Dal Consiglio la modifica alla normativa degli assegni familiari
Un consenso bipartisan, senza eccezioni. L’applauso finale, dell’assemblea consigliare, ha salutato l’entrata in vigore di una normativa concertata, che punta ad intervenire in modo mirato nelle situazioni di disagio, abbandonando la logica dei provvedimenti a pioggia. La legge si muove su due binari paralleli.
Da una parte è stata decisa una rivalutazione generalizzata del 5% degli assegni familiari. Può sembrare un incremento inadeguato visto che dal 2005 la quota non veniva toccata. Al contempo, però, è stato aumentato notevolmente lo sforzo economico a copertura degli assegni familiari integrativi: quelli – per intenderci – a sostegno delle fasce di popolazione con maggiore difficoltà.
Alcuni dati possono essere utili a chiarire la situazione precedente. Nel 2007 l’importo delle erogazioni statali, per gli assegni familiari, era vicino agli 11 milioni di euro; solo 725.000 euro – invece – furono stanziati per gli assegni integrativi. Ora, l’articolo 2 della normativa, introduce nuove fasce di reddito, allargando sensibilmente il numero dei fruitori dell’assegno integrativo; il cui importo è inoltre maggiorato in una serie di casi: in presenza di una persona a carico - maggiore di 16 anni - impegnata negli studi, in caso di nucleo familiare monogenitoriale o nei casi di figlio a carico di età fino a 3 anni.
L’articolo 5 estende poi i benefici del decreto relativo agli assegni familiari a favore della donna lavoratrice nel corso del periodo di aspettativa post-partum.
Gianmarco Morosini