subordinate che, essendo ad alto rischio, in altre circostanze difficilmente vengono rimborsate. Invita quindi a rendere il provvedimento circoscritto a questa casistica. “Lo stato – commenta Stefano Palmieri - ha deciso di proteggere anche questo investimento dando dimostrazione a risparmiatori sammarinesi e italiani di massima tutela”. C'è quindi la volontà – rimarca Matteo Ciacci - di non utilizzare misure di bail-in che in altri sistemi, anche vicini a noi, sono state adottate nelle risoluzioni delle crisi bancarie. Il Partito Socialista annuncia che si impegnerà affinché vengano accorciati i tempi di attuazione considerando che quegli investitori sono in attesa da due anni.
Quella di Asset è una ferita aperta anche se in questo caso i toni sono pacati. Roberto Ciavatta ricorda che sulla vicenda pende il giudizio del tribunale, col rischio che tutti gli atti normativi siano inapplicati. Pedini Amati torna sugli errori nella gestione di quella liquidazione, a partire dal ritardo del blocco dei pagamenti, con la conseguenza uscita dal sistema di 70 milioni di liquidità. “Non oso pensare – dice – all'entità di un eventuale risarcimento danni”. Roberto Giorgetti precisa che non c'è alcuna sentenza. Vale anche per gli ex vertici di Asset, rinviati a giudizio – ricorda - per amministrazione infedele. “Non diamo per assodato cose che al momento non lo sono. Se non altro per tenere separati valutazioni politiche da quelle di carattere giuridico. In questa vicenda – dice - sono molti gli elementi da tenere in conto se si vuole fare una valutazione d'insieme sul percorso di quella banca”.
MF
Altro punto cruciale è l'abbassamento del numero degli anni di dimora effettiva e continuativa in territorio: da 25 anni a 15 anni per gli stranieri e da 15 anni a 10 per i coniugi di cittadini sammarinesi. Dall'opposizione arriva la richiesta di un dibattito approfondito, anche alla luce del percorso di associazione con l'Unione Europea che pone sul tavolo la libera circolazione delle persone. Alessandro Mancini accoglie la legge con favore e invita maggioranza e governo a farsi carico anche di altri problemi legati alla concessione delle residenze. “Dire che c'è confusione – spiega - è riduttivo”. “C'è una fioritura di modalità non sempre coerenti fra loro su residenze e permessi di soggiorno”, commenta Pasquale Valentini, che ritiene indispensabile un lavoro preliminare, per arrivare ad un quadro coerente di interventi, senza discriminazioni e senza fare della materia motivo di scontro elettorale. “Non vorrei che la maggioranza – commenta Davide Forcellini – cercasse di assicurarsi voti nuovi alle prossime elezioni” e chiede una normativa quadro che raccolga tutta la materia, dopo uno studio demografico sulla sostenibilità di servizi primari come scuola e sanità.
Al tema della cittadinanza si lega anche l'altro progetto di legge di iniziativa popolare, quello sulle Giunte di Castello, per riconoscere il diritto di elettorato attivo e passivo ai cittadini stranieri residenti, come previsto dalla Convenzione sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale adottata dal Consiglio d'Europa a Strasburgo nel 1992. La Dc presenta un odg con cui chiede di affrontare prima le richieste della Consulta dei Sammarinesi all'estero su voto e trasmissione della cittadinanza. Il tema della partecipazione attiva alla politica al di fuori della cittadinanza non trova d'accordo consiglieri della Democrazia Cristiana come Teodoro Lonfernini, mentre il consigliere di RF Mara Valentini comprende il desiderio di chi, vivendo una quotidianità sociale e lavorativa, voglia condividere iniziative del castello residenza, "potrebbero arricchire progetti e iniziative".
Sposta quindi l'attenzione sui compiti delle Giunte, su un ruolo diventato marginale, relegato a feste e beneficenza. “Il loro compito – chiede - è questo?”. Per Matteo Zeppa il progetto di legge altro non è che una richiesta di dignità di chi vuole diventare parte fattiva della comunità. Fa notare poi come l'attenzione su ruolo e potenzialità delle Giunte torni ad ogni finanziaria, con l'interesse della politica solo a scadenza di mandato.
In prima lettura arriva anche il pdl dell'opposizione sul Permesso straordinario per esigenze umanitarie di protezione sociale, per dare la possibilità, alla scadenza dei due anni, di trasformarlo in permesso di soggiorno ordinario o in residenza. Principi condivisi dal governo che si dice disponibile ad accoglierli in commissione.
Si torna poi a parlare di banche con la legge presentata dalla maggioranza per la tutela dei titolari di obbligazioni subordinate di Asset Banca. Si stabilisce l'emissione di un nuovo prestito obbligazionario subordinato, della durata di 5 anni, da parte di Cassa di Risparmio, in favore dei titolari dei prestiti obbligazionari subordinati ceduti. È fissato che la conversione avvenga con prezzo pari al valore nominale delle obbligazioni subordinate emesse da Asset Banca e che sia riconosciuto un tasso cedolare annuo. In considerazione della straordinarietà del provvedimento, il tasso cedolare viene stabilito in misura non superiore allo 0,75%.
Marco Gatti fa notare la situazione particolare, gli innumerevoli danni causati dalla liquidazione coatta di Asset che in questo caso rendono giusta la salvaguardia di obbligazioni subordinate che, essendo ad alto rischio, in altre circostanze difficilmente vengono rimborsate. Invita quindi a rendere il provvedimento circoscritto a questa casistica. “Lo stato – commenta Stefano Palmieri - ha deciso di proteggere anche questo investimento dando dimostrazione a risparmiatori sammarinesi e italiani di massima tutela”. C'è quindi la volontà – rimarca Matteo Ciacci - di non utilizzare misure di bail-in che in altri sistemi, anche vicini a noi, sono state adottate nelle risoluzioni delle crisi bancarie. Il Partito Socialista annuncia che si impegnerà affinché vengano accorciati i tempi di attuazione considerando che quegli investitori sono in attesa da due anni.
Quella di Asset è una ferita aperta anche se in questo caso i toni sono pacati. Roberto Ciavatta ricorda che sulla vicenda pende il giudizio del tribunale, col rischio che tutti gli atti normativi siano inapplicati. Pedini Amati torna sugli errori nella gestione di quella liquidazione, a partire dal ritardo del blocco dei pagamenti, con la conseguenza uscita dal sistema di 70 milioni di liquidità. “Non oso pensare – dice – all'entità di un eventuale risarcimento danni”. Roberto Giorgetti precisa che non c'è alcuna sentenza. Vale anche per gli ex vertici di Asset, rinviati a giudizio – ricorda - per amministrazione infedele. “Non diamo per assodato cose che al momento non lo sono. Se non altro per tenere separati valutazioni politiche da quelle di carattere giuridico. In questa vicenda – dice - sono molti gli elementi da tenere in conto se si vuole fare una valutazione d'insieme sul percorso di quella banca”.
MF
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