Consiglio: il saluto della Reggenza nella prima sessione del semestre
INDIRIZZO DI SALUTO
DELLE L.L. E.E. GIAN FRANCO TERENZI E GUERRINO ZANOTTI
IN OCCASIONE DELLA PRIMA SESSIONE CONSILIARE DEL SEMESTRE
In questa prima seduta consiliare da noi presieduta, desideriamo rivolgere a Voi tutti, Onorevoli Consiglieri e Onorevoli membri del Congresso di Stato, un cordiale saluto unitamente all’auspicio, particolarmente sentito, che questa Aula possa essere sede di un confronto costruttivo e leale e di azione urgente e concreta a favore del Paese, fra i Consiglieri e fra tutte le forze politiche rappresentate.
Cercheremo di assolvere al meglio il nostro impegnativo compito quali supremi garanti delle Istituzioni e del corretto funzionamento degli organi costituzionali,
adoperandoci per rappresentare, in questo momento di criticità, un sicuro punto di
riferimento per la nostra intera popolazione, oggi più che mai bisognosa di sostegno e nuove prospettive di sviluppo.
Di fronte all’emergere, in tutta la loro ampiezza e gravità, di quei fenomeni distorsivi che hanno così pesantemente condizionato la storia recente e l’immagine della nostra Repubblica, saremo garanti del percorso intrapreso dalla Magistratura per accertare la verità e per individuare ogni responsabilità in merito. Parallelamente al sostegno di tale imponente e necessario lavoro di bonifica, siamo altrettanto vigili e proattivi nel sorvegliare e sostenere l’azione dell’esecutivo che va orientata verso un nuovo sviluppo economico del Paese.
Oggi ci rendiamo interpreti dei sentimenti di forte preoccupazione che in questi momenti vive la nostra popolazione per la situazione di difficoltà e precarietà di tante famiglie, per le incertezze e le incognite che pesano sul nostro futuro in un contesto di perdurante crisi economica e finanziaria a livello internazionale.
Rivolgiamo pertanto un appello accorato a quel senso di responsabilità cui, senza alcuna distinzione di appartenenza politica, con il mandato consiliare siete stati
chiamati dalla nostra gente.
Vi chiediamo di avere sempre a cuore nel vostro agire le sorti della nostra Repubblica, con la consapevolezza che il Paese ha bisogno di ricevere da tutti noi un messaggio di fiducia e una dimostrazione di coesione e di azione forte ed incisiva per superare l’attuale, grave condizione economica ed occupazionale.
Auspichiamo pertanto che il dialogo che si svolge in questa aula, nel pieno rispetto della dialettica democratica, sia costruttivo, senza polemiche sterili e astiose, finalizzato a risolvere i problemi più impellenti piuttosto che a cercare un facile consenso.
Saremo, in questo senso, particolarmente attenti ad accogliere il Vostro contributo e le vostre proposte per ottimizzare i lavori consiliari, ma altrettanto fermi nell’ostacolare ed impedire perdite di tempo.
Negli ultimi anni sono stati adottati provvedimenti di rilievo, che hanno richiesto sacrifici alla nostra popolazione, ma necessari per dare stabilità ai nostri conti
pubblici. Sono stati effettuati interventi a sostegno di progetti di sviluppo economico, per aumentare la competitività e l’attrattiva del nostro sistema Paese. Fondamentale, in questo senso, è il riconoscimento che San Marino ha ottenuto dai più importanti organismi internazionali, punto di partenza per un nuovo modello di sviluppo, più solido e trasparente.
Le vicende di questi giorni non devono rallentare l’azione dell’esecutivo che deve impegnarsi con decisione, fermezza e celerità per compiere quell’ulteriore scatto in avanti necessario per non limitarsi a garantire la stabilità del nostro bilancio, ma per riuscire anche ad incrementare le entrate. Non è, infatti, rassicurante una gestione che non riesca a prospettare fondi e risorse per infrastrutture e per quegli investimenti che possono creare nuovi posti di lavoro. Non possiamo altresì pensare che anche in futuro continui ad esserci a bilancio lo stanziamento consistente di svariati milioni di euro destinati agli ammortizzatori sociali e alla previdenza, indicatori di un problema occupazionale che ha raggiunto dimensioni assolutamente preoccupanti per la nostra realtà.
