Consiglio Grande e Generale: sintesi della seduta notturna
Di seguito una sintesi della seduta.
I lavori riprenderanno questa mattina dagli ultimi interventi e dalle repliche.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Diversi consiglieri descrivono un Paese allo stremo, ulteriormente condizionato in materia negativa dalle decisioni prese in questa proposta di legge. Abbiamo perso oltre il 25% di Pil in quattro anni, ma gli effetti sulla Pa e sui cittadini sono molto meno pesanti che altrove. Dovevamo recuperare 40 milioni di euro e siamo vicini all’obiettivo. Senza intaccare lo stato sociale. I ticket per la sanità non ci sono. Sono state prese altre strade, come i tagli in alcuni settori. Il contributo a Bcsm, da 3,8 milioni va verso i 2,8; sulle pensioni d’oro c’è un prelievo fino al 21,5%. Abbiamo agito sugli affitti in entrata, con un aumento del 20%. Non si può dire che sono state colpite le fasce meno tutelate e che non si sono aggredite le sacche di privilegio. Il lavoro non
è finito, ma sono stati messi in fila diversi elementi. Agiremo anche sulle indennità, gli appalti, la centrale unica degli acquisiti, gli accorpamenti. Anche noi ci aspettavamo maggiore velocità.
Si ragiona su un taglio limitato dei salari pubblici e sopra un certo livello retributivo. E’ possibile che ci sia una partecipazione di queste categorie al mantenimento dello stato sociale. Uno sforzo
da qualche decina di euro al mese. La verve polemica e gli aggettivi utilizzati sono fuori luogo. La direzione è quella giusta, forse c’è una cautela eccessiva, il governo emetta più velocemente quanto già votato dalla maggioranza”.
Mimma Zavoli, C10: “La relazione della Commissione di controllo della finanza pubblica fornisce dati espliciti. Sulle modalità di immissioni di leggi e decreti che durano una stagione e vengono
modificati, c’è discontinuità applicativa. C’è un atteggiamento confuso del governo. Valentini disquisisce sul corpo diplomatico di Malta e la diplomazia è per uno Stato come il nostro un canale
fondamentale. Ma le scelte sono conservative. Mi aspettavo un riferimento sulla black list invece non abbiamo ascoltato nemmeno una parola. Il pericolo più grande è la perdita di contenuti della
politica, che si ravvisa sempre di più. La politica estera deve consolidare la nostra sovranità.
C’è un grave rischio di liquidità secondo la relazione. I segretari di Stati parlano di risparmi consistenti e della capacità di fare tagli equilibrati. Ma la patrimoniale è stata tolta per le proteste della base dei partiti di maggioranza.
Da Mussoni viene un richiamo al rigore e all’autocritica per maggiore velocità nelle azioni. Ma nel
suo dipartimento si spende per contratti atipici oltre 11 milioni di euro. C’è un monitoraggio? Mi auguro che i ticket non siano solo rinviati. Serve un modello più sostenibile per la sanità che parte
dalla responsabilizzazione dei medici. Sul riordino del sistema scolastico ci aspettiamo un effettivo coinvolgimento, ma perché è in finanziaria? Si potrebbero inoltre accorpare le direzioni delle scuole nido e d’infanzia. Si stanziano per il Parco ancora fondi, ma non si vede. I prepensionamenti spostano il peso economico da un’altra parte”.
Grazia Zafferani, Rete: “Il bilancio influisce sulla qualità di vita dei cittadini. E’ uno strumento Che non ammette improvvisazione. Ogni acquisto e pagamento deve seguire un iter preciso. Ma i dati sono generici, non ci sono tutte le voci di uscita ed entrata. La monofase non riscossa è certa e così il peso degli stipendi pubblici. L’indennità da 700 euro appena elargita sosterrebbe una delle 44 famiglie che cenano alla Caritas. Sanità e istruzione sono due capisaldi, ma il governo va verso la privatizzazione per non mettere mano ai privilegi. Serve un progetto di legge chiaro per la riforma scolastica. La sperimentazione con quali associazioni culturali verrà fatta? Occorre verificare con la direzione degli asili nido i posti: sono disponibili 13 e ci sono 12 rinunce per i piccoli, 77 e 43 per i medi, 20 e 29 per i grandi. Prima di privatizzare riempiamo i posti pubblici”.
