Consiglio, il governo ritira il decreto sulla retribuzione dei dirigenti pubblici

Consiglio, il governo ritira il decreto sulla retribuzione dei dirigenti pubblici.
Il governo ritira il decreto che disciplina il trattamento retributivo dei dirigenti e dei direttori di dipartimento della pubblica amministrazione. Una scelta che spiazza le opposizioni. "Non ero preparato", commenta il capogruppo del Psd Claudio Felici. Mercoledì il Segretario agli Interni lo aveva illustrato a tutte le forze politiche. " Il decreto resta valido ed efficace, sottolinea Valeria Ciavatta. La sua ratifica è rinviata alla prossima sessione consiliare. Il governo ha deciso di rinviare l'esame da parte del Consiglio Grande e Generale per dare tempo al decreto di "decantare" considerato che introduce cambiamenti di un certo impatto ed è stato promulgato appena una settimana fa. L'obiettivo è comune, prosegue la nota, ed è quello di ottenere l'approvazione dell'Aula e quindi la sua ratifica, nella prima sessione di giugno. Il decreto, conclude, è in vigore e resta in vigore. I decreti infatti hanno tempo tre mesi per essere ratificati dalla data della loro promulgazione che, in questo caso, risale al 14 maggio scorso. Siamo di fronte a una ritirata, commenta l’Upr. Prima l’ordine del giorno sulla vendita degli immobili ai forensi, liquefatto sotto le spinte di alcuni partiti di opposizione, di alcuni settori della maggioranza e dell’opinione pubblica. Poi il decreto che avrebbe dovuto istituire la facoltà di medicina depennato misteriosamente dall’agenda consigliare. Infine il ritiro, senza alcun tipo di giustificazione, di quello sulla retribuzione dei dirigenti pubblici. L’Upr chiede di costruire una unità di crisi soprattutto, aggiunge, per sventare l’ipotesi che dopo la ritirata, qualche tattico della maggioranza possa teorizzare di rinchiudersi nel fortino del Patto. Intanto l’Aula discute gli interventi urgenti a sostegno del sistema economico. Un testo sul quale Sinistra Unita ha presentato una pioggia di emendamenti. Il confronto sullo sviluppo dell’università si è concluso con l’approvazione, a maggioranza, dell’ordine del giorno che chiede al governo di predisporre un progetto che veda l’ateneo sammarinese protagonista nel contesto internazionale, potenziando i percorsi di formazione esistenti e realizzando un polo di formazione e di ricerca avanzata, anche con l’apertura di nuovi corsi di laurea. Ratificato il decreto delegato che istituisce e disciplina il corso di laurea magistrale in design. La seduta si concluderà in serata ma già si guarda alla sessione di giugno quando il governo porterà in Aula la riforma tributaria, la ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio e, probabilmente, anche il parco scientifico e tecnologico. Un banco di prova per la tenuta della maggioranza che dovrà, prima di quella data, trovare “la quadra” dei rapporti politici.

Sonia Tura

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