Consiglio Grande e Generale: respinta la mozione di sfiducia verso il Segretario Arzilli
Le difese non tardano ad arrivare, con il democristiano Luca Beccari pronto ad affermare che "la condotta della ditta Spa Arzilli deve essere distinta dalla figura del segretario e dal suo operato". Lui, spiega l'esponente del Pdcs, "ha agito immediatamente e in modo ineccepibile". Un commento raccolto dall'alleato Andrea Belluzzi, che dal Psd critica il servizio giornalistico bollandolo come "una caramella confezionata". Per poi minimizzare: "Questa vicenda rappresenta una buccia di banana". Dalla coalizione di governo Matteo Fiorini di Alleanza popolare sostiene che "sulla revoca della licenza al momento vale la presunzione di innocenza", ma nell'opposizione c'e' chi la pensa diversamente. Dall'Upr, che non aveva sottoscritto la mozione di sfiducia, Marco Podeschi annuncia voto favorevole, perche' al suo posto "io mi sarei dimesso dal Congresso di Stato". Pedini Amati mette il dito nella piaga ricordando che "Arzilli e' socio della societa' in questione, non una persona esterna che non c'entra con quell'attivita'". Mentre Andrea Zafferani di Civico 10 rincara la dose: "Ci sono stati una miriade di casi analoghi di societa' che hanno leso l'immagine della Repubblica per i loro atti e sono state revocate senza tante remore, ed e' giusto che sia stato cosi''. A chiudere il coro dell'opposizione e' infine Tony Margiotta, che in toni più soft ne fa una questione di forma e non di contenuto: "Quando un segretario di Stato si trova in una situazione imbarazzante, con quote societarie in una societa' di famiglia, dove il padre e' stato filmato dicendo cose discutibili e imbarazzanti per il Paese che hanno leso l'immagine di San Marino, allora la modalita' giusta sarebbe quella di dare le dimissioni alla Reggenza", far decidere il governo e passare eventualmente al test del Consiglio grande e generale. Sinistra unita "riconosce a livello personale la sua non appartenenza alla vicenda- spiega Margiotta- se il percorso fosse stato quello, forse le nostre firme non ci sarebbero state in questa mozione".