Massimo Andrea Ugolini, Pdcs: “Apprezzo la sincerità di Felici sull’obiettivo del pareggio di bilancio. Ci sono state spese obbligatorie ed è stato rimandato. Ma serve uno sforzo ulteriore. C’è da recuperare la monofase. Occorre generare nuova economia, i tagli servono per un riequilibrio sociale. Il problema va generalizzato. Oltre 1.200 disoccupati non è disponibile, la sfida è coniugare la politica di rigore senza influire sulle tasche dei cittadini, fare quadrare i conti senza diminuire lo stato sociale. Ci sono tagli alla spesa pubblica, ma il processo dura anni, per cui è sono necessari anche tagli lineari. Qualche sigla sindacale si è opposta, ma è un intervento necessario. Si ragiona su un 1,5% sopra i 1.500 euro mensili, è sostenibile. Si vuole dare prospettiva alla Pa, si parla di un assunto ogni 4 pensionati. Mi spiace non ci sia niente sulla Pec. Alla Camera di commercio vanno fondi ma ha già importanti introiti, serve una riflessione. Alla Smac si danno 450 mila in questa finanziaria, oltre ai contributi precedenti, ma serve un quadro di autosufficienza”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “Il bilancio non è un’operazione per fare quadrare i conti e questa è una legge evanescente rispetto alle necessità del Paese. Ha alcuni articoli programmatici, che andrebbero però attuati, e altri che non dovrebbero esserci, quelli in deroga ad altre leggi. Manca un progetto, non si raggiunge il pareggio di bilancio con provvedimenti spot. Resterà una chimera.
Manca l’orientamento di sviluppo economico. Il disavanzo non è di 16 milioni di euro, mancano dati. Va accantonata la quota capitale per il finanziamento di Crrsm. La Commissione di controllo della finanza pubblica non nasconde le problematiche, i suoi suggerimenti vanno maggiormente ascoltati. Dice che il trend del disavanzo rischia di minare la sopravvivenza del sistema, va invertito; che in campagna elettorale le spese sono state mal gestite.
Dobbiamo razionalizzare i costi della Pa, con un contratto unico pubblico-privato, l’esternalizzazione di servizi con la creazione di cooperative sociali. Sono contrario ai prepensionamenti obbligatori, dovrebbero essere volontari con incentivo. Ma non è reale riduzione di spesa. Si mascherano la spese per le consulenze. Ci sono ulteriori spese per investimenti e sullo sviluppo non c’è nulla. Serve un dialogo forte nel Paese per affrontare le problematiche. Basta pause o fughe solitarie, il governo sia umile e responsabile e trovi con tutti gli attori le soluzioni che il Paese aspetta da troppo tempo”.
Lorella Stefanelli, Pdcs: “Due sono le direttrici: nuove entrate e il contenimento e la riduzione della spesa. E’ un bilancio in sofferenza, diminuiscono le entrate, 20 milioni tra Igr e monofase nel 2014. C’è l’allarmante dato della liquidità. Gli effetti della riforma fiscale arrivano a oltre 5 milioni di euro, ma è una stima prudenziale. Spero il gettito sia maggiore visto i sacrifici chiesti ai cittadini. Sulle uscite ci sono spese obbligatorie per circa 16 milioni, 7 per il settore bancario, in particolare
Crrsm. Il disavanzo di 25,8 milioni è eccessivo, sarà portato a 16. I tagli al pubblico siano fatti in base alla capacità delle famiglie e non mortifichino i lavoratori del pubblico impiego. Il taglio lineare non va fatto per rivalsa, sta passando il messaggio che la Pa è il male del Paese. Ci sono toppi dipendenti e non tutti fanno il loro dovere, ma la Pa è una risorsa.
Concordo sui prepensionamenti, anche per inserire nuove professionalità, ma il tasso di sostituzione va fissato. Serve un intervento di medio periodo associato a misure di sostenibilità per i fondi pensionistici. Va esteso da subito il tetto a tutte le nuove pensioni. Si può pensare a un part-time obbligatorio o ai contratti di solidarietà. Bene i 50 mila euro per le lingue, servono altre risorse”.
Paolo Crescentini, Ps: “Non c’è la volontà di ridurre la forbice tra pubblico e privato. Si riducono le indennità , gettoni dei consiglieri compresi, quando in Aula ci sono tre categorie: i consiglieri pubblici, quelli dal privato e quelli autonomi. Si creano ulteriori disparità. E non si dà dignità alla politica. Togliere il 10% contribuisce a creare un alone, sembra che siamo privilegiati. Occorre valorizzare il ruolo dei consiglieri.
Il bilancio non si chiude in pareggio nonostante i proclami. Dopo cinque anni del Parco sappiamo poco; il prepensionamento a 59 anni è una retromarcia che sposta voci di spesa dal bilancio; la
scuola va valorizzata, è l’unica vittima della spending review. La Dc prosegue nella politica di accontentare tutti”.
