Consiglio Grande e Generale, Industria e Banca Centrale in primo piano
Numeri determinanti, anche per la firma degli accordi con l’Italia che l’Aula è chiamata a ratificare. Intanto però si guarda alla piazza e allo sciopero generale mentre sembrano aprirsi nuovi spiragli di dialogo. Dal psd Stefano Macina e Claudio Felici invitano il Consiglio a riprendere in mano la riforma tributaria e a chiarire i contrasti che il governo non ha risolto. Insomma la politica vuole ragionare e chiede un confronto prima di venerdì. La maggioranza presenta un ordine del giorno che conferma gli obiettivi della riforma fiscale ma impegna il governo ad avviare velocemente gli adeguamenti dell’Ufficio Tributario per rendere operativo il sistema di controlli e di verifiche. Siamo pronti a spendere qualche settimana in più per le modifiche, dice Luigi Mazza, se l’obiettivo è quello dell’equità fiscale. Un documento aperto al contributo di tutta la politica, delle forze sociali ed economiche per stemperare una tensione, rimarca Mazza, che non è utile al Paese. Intanto l’Upr propone una moratoria sui mutui “prima casa” per i sammarinesi che si rivolgono alla commissione che gestisce l’edilizia sovvenzionata chiedendo la sospensione del pagamento delle rate e il Segretario al lavoro anticipa il suo appoggio. Ben venga il suggerimento, dice Mussoni. A breve una riunione operativa. Intanto dentro e fuori l’Aula tengono banco quelli che il socialriformista Federico Pedini Amati chiama “i mille dissapori nel Patto”. Dalle fila della dc Gabriele Gatti punta il dito sul governo e, in particolare, sul Segretario di Stato per le finanze. Non nomina Pasquale Valentini ma presenta una lunga lista di obiettivi economici, secondo lui mancati. Il Consiglio, lamenta, non sa quali sono i conti dello Stato, la liquidità, le prospettive future. Discutere senza conoscere la situazione del Paese, sottolinea Gatti, non è da persone perbene. Valutazioni diverse anche sulla riforma tributaria. “Non offre opportunità a chi viene a San Marino.”
Poi le banche. Banca Centrale – dice – aveva indicato negli accordi con l’Italia la leva per attirare investimenti. Bankitalia oggi dice apertamente che non intende stringere intese per quel progetto. Non possiamo continuare a vivere alla giornata, accusa, discutendo sulla coalizione A o B. Siamo già dentro il baratro. Se il governo è in grado di governare lo faccia altrimenti non ci sono dogmi. E a chi sosteneva che uscito io dal governo il giorno dopo si firmava, conclude, ricordo che l’Italia è stata due anni e mezzo con la penna in mano per poi sottoporre la ratifica dell’accordo all’okey del global forum. Malumori anche nelle fila dell’opposizione per la nomina del rappresentante di minoranza nel Comitato Amministratore di FONDISS. Il Psd ha presentato il suo candidato e dal psrs sono arrivate accuse di mancato confronto. Critiche condivise dall’Upr che ha detto di registrare un “clima da Grand Hotel”. Al voto passano le nomine Martina Poggiali, Sante Lonfernini e Vittorio Scaioli, indicato dal Psd. E adesso tocca agli accordi con l’Italia.