Consiglio: il saluto dei Capitani Reggenti
Signori Segretari di Stato,
questo tradizionale indirizzo di congedo dalla presidenza del Consiglio Grande
e Generale, vuole essere oggi non tanto e non solo la conferma di una consuetudine, ancorché doverosa e sentita, quanto l’occasione per sottolineare alcuni aspetti che ci stanno molto a cuore.
Siamo a conclusione di un semestre non certamente facile, conseguenza della
complessa situazione di criticità che vive il Paese e che inevitabilmente si riflette sulla attività delle istituzioni che in primis hanno il dovere di affrontarla.
In questo semestre il Consiglio Grande e Generale ha dovuto prendere in
esame prioritariamente provvedimenti finalizzati alla messa in sicurezza del nostro bilancio e del nostro sistema finanziario, tesi a superare le condizioni di difficoltà che tanta apprensione suscitano ancora nella popolazione.
Il confronto politico su questi temi di massima attualità e di diffusa
preoccupazione ha inevitabilmente alzato i toni del dibattito che spesso purtroppo hanno oltrepassato i limiti di una corretta – seppure accesa – dialettica democratica, sfociando in un attacco alle Istituzioni non giustificabile e soprattutto non costruttivo.
Nel nostro discorso di inizio semestre in quest’Aula avevamo formulato
l’auspicio che i lavori di questa Assemblea potessero sempre svolgersi in un clima di reciproco e assoluto rispetto e di confronto civile.
Avevamo altresì sollecitato l’impegno di tutti a difendere l’onorabilità
del Consiglio Grande e Generale e di tutte le nostre Istituzioni, nella consapevolezza che chi ha l’onore - e l’onere - di rappresentare i nostri cittadini, deve garantire costantemente ed in ogni contesto, con la correttezza e la trasparenza dei propri comportamenti, l’autorevolezza di questa Aula e di tutti gli organi del nostro Ordinamento.
Purtroppo è con rammarico che abbiamo constatato che la conflittualità, a tratti esasperata, si è riversata anche sulle Istituzioni - incoraggiando sentimenti di disaffezione e sfiducia verso le stesse e non risparmiando nemmeno la
Suprema Magistratura dello Stato.
Se non abbiamo voluto dare seguito ad episodi di contestazione pubblici rivolti nei nostri confronti è stato proprio per non esacerbare una conflittualità sociale che le istituzioni per prime sono chiamate a non alimentare. Non ci saremmo però aspettate il pressoché totale silenzio di quest’Aula rispetto a tali comportamenti.
Se gli attacchi – anche feroci – sono tollerabili e giustificabili nell’agone politico, non uguale comportamento dovrebbe essere consentito nei confronti della Reggenza, organo sempre – e sottolineiamo sempre – super partes.
Giova ancora una volta ricordare che i Capitani Reggenti partecipano alla
organizzazione e in parte all’esercizio delle funzioni attribuite ai poteri primari dello Stato ma non alle determinazioni delle scelte e alle decisioni di ciascuno di detti organismi. La Reggenza ha una funzione propria di garanzia per assicurare il corretto equilibrio tra i poteri costituzionali: pertanto l’obbligo di mantenere posizioni di imparzialità non può e non deve essere inteso come incapacità di comprendere i reali problemi del Paese né disinteresse nei confronti dello stesso.
Come più volte ribadito, siamo ben consapevoli delle difficoltà che sta attraversando la nostra Repubblica e per compito e ruolo abbiamo sempre cercato di interpretarne pienamente l’apprensione.
Spesso, tuttavia, l’esercizio delle nostre attribuzioni – così come il nostro
alto mandato prevede – è stato oggetto di strumentalizzazione per ingenerare il
sospetto di insensibilità e discrezionalità. Ci riferiamo, ad esempio, al richiamo
all’osservanza del Regolamento e delle corrette procedure istituzionali.
Sappiamo tutti che il vigente Regolamento Consiliare non risponde più alle
mutate esigenze dell’Aula: ma fino a quando non verrà modificato è questo che va applicato. Auspichiamo piuttosto che il testo della riforma, già presentato in prima lettura in questo semestre, possa essere approvato nel prossimo.
Confidiamo che al riguardo si possa raggiungere un’unanime condivisione
di tutte le forze politiche, trattandosi delle cosiddette “regole del gioco” alla cui
osservanza sono tenuti tutti i membri del Consiglio Grande e Generale, siano essi di maggioranza o di opposizione.
