Consiglio: non passa la sfiducia; 33 voti contrari, 22 a favore
“Si sfiducia il presente per ridare fiducia al passato”. La frase di Simone Celli diventa lo slogan della maggioranza che si schiera compatta al suo fianco. L'opposizione invece vede, proprio in Celli, un passato che torna. “Atto strumentale contro tutto il Governo” - come accusa Adesso.sm o “mozione dovuta” come sostiene la minoranza? E' muro contro muro: la sfiducia non passa per 33 a 22. Un passo indietro: “Il Segretario alle Finanze – accusa Pasquale Valentini in apertura di lavori - ha disatteso deliberati del Consiglio avallando decisioni oltre il limite dei suoi poteri”: non sostituendo Romito, approvando il passaggio di Asset senza i risultati di Aqr e Centrale Rischi, sorvolando sull'ordinanza del tribunale e mettendo Banca Centrale sullo stesso piano della magistratura. Si addebita a Celli anche l'assenza di posizioni sulle “inopportune dichiarazioni del direttore Savorelli”. Il Segretario alle Finanze è provato: si dice addolorato ma non sorpreso. “Tutto rientra – spiega – in una campagna d'odio portata avanti al grido “vogliamo la testa di Celli”, segnale di imbarbarimento del dibattito politico. Mette in guardia dal tentativo di restaurazione. Giuseppe Morganti punta il dito anche contro “quelle componenti sociali che hanno prosperato nel vecchio sistema e che hanno scelto di stare dalla parte sbagliata. “Non è mai successo – afferma - che una manifestazione sindacale si facesse contaminare dalla presenza dei partiti”. Rete chiede di non mistificare parlando di restaurazione. “Scendiamo in piazza – dice - contro il debito pubblico”. Durissimo Matteo Zeppa. Sette Segretari di Stato – ricorda - si sono arrogati il diritto di scelte epocali sulla testa di migliaia di cittadini”. Definisce Banca Centrale “l'ottava segreteria ombra”. “Celli – dice - è alla ricerca di un fantomatico nemico ma per trovarlo basta che si guardi allo specchio”. Voce fuori dal coro quella di Lorenzo Lonfernini: rispettiamo l'autonomia di Bcsm – dice - ma ne pretendiamo l'assunzione di responsabilità fino alle logiche e inevitabili conseguenze”. Dai Segretari di Stato piena solidarietà e vicinanza al responsabile delle Finanze. I suoi atti sono stati condivisi, la mozione è una sfiducia a tutto l'Esecutivo – affermano Marco Podeschi e Guerrino Zanotti”. C'è confusione – aggiunge Nicola Renzi – fra compiti di vigilanza e linee di indirizzo politiche. Il Governo – ricorda – è intervenuto garantendo tutti i risparmiatori”. Anche Rf e Civico 10 attaccano un'opposizione che aizza la piazza, non accetta la sconfitta e ricordano le responsabilità di chi ha inquinato istituzioni e tessuto sociale. Ma quel passato – ribatte la minoranza - torna con forza proprio in Adesso.sm. “Lei Celli – lo incalza Denise Bronzetti – è l'esatta emanazione della Segreteria Finanze di Claudio Felici”, mentre Alessandro Mancini si concentra su un metodo autoritario che – afferma – alimenta lo scontro. Luca Santolini riporta l'attenzione al nodo della questione, vale a dire l'innegabile mancanza di dialogo. Ricorda l'Odg in cui si chiede di avviare il confronto su tutta una serie di temi. “Abbiamo fortemente voluto quel passaggio – ricorda – ma per dialogare occorre essere in due”.
Sentiamo i protagonisti: Simone Celli Segretario Finanze, Francesco Mussoni, Pdcs, Giuseppe Maria Morganti, Ssd
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