CONSIGLIO GRANDE E GENERALE

Consiglio: dopo un dibattito a tratti acceso la ratifica del Decreto di modifica al Codice Ambientale

Tema quantomai tecnico e complesso, quello dibattuto in queste ore; ma di centrale importanza, anche in ragione del modello di sviluppo sul quale intende insistere il Paese. Si è definito un “Segretario Green”, Stefano Canti, nel portare in Aula, per la ratifica, il decreto che modifica il Codice Ambientale, incentivando una corretta gestione dei rifiuti, con un aumento della responsabilità per le imprese.

E' stato raggiunto un buon compromesso – ha dichiarato – fra crescita delle aziende e tutela del territorio e della salute. Ad accelerare l'intervento la “bomba ecologica” della ex Beccari. Impianto normativo ambizioso, che ha fra le “disposizioni bandiera” il divieto di scaricare i reflui nei corsi d'acqua, e la possibilità di procedere con espropri, per sostenere la bonifica dei siti contaminati. Massima attenzione, poi, al modello plastic-free, così come agli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'ONU.

Dopo i contrasti di approccio, in occasione del dibattito sulla razionalizzazione delle sedi scolastiche; la dialettica parlamentare si è spostata piuttosto sull'analisi dei dettagli, registrandosi una condivisione di massima – anche delle Opposizioni – degli obiettivi del decreto. Il confronto con le associazioni di categoria – ha detto il Segretario Canti in sede di replica – ha accompagnato l'iter che ha portato al testo. L'unico aspetto che non era stato vagliato è stato affrontato in sede di ratifica.

Si è passati poi all'analisi degli emendamenti; a partire da quello di Libera – letto da Vladimiro Selva - per modificare l'articolo 1 del Codice Ambientale, nel quale si parla fra le altre cose di “transizione ecologica”, tra le finalità del decreto. Contrario Canti; rammarico di Guerrino Zanotti, secondo il quale non sono stati ben compresi gli obiettivi dell'Agenda 2030. Mentre Eva Guidi ha sottolineato l'importanza di una “economia circolare”. “Questo testo sembra differente rispetto al testo presentato – ha detto Fernando Bindi, RF -, ma in realtà non confligge e ha in più il concetto che ogni intervento in questo ambito.

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Il codice ambientale è uno degli strumenti principali per le politiche ambientali, ha osservato Vladimiro Selva; l'obiettivo dell'emendamento è la sostenibilità. 14 i favorevoli; 28 i contrari: l'emendamento è stato respinto. Sempre Selva ha letto l'emendamento successivo di Libera, riguardante il “Tavolo per lo sviluppo sostenibile”. Bocciato anche questo. Accolto, invece, seppur con una lieve modifica terminologica suggerita dallo stesso Segretario al Territorio, un altro emendamento di Libera relativo alla “gerarchia nella gestione dei rifiuti”. Fra gli emendamenti modificativi proposti dal Governo, quello all'articolo 10, sulla figura del “Responsabile tecnico gestione rifiuti” nelle imprese, con precisazioni riguardanti titoli di studio e presupposti di idoneità. Sull'articolo anche un emendamento di Libera, affinché non ricadano oneri eccessivi per le imprese più piccole; anche questo – pur con una lieve modifica - è stato considerato accoglibile dal Segretario Canti ed è stato infine approvato. 

Emendamenti anche da RF, nell'ottica della promozione di sani comportamenti ambientali. In uno si propone di eliminare gli scontrini Smac entro il 31 dicembre. “Ci sono vari strumenti informatici che possono certificare il pagamento – ha dichiarato Andrea Zafferani -; forse è arrivato il momento di fare questo passo”. La ratio è comprensibile – ha commentato il Segretario Canti – ma ciò comporterebbe la modifica degli strumenti dove si effettua la “strisciata” Smac; c'è anche l'esigenza, per legge, che la transazione Smac vada dimostrata. “Vi sono comunque già delle modifiche allo studio da parte del collega Gatti”. Respinto.

E poi un emendamento proposto dal Governo all'articolo riguardante il tema del “plastic-free”. Dopo un confronto con le associazioni di categoria, e tenendo conto delle difficoltà innescate dalla pandemia, si sposta al 1 gennaio 2022 – e non più al primo giugno 2021 – la data del divieto di commercializzazione e distribuzione di una serie di prodotti e contenitori in plastica, ad esclusione di quelli biodegradabili e compostabili. Prevista anche una deroga, per prodotti “già confezionati dal produttore iniziale in imballaggi di plastica ed ai contenitori” “che non hanno un'alternativa sul mercato tecnicamente valida o economicamente sostenibile”. Forti, in questo caso, le critiche da parte delle opposizioni, per quella che è considerata una “retromarcia” del Segretario Canti su un tema sul quale aveva più volte insistito. “Abbiamo intrapreso un percorso importante; ma il cambiamento deve essere graduale”, ha replicato il Segretario al Territorio. Quanto alla deroga, ha precisato, riguarda “vaschette gelato e coperchi di contenitori compostabili”.