Ci sia consentito raccomandare – dunque – il raggiungimento di soluzioni
il più possibile unanimi e, allo stesso tempo, di risultati certi e celeri perché, se è vero che il Regolamento Consiliare è atto interna corporis e dunque - dovendo disciplinare l’attività dell’organo - è opportuno che sia condiviso dai componenti dello stesso, è anche vero che il Regolamento serve innanzitutto a garantire la massima funzionalità del parlamento: il non introdurre norme che ne rendano maggiormente proficui i lavori significa intralciarne la funzione e l’operatività e dunque impedire allo stesso il pieno svolgimento delle attribuzioni costituzionalmente previste e in ultima istanza l’interesse del Paese. La capacità delle forze politiche e delle istituzioni di rappresentare le aspettative dei cittadini ed il bene della comunità è prima di tutto dimostrata dalla produttività dei lavori consiliari, premessa indispensabile per una gestione efficiente della cosa pubblica, e dalla corretta dialettica parlamentare e politica, quale interprete delle diverse esigenze ed opinioni che emergono dalla società.
Questa è, in sintesi, l’essenza della democrazia che trova la sua ragione
d’essere proprio nell’attività e nei doveri delle istituzioni pubbliche a cominciare dal Consiglio Grande e Generale.
Confidiamo pertanto nella piena disponibilità di tutti Voi per il raggiungimento – finalmente – di questo obiettivo.
Signore e Signori Consiglieri
Signori Segretari di Stato
i nostri richiami e le nostre raccomandazioni non vogliono tuttavia
sottovalutare le difficoltà che oggettivamente tutti i rappresentanti delle Istituzioni - e quindi anche Voi tutti – sono chiamati ad affrontare, trovandosi tra le legittime istanze dei cittadini - in questo momento storico particolarmente gravi e incalzanti – e le dinamiche politiche e democratiche; dinamiche che non sempre riescono a trovare soluzioni sollecite e soprattutto che soddisfino le attese di tutti, ma che richiedono la disponibilità al dialogo, al confronto e necessariamente la mediazione.
Quello che ci sentiamo di sollecitare è che le contingenze non facciano scemare
il vostro senso di responsabilità, non offuschino la dignità dell’Alto ruolo che ricoprite e non compromettano lo spirito di collaborazione e la ricerca della condivisione, elementi questi imprescindibili - soprattutto in un momento come questo – per dare risposte adeguate al Paese.
Quando da entrambe le parti – maggioranza e opposizione, Governo e
Parlamento – c’è la disponibilità al confronto, i risultati si raggiungono o comunque la conflittualità su determinati provvedimenti si supera.
E tanti sono i provvedimenti che dovranno essere adottati con l’apporto corale
di tutto il Consiglio, per dare riscontro alle tante questioni che agitano il Paese.
Provvedimenti che dovranno imprimere un’accelerazione al rilancio
economico del Paese e creare nuove, preziose risorse per la comunità.
Provvedimenti a tutela delle fasce più deboli, di tutti coloro che, in questi anni,
hanno subito le pesanti conseguenze di una lunga e grave fase di recessione e che assicurino condizioni di maggior uguaglianza ed equilibrio tra i cittadini e le diverse componenti della società.
Provvedimenti di riforma del lavoro e dell’attuale sistema pensionistico e
previdenziale per dare la stessa dignità e gli stessi diritti ai lavoratori, sia del settore pubblico sia di quello privato.
Questi solo per citarne alcuni tra i più importanti. Siamo consapevoli che il merito delle risposte ma anche i tempi e modi delle risposte possono generare distanza ed incomprensione e ciò vale ancora di più per le soluzioni attese con maggior urgenza. Ma se il confronto sarà aperto, senza sterili protagonismi e posizioni preconcette sicuramente i risultati potranno essere raggiunti.
Confidiamo sul contributo e la disponibilità di tutti: della opposizione a non
assumere atteggiamenti di pregiudizio e del Governo e della maggioranza di saper coinvolgere concretamente l’opposizione.
In questo nostro messaggio di saluto desideriamo altresì riservare alcune
considerazioni per la Magistratura. Il terzo potere dello Stato.
Abbiamo avuto modo in più occasioni di sottolinearne il ruolo determinante
nel percorso virtuoso intrapreso da San Marino e richiamiamo le espressioni di
fiducia e stima che anche questo Consiglio ha indirizzato ad essa per l’azione portata avanti e che ha contribuito a ridare credibilità al nostro Paese e a rinsaldare l’indispensabile rapporto di fiducia tra cittadini e giustizia e tra cittadini e Istituzioni.
Nel ribadire il nostro apprezzamento alla Magistratura e il pieno sostegno
alla sua azione, sollecitiamo questo Consiglio e le Istituzioni tutte, nell’ambito delle rispettive competenze, ad assicurare le condizioni di autonomia, indipendenza e responsabilità, necessarie ai giudici per espletare il proprio gravoso e delicato compito di ricerca della giustizia e della verità processuale, con la dovuta fermezza e la necessaria serenità d’animo.
