Consiglio grande e generale: riparte il dialogo

Consiglio grande e generale: riparte il dialogo.
Riparte il dialogo tra maggioranza e opposizione che, per la prima volta, registra toni pacati nel dibattito dedicato alla politica estera. Ciò nonostante sono 3 gli ordini del giorno – 2 di minoranza ed uno di maggioranza – presentati alla fine del lungo confronto. Adesso si lavora per cercare una posizione unanime. I gruppi hanno chiesto tempo e i documenti, o il documento si se arriverà ad un accordo, verranno posti in votazione alla fine della sessione parlamentare. La richiesta bipartisan, arrivata dall’Aula, è indirizzata all’Italia. Si chiede di fare chiarezza sulle ragioni di una firma che non arriva. C’è chi punta il dito contro gli errori delle scelte compiute, negli anni '90, da una classe politica priva di lungimiranza e chi - sulla mancata firma - getta l'ombra del caso Delta. Ma tutti hanno accusato il Ministero delle finanze di usare strumenti inappropriati e del tutto campati per aria, come la questione delle residenze. Gli attacchi che arrivano dall’Italia, è stato detto, si basano su dati non reali e su pregiudizi e dipingono una immagine del nostro Paese assolutamente falsa. Un clima decisamente bipartisan. La sola voce fuori dal coro è stata quella di Sinistra Unita. Prima di tutto siamo sammarinesi e poi facciamo opposizione, ha detto Ivan Foschi, ma non condivido quello che il Governo sta facendo. Intanto subiscono un deciso ridimensionamento i festeggiamenti per il 70^ anniversario della Convenzione di amicizia e buon vicinato tra San Marino e Italia. Si terra' la seduta congiunta delle commissioni Esteri, mentre e' stata annullata la mostra a Roma di meta' novembre. Lo ha anticipato il Segretario agli esteri. "Non c'e' il clima migliore per festeggiare" ha spiegato. "È ora di firmare, la responsabilita' del ritardo non e' nostra. Le ragioni non le conosciamo", ha ripetuto Antonella Mularoni, ma almeno "le resistenze italiane confermano che gli accordi non vanno a loro vantaggio e danno grandi prospettive per il nostro Paese", con le banche straniere che potranno venire in Repubblica e quelle del Titano che potranno operare sul mercato italiano. Il Segretario agli esteri sottolinea il "clima positivo, costruttivo" del dibattito in aula e apre all'opposizione in tema di Europa, pur bocciando l'idea dei Ddc di creare una Consulta ad hoc: e' "uno strumento che non piace al governo, che teme si trasformi in un carrozzone". Meglio un tavolo tecnico per iniziare, aperto ai contributi della minoranza.

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