Consiglio Giudiziario Plenario in bilico tra defezioni e conferme

Alla vigilia della convocazione c'è chi, penna alla mano, sta contando le defezioni. 23 i partecipanti al Consiglio Giudiziario plenario, 22 dei quali con diritto di voto, divisi equamente tra parte politica e parte togata. Sul numero necessario alla validità della seduta non c'è interpretazione univoca. Sarebbero necessarie, secondo alcuni, 12 presenze. Spetta comunque alla Reggenza dichiarare l'eventuale validità, tenendo conto nel computo della partecipazione del membro non votante. Sei giudici e il Dirigente del tribunale hanno annunciato in una lettera che non parteciperanno, augurandosi che altri componenti dell'organo possano condividerne la scelta. Non saranno i soli a non presentarsi. Sono previste assenze anche fra i membri non togati. Per la maggioranza non ci sarà il dimissionario Iro Belluzzi mentre l'opposizione sta valutando il da farsi. “Non saranno né Libera né Repubblica Futura – fanno sapere dalla minoranza - a garantire il numero legale”. Una partita, quindi, che si giocherà sul filo di lana. 

La Commissione Giustizia si riunirà alle 14. Alle 16.30 è stato fissato il Consiglio Giudiziario Plenario che potrebbe proseguire ad oltranza, fino a sabato notte. L'ordine del giorno è rimasto immutato rispetto alla seduta precedente e quindi, di fatto, si tratta della prosecuzione dei lavori. Viene riproposto, ad esempio, il comma nel quale è stato votato il tanto contestato ordine del giorno sull'interpretazione della legge qualificata, bocciato per 11 voti a favore, 10 contrari e un astenuto. Per essere approvato – lo ricordiamo - avrebbe avuto bisogno di 12 sì. I magistrati che hanno sottoscritto la lettera definiscono affrettata e inopportuna la convocazione, anche alla luce della missiva inviata al Consiglio d'Europa e della mancata pronuncia sulla norma del Consiglio Giudiziario Ordinario. D'altro canto c'è chi in maggioranza rimarca che a convocare la seduta è chi presiede l'organo, vale a dire l'Eccellentissima Reggenza, e che la partecipazione è un impegno istituzionale. Il momento è delicato e di grande tensione. Ad inasprire il clima anche le accuse in Consiglio di una mancanza di rispetto nei confronti della Suprema Magistratura.

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