E’ la maggioranza ad aprire il dibattito sulla vicenda Chalet, con un ordine del giorno in cui si chiede al Magistrato dirigente un riferimento all'Aula sulle risultanze processuali – anche in fase istruttoria – entro il 31 maggio. E’ un dovere istituzionale accertare le responsabilità politiche, sottolinea Valeria Ciavatta. Non vogliamo dare l’impressione di rimandare questo impegno sine die. Cittadinanza Attiva, chiede invece una commissione di inchiesta e Alessandro Rossi racconta meccanismi che hanno prodotto una metastasi sociale e il degeneramento delle istituzioni. La Repubblica, ricorda, ha nominato rappresentanti diplomatici personaggi come William Colombelli che, in un ufficio con un solo dipendente faceva fatture false per 10 milioni di euro. E la responsabilità, sottolinea, è un po’ di tutti: maggioranza e opposizione. Dobbiamo riprenderci la nostra dignità e isolare la classe dirigente - politica e non - che si è resa responsabile di quel sistema. Non ci sto, dice Maria Luisa Berti di Noi Sammarinesi, a fare di tutti i politici dei collusi e a generalizzare la critica verso il corpo diplomatico. Puntualizzazioni condivise da Matteo Zeppa di Rete che, sulla vicenda Chalet, ribadisce la necessità di lasciar lavorare i magistrati e il tribunale. La maggioranza ha scelto una strada equilibrata, commenta Mario Venturini. In questo momento le indagini di una commissione di inchiesta rischiano di impantanarsi nel segreto istruttorio. Meglio aspettare qualche mese. E a chi si chiede cosa non ha funzionato il consigliere di Ap ricorda che, nel periodo massimo della “San Marino da bere” la Repubblica era diventata una macchina da soldi. Negli anni 2003-2006, l'opposizione contava 12 consiglieri contro 48. I cittadini, dice, sono stati corresponsabili e continuavano a votare in massa certi personaggi. Nessuno, per il Segretario alla sanità, può arrogarsi il diritto di giudicare chi è giusto e chi no. La politica, dice Mussoni, deve assecondare la giustizia e fare emergere gli illeciti con l’aiuto del tribunale. Marco Podeschi, dell'Upr, ricorda che Colombelli è stato presentato dalla stampa italiana come “sedicente console a disposizione”. Il nostro problema, sottolinea, è reputazionale. Abbiamo professionisti in gamba ma c'è chi, negli anni, ha continuato a viaggiare per il mondo con il passaporto diplomatico di San Marino. I politici del conto Mazzini sono sempre gli stessi più uno, afferma Roberto Ciavatta di Rete. In quest'Aula non ci sono solo nella forma. Tutti sappiamo a chi sono andati i loro voti. Non si può dire che questo è il governo della svolta. Il segretario della dc richiama alla responsabilità e invita i capigruppo a cercare una sintesi sui due ordini del giorno. La politica deve fare buona politica e il tribunale il suo lavoro. Marco Gatti chiede rispetto per chi è fiero di portare nel mondo il nome di San Marino in un momento difficile. Altrimenti, chiede, chi ci metterà più la faccia, anche in politica? Solo chi vuole portare avanti interessi particolari. Durissimo l'intervento di Gian Nicola Berti ma, questa volta, verso il Collegio Garante. In una sentenza, dice, il massimo organo giurisdizionale della Repubblica dimostra di non conoscere le leggi sammarinesi. Stiamo nominando persone autorevoli ma non basta essere professori di diritto internazionale, bisogna conoscere l'ordinamento di San Marino. Modifichiamo, chiede, le norme sul reclutamento dei membri del Collegio Garante perchè io non voterò più soggetti di questo tipo.
Sonia Tura
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