Il partito dei Democratici si lascia alle spalle la forte crisi interna e ritrova quell’unità che il Segretario, Giuseppe Morganti, riteneva punto essenziale per la prosecuzione nel mandato affidatogli dal congresso. Il documento presentato alla direzione democratica passa a pieni voti e Morganti non nasconde la soddisfazione: “Ha prevalso la razionalità” – commenta – “e gli obiettivi strategici hanno avuto il sopravvento sui fatti contingenti”. Certo il dibattito è stato piuttosto animato. Non sono mancati toni di scontro e contrapposizioni, come pure critiche e contestazioni, ma alla fine quasi tutti si sono ritrovati sul documento presentato dal segretario. Un testo che in parte riprende i temi trattati da Morganti nella relazione di apertura, che ha fatto, fra l’altro, un'analisi sul lavoro del governo straordinario: ampia soddisfazione per la sua azione ma anche qualche perplessità, ad esempio su quelli si ritengono segnali di continuità con il passato, in particolare nel settore della pubblica amministrazione. Preoccupazione il PdD la esprime in merito alle tensioni emerse nell’ambito della magistratura e per quella che intravede come una difficoltà ad esprimere un pieno rapporto di autonomia dalla politica. Al governo straordinario i democratici chiedono di dare risposte a tutti gli aspetti del programma puntando in particolare sulle riforme istituzionali, primo passo irrinunciabile prima della riforma della legge elettorale. Per la finanziaria 2005 alcune condizioni precise: dare risposte significative per lo sviluppo dell’economia senza dimenticare però la salvaguardia dello stato sociale. I democratici pensano ad una riforma del fisco capace di far emergere i redditi e allo stesso tempo improntata al principio dell’equità fiscale. Terzo aspetto fondamentale: dare competitività al sistema imprenditoriale. Sul fronte della politica una decisa spinta alla creazione di un centro sinistra. Capace di promuovere – si legge nel documento – la democrazia dell’alternanza e dare ai cittadini il diritto pieno di decidere da chi essere governati. Il percorso di unificazione con il partito socialista deve continuare – recita il documento conclusivo – quale primo traguardo per l’unità di tutta la sinistra, poggiata sul progetto per San Marino. Fissate in proposito le tappe sulla strada del traguardo finale: una conferenza organizzativa che veda coinvolti democratici e socialisti, poi il congresso del solo partito dei democratici e, successivamente, un congresso politico unitario fra i due partiti che dovrà segnare l’avvenuta unificazione e la creazione del nuovo soggetto politico.
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