È il giorno del bilancio dello Stato che ieri sera, in Aula, ha avuto un prologo con la ratifica del Decreto che allungava al 30 novembre i termini per il pagamento della patrimoniale. Rete presenta un emendamento per posticipare la data al 21 dicembre, giorno in cui anche i lavoratori del privato ricevono la tredicesima. Eva Guidi, Segretario di Stato alle finanze, motiva la non accoglibilità dell'emendamento perché il termine attuale consente alle finanze pubbliche di far fronte agli impegni previsti nel mese di Dicembre in cui “oltre al pagamento di stipendi e pensioni- spiega- ci sono da chiudere molte posizioni di fornitori dello Stato”. Per cui “è necessario affrontare il periodo di stipendi e tredicesime e impegni dello Stato poter farvi fronte con serenità- ribadisce- e non è possibile accettare l'emendamento”. Parole che vengono subito lette come allarmanti dall'opposizione. “Non è possibile accettare l'emendamento- domanda Alessandro Mancini, Ps- perché andiamo in crisi di liquidità e non ci sono i soldi per pagare le tredicesime, se prima non si paga la patrimoniale? Spero di aver capito male, se no davvero tremano i polsi” . Per Iro Belluzzi, Psd, è chiaro che la patrimoniale è “un'operazione per pagare i dipendenti della Pa, tra poco- manda a dire- dovremo aspettarci, al di là delle decurtazioni, di non ricevere più lo stipendi”. Per Davide Forcellini, Rete, “se non si può posticipare la data della patrimoniale perchè di fatto servono i soldi- tira le somme- vuol dire che siamo proprio in braghe di tela”. Nulla di nuovo sul problema liquidità, sottolinea invece Roberto Giorgetti, Rf: “Trovo bassamente demagogico- manda dire all'opposizione- voler inquadrare le parole del Segretario come misura di qualcosa fin qui sconosciuto”. L'emendamento di Rete viene respinto, il decreto approvato.
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