Consiglio. Riprende dibattito sulla ratifica degli accordi con l’Italia
Il Segretario agli Esteri ricorda la partenza in affanno e sottolinea, "grazie ai provvedimenti varati dal Governo e dal Consiglio, abbiamo superato una crisi legata alla mancanza di fiducia nella capacità delle istituzioni sammarinesi di andare a incidere sulle distorsioni presenti nel Paese". Un lavoro durato 3 anni, sottolinea. Con Aif, Clo e Ufficio di controllo delle attività siamo riusciti a ricostruire un clima di fiducia. Ma indietro non si torna, ripete Antonella Mularoni. “Non si pensi che una volta arrivati nella white list italiana si possa rifare quello che facevamo prima. Non sarebbe tollerato”. Per nulla ottimista sui tempi della ratifica, il capogruppo del Psd Claudio Felici. Dalla nota della Farnesina, ha detto, emerge un clima freddo, un low profile. L’Italia si fida relativamente. E Felici chiede se è pronto il memorandum di intesa con Banca d’Italia che, ai tempi del defenestramento di Banca Centrale, afferma, si sta per firmare. Ben venga lo spirito positivo, commenta il segretario del Psrs, ma non fermiamo al gaudio. Simone Celli rimarca la complessità della crisi economica e sociale, e chiede risposte urgenti a partire dal settore bancario. Sono passati 5 giorni dalla firma, sottolinea il capogruppo di Ap Roberto Giorgetti. E’ un po’ presto per battere i pugni sul tavolo e chiedere già i risultati. Preoccuparsi per il futuro va bene, ma San Marino non è un cumulo di macerie. Abbiamo una economia ancora in piedi, ribadisce, dopo avere affrontato una crisi internazionale nel modo peggiore. Il percorso, rimarca il capogruppo di Sinistra Unita Ivan Foschi, inizia con la legge antiriciclaggio che risale alla precedente legislatura, così come Aif e Clo. Ma queste cose, sottolinea, sono state volute solo da metà dell’Aula, non da tutti il Consiglio, come i provvedimenti presi in questa legislatura. Foschi vede un eccesso di lentezza, troppi scrupoli e diffidenze. Non c’è bisogno di Gabriele Gatti, dice, per sapere che le cose non vanno bene nel mondo economico ma se in passato avesse avuto la stessa franchezza sul rapporto con l’Italia e sulle tutele politiche di certi faccendieri, conclude, forse avremmo risolto prima tutti i problemi. Il Segretario di Stato per le finanze invece sottolinea il clima registrato a Roma. Il governo italiano, dice Pasquale Valentini, riconosce i passi per la ripresa di una collaborazione fattiva. E’ la premessa, aggiunge, per il memorandum di intesa tra le due banche centrali. Non interviene, nonostante iscritto, Gian Nicola Berti di Noi Sammarinesi, per reazione “allo scurrile comunicato di Alleanza Popolare che dimostra con quanta fatica si è lavorato per riuscire a raggiungere questi risultati”. L’Upr ricorda che la firma si è raggiunta perché in Aula sono stati portati strumenti legislativi votati dal 90% dei consiglieri e dalla totalità delle forze politiche. Pier Marino Menicucci invita a valutare due aspetti: la piena efficacia dell’accordo e l’uscita dalla black list. Quando si saranno integrati, sottolinea, potremmo dire di essere arrivati alla piena normalizzazione dei rapporti italo-sammarinesi. Doppia soddisfazione per Fabio Berardi. Era Segretario agli Esteri nel 2006 quando si mancò di un soffio la firma con il ministro Fini. "Non mi avete mai sentito recriminare in quest’Aula", dice. "Ho attutito il colpo di quella che non è stata una sconfitta personale ma del Paese. Anche in questa legislatura, aggiunge, ci ho creduto, ma c’è ancora tanto da fare all’interno e con il governo italiano". E un riconoscimento al lavoro fatto da Marco Arzilli arriva da Giuseppe Morganti del Psd. Abbiamo seguito, dice, il suo intervento sui passi realizzati nel controllo dell’economia del Paese. Due anni fa questo non c’era ed è stato fondamentale per il recupero di credibilità.
Sonia Tura
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