Consiglio: il giorno di Andreoli
Sembra una resa dei dei conti in casa socialista, perché subito dopo prende la parola Rossano Fabbri. Anche lui attacca una stampa che definisce "farneticante"
e che ha nelle mani l'onorabilità delle persone. "Il partito socialista nutre totale e incondizionata fiducia rispetto all'operato della magistratura " - ribadisce il consigliere dimissionario. Così come del percorso virtuoso avviato nell'ambito dell'attuale dirigenza che sta dando i pieni frutti. Fabbri ricorda come nel recente passato è esistito un sistema socio politico per mezzo del quale gli uomini più rappresentativi o meno della Repubblica, unitamente a tutte le attività tipiche dell'agire politico, hanno posto in essere alcuni comportamenti criminali dove l'interesse personale ha prevalso su quello generale. "Ma bisogna voltare pagina - ribadisce Rossano Fabbri - per tornare a quella politica che si cura dei bisogni e dei problemi del paese". Distinguendo da una parte le esigenze della giustizia e dall'altra il rispetto della dignità umana e dei diritti garantiti. Poi Fabbri guarda al Partito e chiede a Simone Celli spiegazioni per il percorso politico, in relazione anche alla mail anonima, che definisce una premonizione di mago Otelma in salsa sammarinese, alla decisione di lasciare il partito in modo repentino e con motivazioni al limite della follia politica, rinnegando se stesso e il percorso intrapreso.
Poi arriva la replica di Celli: si difende dalla mail anonima, mettendone in dubbio la veridicità, e parla di "fallacità di tutte le previsioni rispetto al mio percorso politico. Non solo non sono il segretario del Ps, ma neppure più esponente". Nel congresso del marzo scorso ho fatto in tutti i modi per non essere ricandidato alla segreteria. Tutti sono testimoni. Li sfido a sostenere il contrario. Ho affossato talmente il partito - prosegue il leader di Labdem, che anche i miei compagni amici di una vita politica oggi non sono con me". La spada Carrirolo pendeva su di me? Nemmeno in questo caso ci ha preso. Il provvedimento di archiviazione è di tre mesi prima della lettera. Sono menzogne". Poi si mette a disposizione di Andreoli e Mago Otelma nelle sedi opportune. La sfilata socialista si conclude con il capogruppo, Alessandro Mancini. Ricorda il suo percorso politico, proprio a fianco di Celli,
"Simone, siamo entrati insieme in Consiglio e abbiamo condiviso tutto. Momenti facili e difficili. Poi qualcosa è cambiato - dice Mancini - Tu hai avuto l'onore di guidare il partito riformista, poi il partito socialista. Sei diventato grande e hai fatto diventare grande il partito. Intorno a te è cresciuta fiducia e sostegno: governo di solidarietà, terza via e patto di legislatura. Poi all'improvviso la tua assenza, scarsa partecipazione, fino alle dimissioni, anticipate, è vero, ma motivate da uno stato di malessere che non sei riuscito a manifestare all'interno del partito. Hai coinvolto pochi e hai preso la tua strada in maniera solitaria. Se la barca andava la deriva, tu come capitano, avevi obbligo di recuperarlo. Se il partito dovrà morire ed evolversi non sarà per noi ma per il popolo socialista" conclude.