Prima di concludere desideriamo soffermarci su due iniziative che
abbiamo inteso promuovere in questo semestre.
La prima “Nove storie: una sola identità di Popolo” vede coinvolte tutte le
Giunte di Castello ed è finalizzata a valorizzare le peculiarità del nostro territorio e delle sue tradizioni. Iniziativa che ha visto la partecipazione attiva ed entusiasta delle realtà locali e dei nostri concittadini e che non si concluderà con il semestre ma che, in virtù dell’ordine del giorno promosso coralmente dai Gruppi Consiliari e approvato all’unanimità nella scorsa sessione consiliare, avrà un seguito anche in futuro con una giornata annuale appositamente dedicata. Il prezioso contributo delle Giunte di Castello a questa iniziativa ha dato la possibilità di rafforzare il senso di appartenenza di un unico popolo, di una società che si evolve senza però dimenticare la propria storia e le proprie radici.
La seconda iniziativa è legata alla campagna “NO HATE SPEECH”,
promossa dal Consiglio d’Europa per diffondere una nuova cultura sui pericoli
dell’odio e dell’intolleranza in tutte le sue forme e combattere tutti quei
comportamenti che li fomentano.
Abbiamo ritenuto importante coinvolgere in questa iniziativa gli studenti di tutte le scuole sammarinesi affinché si facciano essi stessi interpreti di questo messaggio e promotori di una nuova sensibilità e di un circuito virtuoso di
azione contro l’odio in tutte le sue forme. Coinvolgere attivamente gli studenti
significa interessarsi al loro punto di vista, alle loro istanze in merito e, soprattutto, responsabilizzarli, con l’auspicio che il loro lavoro possa coinvolgere anche quest’Aula consiliare.
Signore e Signori Consiglieri
Signori Segretari di Stato,
è stata per noi questa una esperienza molto impegnativa ma anche una grande
soddisfazione. Ringraziamo dunque il Consiglio per l’Alto privilegio accordatoci
nell’eleggerci alla Suprema Magistratura dello Stato.
L’onore di ricoprire questo incarico è difficilmente descrivibile, tanto più
tenuto conto del significato storico che questa Reggenza, tutta al femminile, ha
rappresentato; proprio per questo, non possiamo nascondere l’ulteriore motivo di orgoglio di essere state – concedeteci il termine - le prime protagoniste di questo importantissimo traguardo per il Paese nel percorso verso una sempre più affermata parità di genere.
Consapevoli delle tante aspettative legate al nostro mandato e al nostro
operato, anche in virtù della particolare connotazione di questa Reggenza,
auspichiamo che tali aspettative non siano state disattese. Auspichiamo altresì che il raggiungimento di questo risultato concreto verso una maggiore rappresentatività di genere renda consapevole l’Aula di aver segnato un’ulteriore tappa fondamentale della propria storia democratica.
Abbiamo sempre cercato in questi sei mesi di adempiere con spirito di servizio
al nostro ruolo super partes a garanzia dell’ordinamento costituzionale e di
presiedere, con giusto equilibrio e nel pieno rispetto delle regole e di tutte le forze politiche qui rappresentate, i lavori di questa assemblea.
Nel passare il testimone ai Capitani Reggenti eletti – Matteo Fiorini ed Enrico
Carattoni – formuliamo Loro, unitamente alle più vive felicitazioni, i migliori auspici per l’impegnativo compito che li attende, certe che sapranno adempiervi con Alta responsabilità e senso dello Stato.
Ringraziamo infine l’Ufficio di Segreteria, l’Ufficio Segreteria Istituzionale,
tutti i suoi funzionari, gli operatori istituzionali, il personale di Palazzo Pubblico e
l’infaticabile ed insostituibile Dirigente, Avv. Giovanna Crescentini che, con grande efficienza, competenza e preparazione ci hanno supportato in questi mesi; ringraziamo altresì il Cerimoniale dello Stato ed il Suo responsabile, Dott.ssa Silvia Berti che, con la sua presenza discreta e professionale, ha saputo organizzare i più importanti momenti istituzionali; ringraziamo inoltre il Magistrato Dirigente, Uditore della Reggenza, la Guardia del Consiglio e tutti i Corpi Militari, per la preziosa opera di supporto svolta in questo semestre, mostrando attaccamento e dedizione verso l’Istituto della Reggenza e più in generale verso le Istituzioni della Repubblica.
A tutti voi, Signore e Signori Consiglieri e Signori Segretari di Stato, il
nostro più cordiale saluto unito all’augurio di buon lavoro.