Consiglio: istituita la commissione d'inchiesta per la vicenda casinò
Una lunga discussione sulla commissione di inchiesta, dopo l' approvazione - con 54 si e 2 no - della procedura d’urgenza. Primo a parlare il consigliere Germano De Biagi, profondamente colpito dagli attacchi apparsi sulla stampa di possibili pendenze penali a suo carico. Presenta in aula i certificati penali di Bologna e Roma dai quali non risulta nulla: “Si parla di commissione e rispunta il mio nome. Non capisco perché i problemi della politica si debbano trasferire nei problemi personali. Ci sono persone – aggiunge – che pescano nel torbido, quando la politica dovrebbe produrre leggi, non pettegolezzi”. “Come imprenditore è inevitabile correre dei rischi - conclude - e le vicende che mi chiamano in causa si riferiscono a 30 anni fa”. Per Gabriele Gatti è necessario fare chiarezza: “Non c’è alcun puparo che manovra gli articoli e le notizie in Italia, ma bisogna dirlo se qualcuno, in cambio di qualcosa, ha promesso a grandi gruppi stranieri le potenzialità della Repubblica”. Gli risponde Alessandro Rossi: "Mi fa specie che proprio il capogruppo DC sollevi questo problema, dal momento che fu proprio lui a perorare la causa della San Marino Giochi. Al momento, si tratta di un processo alle intenzioni, non sono state fatte commissioni per episodi ben più gravi come la truffa long drink”. Maggioranza e opposizione concordi comunque sulla istituzione della commissione, che deve far luce sulle vicende legate all’apertura di una casa da gioco, ma resta il dubbio sulla veridicità dei documenti prodotti, sulla loro tempistica, per il segretario alla giustizia Ivan Foschi. Inevitabile l’accenno alla Giochi San Marino che - dice l’opposizione - "prospera tutt’ora nonostante le polemiche". Ma in generale sul gioco d’ azzardo "c’è stata una deriva dall’’88 a oggi – per la maggioranza - anni micidiali per il nostro paese, che hanno portato al minimo la nostra credibilità". Dai banchi della DC la critica sulla composizione della commissione: senza la dovuta rappresentanza del partito di maggioranza relativa. E proprio alla Democrazia Cristiana replica il segretario agli interni: “Non abbiamo dovuto accettare nessuna commissione, siamo stati noi a volerla”. In chiusura è stata istituita con 49 voti favorevoli e 6 contrari. Approvato l’ordine del giorno dei Popolari per la solidarietà al Papa, respinto, invece, l’ordine del giorno per la salvaguardia della fauna selvatica, presentato dalla maggioranza (29 no e 26 si). Il dibattito in aula riprende sulla relazione della commissione di vigilanza per il 2005. Dai consiglieri, la richiesta di un codice deontologico per la professione giornalistica, il riconoscimento per gli lavora in questo campo, e l’invito alla televisione di stato a seguire di più le espressioni culturali e associazionistiche, nonché lo sport in tutti i suoi aspetti. Anche alla commissione di vigilanza, l’opposizione chiede un maggiore controllo. Il Dibattito si è poi chiuso con il progetto di legge di iniziativa popolare per la riforma elettorale, in prima lettura e che non viene assegnato ad alcuna commissione per l’esame in sede referente.
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