Consiglio: bagarre sul regolamento per il servizio idrico integrato. Michelotti nel mirino
Rete presenta emendamenti che entrano nel cuore del regolamento stesso, rimarcando il dovere dell'Aula di dare indirizzi politici su temi così importanti come le risorse idriche. Il movimento rileva la modifica della tariffa ambientale e spinge sul principio di chi più consuma e chi più inquina paga, “altrimenti si rischia di fare ricadere sul pubblico – avverte Elena Tonnini - l'impatto inquinante sul territorio di grandi industrie”. Il regolamento – attacca Rete - va ben oltre le deleghe, creando regole su misura e favorendo la concorrenza sleale con le aziende virtuose. Se un'industria fa prelevamenti abusivi si deve intervenire per bloccarli e gli inquinanti vanno sottoposti a tariffa”.
Per Michelotti, però, l'opposizione sta andando fuori tema, “il regolamento qui non è in discussione. Il decreto legge – spiega - chiede altro”. Marina Lazzarini si dice in linea con le sollecitazioni ma invita a individuare le modalità con cui entrare nel merito. “Se ci sono cose da chiarire – dice - è bene poterlo fare” e chiede a Michelotti di raccogliere i suggerimenti e aprire un dibattito in Congresso per un'eventuale revisione del regolamento. “Gli indirizzi politici deve essere il parlamento a farli” – risponde Iro Belluzzi. Gli emendamenti non passano, compresa la richiesta che ogni eventuale modifica al metodo di fatturazione dei consumi sia anticipatamente comunicata agli utenti. La Dc l'appoggia, è una proposta – dice Teodoro Lonfernini – di buon senso, “tutela l'utenza” aggiunge Dalibor Riccardi, che si stupisce non si voglia inserire la modifica all'interno del decreto.
Entra nel mirino Augusto Michelotti. Roberto Ciavatta lo accusa di portare provvedimenti non scritti da lui, che nemmeno legge e che rispondono a interessi particolari, ripudiando anni di battaglie ambientali. Michelotti viene attaccato anche per il suo silenzio sugli emendamenti dell'opposizione. Poco dopo spiega: “mi rifiuto di inserirli in questo decreto legge. Il regolamento lo cambiamo quando ci pare se il Consiglio lo vuole. Ma non qui e non adesso”. L'emendamento non passa per 4 voti. 21 sì contro 25 no. Il Decreto Legge viene ratificato con 26 voti a favore contro 18 contrari.
MF