Vladimiro Selva, Psd: “Nella maggioranza tutti sono chiamati a fare la proprio parte. Occorre presentare al più presto gli emendamenti all’opposizione. Nel 2009 la spesa complessiva era di 760 milioni di euro, nel 2014 sarà di 507. E ora rivediamo pesantemente la spesa pubblica. Altri 20 milioni con questa legge di bilancio. Ci sono sacrifici è un momento difficile. Ci sono i prepensionamenti per alleggerire il numero di dipendenti, creando assunzioni in ruoli chiave. L‘abbassamento dell’età pensionabile è utile per chi ha problemi di salute. Ci sono tagli sulle retribuzioni, si valuta su un reddito superiore ai 1.800 euro, nella scuola ci sono state economie. Nel Paese c’è consapevolezza del momento. Occorre rivedere come funziona la Pa, dare più consapevolezza e dignità al dipendente pubblico. C’è una sorta di sua criminalizzazione.
Sullo sviluppo non c’è stata l’attuazione necessaria, ma si è fatto molto”.
Marco Gatti, Pdcs: “La responsabilità è grande, rivisitare tutto il sistema-Paese. Nel bilancio ci sono molte scelte per la riduzione della spesa. Negli anni Ottanta San Marino era in grande crisi e
la Pa aveva poche persone e meno pagate del privato. C’erano defiscalizzazioni mirate. L’economia è ripartita ed è cresciuta in maniera esponenziale. Oggi la Pa ha tanti numeri e le professionalità di un certo livello non sono molte. Forse lo stop alle assunzioni ha creato precariato e abbassamento di professionalità. Le defiscalizzazioni sono diventate a pioggia. Oggi responsabilmente tutte le forze devono ragionare su come si affronta un momento delicato, dobbiamo fare squadra per uscire dalla crisi. Nel 2008 avevamo costi per 380 milioni, ora sono 319. Abbiamo fatto parecchio. Da 184 di trasferimenti a 130. Dobbiamo fare di più e riorganizzare il pubblico. Chiudere in negativo il bilancio significa crisi di liquidità. Questa è una sfida fondamentale per il Paese. C’è uno scontro sociale forte, trasversale, anche in Aula, ma gli interventi vanno fatti a 360 gradi. Il problema non
è lo stipendio ma il risultato che dà. I dirigenti vanno responsabilizzati, dobbiamo conoscere gli esuberi, rimodulare le buste paga, riorganizzare gli uffici con gli accorpamenti. Prepensionamenti e assunzioni con concorso da un lato, stop al precariato dall’altro. Dobbiamo poi riprendere a investire. Lo sviluppo è nel turismo e dobbiamo fare le infrastrutture di collegamento, l’aeroporto. Poi il Parco. Le idee ci sono e se qualcuno, anche nella maggioranza, non l’ha capito mi dispiace”.
Gian Matteo Zeppa, Rete: “Sembra che tutto sia capitato per caso, ma le colpe della mala politica, della politica clientelare vanno prese. Si dà vita a un negazionismo storico, la Dc è stata al governo per anni. L’ammissione di un errore è più importante di una legge nuova. Qualcuno mostra i muscoli, il segretario di Stato Felici ha detto che la manifestazione di venerdì ha avuto scarsa
partecipazione; Valentini accusava tre partiti di sovversione democratica. C’è il terrore verso chi scende in piazza.
Ci sono tagli lineari, impropri, che tutelano i soliti noti. Non siete capaci del cambiamento, siete legati a chi ha consentito la deriva del Paese. Lo si è visto con la riforma tributaria, con la compiacenza della Csu. Non abbiamo ancora visto gli emendamenti, ma la democrazia non è interpretare. Il confronto è campato in aria. Vi vedete con una sola associazione di categoria
con cui avete creato lo sfascio. C’è un perfetto gioco di ruoli e interessi che si ripete, dove il non ricambio permette allo status quo di proteggersi e auto rigenerarsi. Un patto scellerato tra politica e organizzazione dei lavoratori, allargato a chi si interfaccia con le stanze di chi conta.
Eppure la spending review parla chiaro, ma al governo manca coraggio verso i poteri forti. La maggioranza granitica sembra eutanasia politica mentre intorno marcisce la vita, va in atto la
politica del turarsi il naso. C’è un attacco al ceto medio basso, le scelte sono inique e non c’è niente sullo sviluppo”.
Franco Santi, C10: “Questa legislatura nasce con l’obbligo di affrontare una crisi sistemica. Si sono sfruttate le risorse pubbliche per creare clientele. La situazione è precaria, peggiore di quella
dei numeri di bilancio. I residui hanno un impatto notevole, ci sono interventi su investimenti per potenziare la Pa, ci sono maggiori oneri finanziari. La riforma Igr e il contenimento della spesa
non bastano. Serve un patto per la crescita sostenibile e inclusiva, come dice la Commissione. Si devono superare le posizioni di parte, serve coraggio e guardare al futuro. Vanno riviste le regole
del bilancio. Prima il fabbisogno della Pa, poi i prepensionamenti. Occorre completare l’operazione verità sui conti e mettere in chiaro gli obiettivi della Pa”.
Comunicato stampa