Consiglio: in Aula il confronto sulla criminalità organizzata a San Marino
“Fare fronte comune, nella consapevolezza che l’aiuto dell’Italia e delle sue strutture è indispensabile per combattere le infiltrazioni mafiose”. Lo dice il segretario di Stato per la Giustizia, lo conferma l’Aula che, con toni sostanzialmente bipartisan, rimarca la consapevolezza che senza il supporto di chi la mafia la combatte in prima linea, San Marino può senza dubbio fare di più ma non può vincere la battaglia. 34 le richieste di parola per un dibattito che finora ha registrato visioni sostanzialmente comuni. “La necessità - ha sottolineato il Segretario per le Finanze - è quella di fare sistema perché qui non si tratta di far vedere chi è più o meno bravo ma di estirpare questi fenomeni”. La critica dell’opposizione è sulla mancanza di dati numerici. Ivan Foschi dà atto a Casali del suo impegno nella Fondazione Caponnetto già nella precedente legislatura, ma lamenta l’assenza di elementi già emersi pubblicamente. Il Commissario della Legge Rita Vannucci ha parlato di 10 milioni di euro sequestrati negli ultimi 2 anni. La cronaca racconta di imprenditori prelevati a Cattolica e portati a San Marino per assistere a pestaggi. Sul Titano, qualche anno fa, fu arrestato uno dei superlatitanti della ‘ndrangheta. Nel 2007 nel rapporto antimafia italiana si parlava di società sammarinesi collegate a operazioni sospette e, la malavita, sapeva che a San Marino si ripulivano capitali sporchi. “La criminalità organizzata - sottolinea Pier Marino Menicucci dell’Upr - è quella che scioglie i bambini nell’acido e che può chiamare un membro della commissione antimafia per ricordargli che ha dei figli. Senza l’aiuto e gli accordi con l’Italia - ribadisce - possiamo fare poco”. Analisi condivisa da Maurizio Rattini di Nps che invita tutta la politica ad assumersi le responsabilità del passato: prestanomi, finanziarie e società concesse senza troppi controlli, la forte crescita del sistema bancario e finanziario senza una adeguata evoluzione delle normative. “La scelta immediata verso lo scambio di informazioni - dice Vanessa Muratori di Sinistra Unita - taglierebbe le mani a molti. Finora l’arrivo dei soldi, anche di dubbia provenienza, non è stato ostacolato”. Il segretario Berardi elenca i settori particolarmente sensibili: immobiliari, elettronica, telefonia, autonoleggio, il commercio di armi e di rottami metallici, il traffico di stupefacenti, la sicurezza privata ma anche attività del tutto nuove come il recupero crediti. “Quando una economia si base sulla riservatezza e sul segreto bancario - conferma il capogruppo della Dc Luigi Mazza - è molto difficile combattere questi fenomeni. I passi in avanti degli ultimi due anni ci aiutano ma dobbiamo fare di più”. “L’utilizzo massiccio di contante ci deve far preoccupare - aggiunge - e delegare solo agli operatori finanziari i controlli crea un elemento di debolezza nel sistema”.
Sonia Tura
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