Consiglio: l'aula si compatta sulle telecomunicazioni
Dopo un anno da quello che è stato ribattezzato “caso Pierfelici” poco è cambiato, le posizioni rimangono distanti, lo scontro sempre vivo. Frizioni anche sull'iter per l'avvio della procedura di nomina di un nuovo commissario della legge. L'opposizione chiede - e lo mette a verbale - di non procedere. Prima vuole la relazione specifica del magistrato dirigente e le Relazioni sullo Stato della Giustizia degli ultimi tre anni. L'avvio dell'iter passa con 31 sì.
Sulla nomina dell'Autorità ICT e la ratifica del Decreto Delegato che costituisce la società “Public NetCo” i toni, come dicevamo, cambiano. C'è condivisione. L'autorità avrà funzioni di regolamento e controllo. La società Public NetCo gestirà la rete - fissa e mobile - interfacciandosi con gli operatori. “Che l'infrastruttura sia 100% pubblica è un concetto preciso – dice Civico 10 - su cui fondiamo tutto il lavoro”.“Non abbiamo voluto privati – precisa Zafferani – perché vogliamo che tutti gli utili vadano in capo all'Azienda”. Il piano Polab sarà rivisto. Si pensa di usare le strutture dell'AASS per l'ubicazione dei siti. Il progetto, prima di partire, richiede un pre-contratto con almeno un operatore che garantisca a fronte dell'investimento un ritorno economico. Si parla di cifre importanti. Il business plan prevede un costo di 90 milioni su 25 anni a fronte di ricavi stimati in 135 milioni. “Si tratta di proiezioni – precisa Zafferani - “ non è la bibbia”, i costi immediati sono più bassi: circa 7 milioni per la rete mobile e altri 3 milioni per la gestione. Gli investimenti per la fibra ottica sono invece già stati accantonati da AASS. Ed è proprio la sostenibilità dell'operazione a creare qualche perplessità anche nella stessa maggioranza.
Se infatti l'Aula concorda sulle ricadute positive chiede anche un'analisi precisa di costi e benefici. Repubblica Futura raccomanda massima attenzione e controllo nella gestione delle spese, affinché non lievitino e ci sia il ritorno atteso. Nella Dc c'è chi sorride e mette a confronto la tranquillità con cui si sta parlando di possibili uscite di 90 milioni con i dibattiti, accesi, su banche e tagli. “L'orizzonte temporale è lungo – spiega Zafferani - sia per i costi che per i ricavi”. Da SSD c'è chi fa notare che è un settore strategico, è una scommessa sul futuro. Non si parla di spese ma di investimenti. Il decreto viene ratificato. Tutto liscio anche per la nomina dell'Autority. L'opposizione propone Stefano Mele nella carica di presidente. La maggioranza Gianni Orlandi e Daniele Cutolo.