Dibattito sospeso a metà. Le 44 richieste di parola hanno reso necessario aggiornare i lavori parlamentari a lunedì prossimo. I primi 22 interventi concordano sulla necessità di dare risposte concrete al Paese, soprattutto sul versante economico, sull’esigenza di stabilità per varare le riforme più urgenti. Le differenze si registrano sulla strada da percorrere. Ad aprire il dibattito Romeo Morri dei popolari. Per lui va predisposta – con il contributo di tutte le forze politiche - la riforma della legge elettorale, fissando gli apparentamenti, la norma antiribaltone e la regolamentazione del voto estero, per garantire al prossimo governo la legittimazione popolare. Il segretario dei democratici Giuseppe Morganti ha proposto a tutte le forze politiche, di affrontare questa situazione straordinaria con un governo straordinario che preveda alcuni decisivi campi di intervento. Abbiamo il dovere, ha detto, noi democratici, ma anche i socialisti, i democristiani, alleanza popolare, rifondazione comunista fino ad arrivare ad alleanza nazionale, di far prevalere le responsabilità. Il presidente della DC Cesare Gasperoni ha ricordato che la verifica si è chiusa con la constatazione, da parte di tutte e due le forze politiche, che questa maggioranza non ha più la sicurezza necessaria per affrontare, senza rischi, i tanti problemi ancora da risolvere. Per cui, ha ribadito, si è concordato sulla necessità di poter contare su una base più ampia. La Democrazia Cristiana, ha sottolineato Gasperoni, non pensa alle formule ma ragiona sui contenuti da dare al prossimo governo. Il segretario socialista Mauro Chiaruzzi, ha ribadito la scelta di chiedere la collaborazione delle forze politiche responsabili, disposte a riscrivere le regole elettorali, fare le riforma elettorali più urgenti come quella del Congresso di Stato, mettere mano a pensioni e fiscalità. Un governo dei contenuti, lo ha definito Chiaruzzi. E alla vigilia della formazione del nuovo esecutivo è indispensabile, per il segretario socialista, cogliere l’opportunità di una maggioranza forte nei numeri per fare le riforme indispensabili. Non può, ha precisato, essere un governo di legislatura. Le elezioni devono essere anticipate anche se è difficile determinare ora la data. Per Fernando Bindi di Alleanza Popolare vanno messi da parte i giochi. C’è bisogno di persone serie e responsabile. E’ fuorviante, ha detto, ridurre tutto a lotte personalistiche perché è entrato in crisi un sistema a livello mondiale. Questo, secondo il democristiano Pier Marino Menicucci, deve essere un Consiglio Grande e Generale di svolta. Fatte le riforme più importanti si deve andare alle urne ma prima, ha sottolineato, va cambiata una legge elettorale non più al passo con i tempi, risolvendo con scelte radicali la questione del voto estero. Per Glauco Sansovini di Alleanza Nazionale si discutono formule di governo che assomigliano sempre più a moduli calcistici. Dopo una verifica da guinnes, durata 4 mesi, ha commentato, non hanno ancora deciso come spartirsi in 4 le 10 Segreterie di Stato. Augusto Casali, di Nuova San Marino, ha criticato la maggioranza per non avere aperto la crisi. La sensazione, ha detto, è che le lotte intestine a DC e PSS, portino a far passare dalla finestra quel governo a 4 che in casa democristiana non è passato dalla porta. Ivan Foschi, di Rifondazione Comunista, si dichiara critico e scettico su un governo a 4. La soluzione più responsabile, ha detto, è quella di aprire immediatamente la crisi, dando vita a un governo di transizione per riformare la legge elettorale, limitando il voto estero, e poi andare subito alle elezioni. Quindi l’intervento del democristiano Gabriele Gatti che ha precisato di parlare a titolo personale, sostenendo che ormai tutti, nella DC lo fanno. Da lui sono arrivate parole critiche, indirizzate soprattutto al gruppo dirigente del suo partito che - ha detto - ha sottovalutato la portata del progetto, legittimo, di unità a sinistra. Per Gatti alla base della fibrillazione di questi mesi ci sono lotte interne e personali e ha invitato il suo partito a dire chiaramente se la crisi c’è per dare così vita ad un nuovo governo, oppure se la crisi non c’è, ha concluso, dovete governare. Questo dibattito, per Mario Venturini di Alleanza Popolare, si deve concludere con un ordine del giorno ampiamente condiviso. AP, ha sottolineato, non intende far parte di una maggioranza che sia l’allargamento di quella attuale. Si deve partire da un nuovo governo che indichi chiaramente la data delle elezioni dopo aver riformato la legge elettorale prevedendo 2 collegi separati, uno per l’interno e uno per l’estero che concorrerà ad eleggere un numero limitato di consiglieri. Dagli interventi dei Segretari di Stato Pasquale Valentini, Rosa Zafferani, Loris Francini e Alberto Cecchetti, sono emersi i risultati, pur nelle difficoltà operative incontrate, che il governo ha prodotto, buon ultimo la riforma dell’ordinamento giudiziario.
Riproduzione riservata ©