Il Consiglio Grande e Generale si interroga sul futuro della tv

Il Consiglio Grande e Generale si interroga sul futuro della tv.
L’Aula si interroga sul futuro della televisione pubblica. 24 le richieste di parola per un confronto che non si è esaurito in questa sessione consiliare. Il Segretario di Stato per l’informazione ripercorre la storia della San Marino Rtv e dice: fu subito chiaro che la Rai non aveva intenzione di impegnarsi. Dopo l’ultimo emendamento al decreto milleproroghe, inserito al fotofinish, adesso – sottolinea Casali – siamo di fronte a un bivio. La tv va rilanciata o ridimensionata. Il governo, afferma, ritiene necessario mantenere e sviluppare il mezzo televisivo. Bisogna investire. Sono necessari nuovi progetti editoriali e pubblicitari. Ma soprattutto, rimarca, è necessario sapere se il partner italiano è ancora interessato al progetto. Se si, la presenza della Rai deve essere convinta e adeguata. Vanno rivisti gli accordi fissando impegni precisi, perché non è più possibile pensare di costruire un progetto con un socio, senza sapere neppure se metterà in campo i 3 milioni di euro previsti dall’accordo originario. Il clima con l’Italia, conclude, sembra essersi rasserenato. E’ indispensabile un incontro e il Segretario all’industria ha già allacciato contatti con il Ministro per lo sviluppo economico. Questo è un dibattito monco, afferma l’opposizione, contestando la mancanza di dati. Non ci sono stati comunicati i dati d’ascolto, lo stato dei conti, la raccolta pubblicitaria, gli obiettivi aziendali, gli investimenti tecnologici, il numero dei dipendenti, i consulenti, sottolinea Fiorenzo Stolfi del Psd. A noi, dice, risultano ascolti disastrosi e una raccolta scarsa o nulla. Servono prospettive, afferma Paolo Crescentini del psrs. Si devono poter creare sinergie con la Rai per sviluppare e potenziare anche le professionalità sammarinesi. Crescentini, e con lui Giovanni Lonfernini, lamenta l’assenza, per diversi mesi, di uno spazio di approfondimento come Indaco che invece, dice, la tv è tenuta a garantire. Ivan Foschi di Sinistra Unita chiede qual è il progetto aziendale perché, afferma, se si vuole virare verso una tv di Stato occorrono competenze, investimenti e una partnership importante. Informazione squilibrata a favore del governo, aggiunge. Nel telegiornale la voce della minoranza è sempre assente. Nicola Selva dell’Upr invita il governo ad aprire un confronto serio sullo sviluppo della tv. La domanda a cui rispondere, dice, è qual è il piano industriale presente e futuro. Per Giuseppe Morganti invece, è soprattutto la politica che deve fare un passo indietro. Dal dibattito, sottolinea il consigliere del Psd, sembra che non sia rappresentato nessuno, né governo né opposizione. Al direttore e ai singoli giornalisti deve essere data indipendenza totale. La loro opera va giudicata complessivamente, non giorno per giorno. Questo sarà l’ultimo assegno della Rai, sottolinea Angela Venturini. Dobbiamo decidere cosa fare. Il consigliere dei moderati parla di soldi spesi male, critica le collaborazioni e afferma che alla massa di persone presenti non corrisponde equivalente produzione. La situazione non è così tragica, commenta Francesca Michelotti di Sinistra Unita. La televisione è un punto di riferimento per tutto il Paese. I problemi ci sono ma spesso il lavoro prodotto è eccellente.

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