Consiglio, la politica chiede un nomina condivisa per il sostituto di Reggia
Il memorandum di intesa tra Banca d’Italia e Banca Centrale è ormai preistoria. E’ questo il principale elemento di novità fornito dal segretario di Stato per le Finanze che ha aperto l’ultimo dibattito consiliare dedicato a Banca Centrale. “I rapporti italo-sammarinesi si sono congelati e - ha aggiunto Pasquale Valentini - tutti sappiamo che Banca d’Italia ha mal digerito la sfiducia a Caringi e le conseguenti dimissioni di Bossone e Papi”. Un passaggio sottolineato dall’opposizione come un’ammissione di responsabilità del Governo. I termini del Memorandum d’intesa tra Banca d’Italia e Banca Centrale “dovranno essere ridefiniti e chiariti all’interno di un quadro di rispetto reciproco che oggi ancora non c’è”. Rispondendo a un ordine del giorno, a firma del Psd, Valentini spiega all’Aula che l’accordo tecnico tra Bankitalia e Bcsm sul Memorandum d’Intesa era già stata raggiunto e sottoscritto. Ma ora la fuga di notizie sulla vicenda SMI indispone la controparte sammarinese. “Se pensate alle vicende degli ultimi giorni - manda a dire Valentini - come l’Italia intende la collaborazione non ci trova certamente consenzienti”. Il segretario alle Finanze punta il dito contro “il terrorismo mediatico” che “va fuori da ogni collaborazione”, sottolinea che nell’elenco di 1.200 nominativi, “nessuno è indagato”. Queste persone sono state trattate dai giornali come fossero dei delinquenti, quando “l’unico loro torto è quello di aver avuto dei rapporti con degli istituti sammarinesi”. La cosiddetta collaborazione in questo frangente “sta avvenendo totalmente a discapito di una disponibilità che San Marino sta offrendo”. E’ inaccettabile per il responsabile delle Finanze che, nello stesso momento il Titano offre la massima collaborazione, è indicato come un luogo da cui prendere le distanze”. In questo modo “oltre a impedire il percorso di trasparenza intrapreso l’atteggiamento italiano si traduce in una perdita di diritto delle persone, ma anche nel discredito delle nostre istituzioni”. Tutti sottolineano la necessità di recuperare fiducia in Banca Centrale ma i percorsi e le analisi divergono. Per l’opposizione il Governo non ha progetti, non ha ancora capito le dimensioni della crisi che ha investito il Paese, non ha saputo gestire negli ambiti consentiti alla politica la rogatoria SMI. “L’elenco di prescrizione - ha sottolineato Giuseppe Moranti - lo ha pubblicato Il Giornale, di proprietà del Presidente del Consiglio”. Bene la collaborazione ma qualcosa deve essere sfuggito dalle mani di chi ha gestito questo delicato passaggio, perché vedere pubblicati nomi di persone non indagate è molto grave. Giovanni Lonfernini dei DdC invece chiesto di sapere a che punto è l’esposto presentato alla magistratura sulle ingerenze e pressioni di Alfa e Beta denunciate da Bossone e Papi. “Soprattutto - sottolinea la minoranza - non c’è ancora una candidatura per il nuovo presidente, mentre è indispensabile individuare una persona autorevole che possa far recuperare credibilità all’Istituto, in accordo con tutte le forze politiche”. “San Marino - conferma Pier Marino Menicucci - adesso ha un solo interesse: ripristinare il rapporto migliore con Banca d’Italia”. La nomina del Presidente di Banca Centrale è di interesse dello Stato. “Tutta la politica deve partecipare e - aggiunge il leader degli Eps - dobbiamo trovare una condizione per arrivare a questo”. Aggiusta il tiro dopo le ultime polemiche Gian Nicola Berti che invita a intervenire su Banca Centrale valutando risorse e risultati e garantendo una indipendenza maggiore alla vigilanza e all’AIF.
Sonia Tura
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