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E poi gli emendamenti dell'Esecutivo riguardanti il tema della zonizzazione acustica. Il problema – ha spiegato Canti – sono le zone miste: aree produttive che devono contemperare l'attività con insediamenti residenziali. Ma con questi emendamenti – hanno tuonato i consiglieri di Libera – non si fa che tipizzare con norme lo status quo, per salvaguardare unicamente l'interesse delle aziende; dobbiamo trovare invece un punto di equilibrio con la necessità di ridurre l'inquinamento acustico.

La pianificazione urbanistica vede oggi una commistione fra aree produttive e industriali – ha dichiarato Adele Tonnini, RETE -; la zonizzazione acustica, prevista dal 2012, non è mai stata fatta, e questo è un altro problema. Con questa stesura si ha più che altro “un mandato a fare”. E' importante ora quantomeno avviare la zonizzazione. Ricordate anche le richieste di modifica avanzate dalle associazioni di categoria. “Per noi è difficile sostenere pienamente questo emendamento”. L'aspetto della zonizzazione l'affronteremo nel nuovo piano regolatore, ha replicato Canti; “verrà da solo questo passaggio”. Il primo emendamento è passato con 25 favorevoli, 8 contrari e 12 astenuti. Sullo stesso tema l'emendamento successivo, riguardante gli “impianti a ciclo produttivo continuo”. Se approvate questo emendamento – ha avvertito Vladimiro Selva - ciò che è valido fino ad oggi non varrà più. “E' una cosa grave”.

Sulla stessa linea Nicola Renzi, RF; che ha ipotizzato come il progetto di legge, potenzialmente, nella sua stesura iniziale, determinasse la chiusura di un certo numero di aziende. Poi – ha aggiunto - queste modifiche, che vanno a peggiorare la situazione della tutela ambientale. Nel decreto c'è scritta una cosa; nell'emendamento l'esatto opposto. “Nessuno vuole mettere in difficoltà le aziende”, ha detto Matteo Ciacci, Libera, ma quando parliamo di salute pubblica e riduzione dell'inquinamento non si può partire esclusivamente dall'interesse dell'azienda.

“Abbiamo una commistione spaventosa tra zone industriali e residenziali”, ha detto Emanuele Santi, “con la stesura iniziale del decreto si dava un mandato fortissimo affinché venisse prevista la zonizzazione. L'emendamento così come presentato non convince noi di RETE, ma la volontà di Governo e Maggioranza è risolvere questo problema. “Contemperamento degli interessi e buon senso sono fondamentali” ha detto Gian Nicola Berti; non c'è una bacchetta magica. Ciò che ha fatto la Maggioranza e il Governo è il frutto di una mediazione che ha portato a questo risultato.

Ma l'intervento del Governo non contempera l'elemento della salute dei cittadini, ha obiettato Guerrino Zanotti, Libera, che ha parlato del ruolo giocato da ANIS in questo emendamento. Credo che gli spunti di riflessione su questa proposta di emendamento possano essere condivisibili, ha commentato Canti; che ha ribadito tuttavia l'intenzione di trattare il tema della zonizzazione acustica nell'ambito del nuovo piano regolatore generale; nel frattempo voglio tutelare le attività esistenti a ciclo continuo, come avvenuto nella vicina Italia. Quindi il voto: 23 favorevoli, 9 contrari 14 astenuti. Emendamento accolto.

L'intero decreto è stato infine ratificato con 35 voti favorevoli, 1 contrario e 9 astenuti.

A seguire il dibattito su un altro decreto “scorporato”; le “Norme sulla valutazione dell’azione amministrativo – gestionale della Dirigenza Pubblica”, con la relazione del Segretario Tonnini. L'intervento mira a valorizzare la capacità manageriale e professionale, e l’impegno, degli alti funzionari del Pubblico Allargato, nel raggiungere risultati di efficacia, efficienza ed economicità. Tutto ciò evitando incentivi indistinti o automatici. Presentati emendamenti da Repubblica Futura, diversi quelli abrogativi. 2 le proposte di modifica dell'Esecutivo, di carattere sostanzialmente formale. “Si va ad introdurre un percorso con cadenza annuale”, ha precisato il Segretario Tonnini. Il meccanismo lascia in capo alla politica funzioni di indirizzo; ma “la valutazione – aggiunge - introduce finalmente un contraddittorio con i dirigenti, si introduce un iter ben codificato”. 

L'intervento va nella giusta direzione, ha riconosciuto Andrea Zafferani, RF, che critica tuttavia la “discrezionalità politica”; la soluzione ottimale, per RF, sarebbe una commissione tutta formata da tecnici. C'è una evidente esigenza – ha affermato Matteo Ciacci, Libera - di far si che il Congresso di Stato abbia dei dirigenti “che possano parlare la stessa lingua”. “Bene la valutazione; ma continuiamo a lavorare sulla formazione e la possibilità di sfruttare al massimo certe competenze”. “C'è tanto ancora da fare e lo faremo”, ha detto Mirko Dolcini, DML, “secondo noi i criteri evidenziati dal Segretario Tonnini sono un primo passo importante”. Da Lara Conti la presentazione di 3 emendamenti modificativi ed uno aggiuntivo di RF; per una composizione più “bilanciata” della commissione per la valutazione della dirigenza pubblica. Apprezzamento, per lo spirito di questi emendamenti, è stato espresso da Rossano Fabbri, MIS, ed Eva Guidi, Libera. Emendamenti alla fine tutti respinti.

I lavori riprenderanno domani pomeriggio.

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