L’autonomia che da sempre contraddistingue la nostra identità di antico stato sovrano è sempre stata difesa nel corso della storia; oggi più che mai l’esecutivo è
chiamato a riaffermare tale sovranità impedendo che il suo popolo possa “perire” di fronte a spinte esterne così distruttive; l’esecutivo è chiamato a riprendere le redini del controllo e a difendere la popolazione garantendo nuova ricchezza, rinnovato benessere, nuove e limpide opportunità di sviluppo.
Non è un compito facile, ma è quanto mai urgente intervenire. Ci appelliamo
all’esecutivo, affinché, nonostante la situazione di emergenza, non limiti la propria attività alla gestione dell’ordinaria amministrazione, ma, con visione d’assieme, sappia far fronte comune a sostegno di progetti ed iniziative che portino al rilancio del nostro sistema produttivo e degli investimenti, facendo leva sui punti di forza del nostro sistema, con un’attenzione alla compatibilità e sostenibilità per il Paese.
Le incertezze e le preoccupazioni che caratterizzano ogni fase di transizione –
cui si aggiunge lo sconcerto suscitato dalle recenti vicende giudiziarie - non possono farci dimenticare la presenza di realtà di grande laboriosità e professionalità, di energie e capacità che fanno onore al nostro Paese, così come il rispetto e la considerazione che la nostra Repubblica riscuote all’estero, da parte delle Organizzazioni e Istituzioni internazionali, in virtù della sua storia, delle sue antiche istituzioni democratiche e del suo più autentico patrimonio di valori.
Riteniamo pertanto di dover sollecitare l’apporto costruttivo di tutti i cittadini
e della società civile, nelle sue varie forme di aggregazione, perché possano contribuire attivamente con le loro capacità, potenzialità e professionalità ad una prospettiva di rinnovata crescita economica e sociale per la nostra comunità.
Il problema della disoccupazione - che resta la preoccupazione più assillante per tutti noi – ci rimanda ad una riflessione sulle famiglie e sui nostri giovani che oggi si trovano a vivere in un contesto in cui la realtà rischia di essere sempre più distante dalle loro aspettative. Nella difficoltà di comprenderli, diventa facile cadere nella tentazione di “lasciarli fare e lasciar correre”. Diventa, al contrario, doveroso da parte nostra seguirli, capirli, e sostenerli in questa delicata fase della loro vita.
Dobbiamo “seguirli”, nella loro trasformazione, nelle loro scelte, nelle loro trasgressioni, per cercare di capirli e per essere in grado anche di saper dire “Non
condivido....”, convinti che “I NO AIUTANO A CRESCERE”, quando ben motivati e
Aveva ragione il saggio Presidente Sandro Pertini, amico della nostra Repubblica, quando diceva: “i giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo“.
E’ proprio così: sarebbe grave consegnare ai giovani una società sfiduciata, impotente, rassegnata, senza sforzarci di sostenerli in quella fiducia in se stessi e nelle loro capacità che vanno cercando, senza impegnarci per scoprire e valorizzare i loro talenti e le loro potenzialità.
Così crediamo debba avvenire nella vita politica: non è la “rottamazione” ad assicurare il giusto passaggio di testimone fra l’adulto e il giovane. Non è l’età a dover costituire l’unica variabile che giustifica la presenza nella vita politica. Sono invece l’avvicendamento e la combinazione della competenza e dell’esperienza con l’entusiasmo e lo sguardo innovativo di tanti giovani, a dover sostanziare la crescita di una comunità A San Marino abbiamo bisogno di un’alleanza tra generazioni con esigenze, prospettive e sensibilità diverse. Ed in tal senso, la presa di distanza dalla politica da parte di molti giovani deve preoccuparci e farci impegnare per favorire in tanti modi la loro partecipazione e il loro giusto protagonismo. Non ultimo, con l’esempio di una coerenza e trasparenza in tutti i nostri comportamenti.
Il futuro, anche professionale dei giovani, oggi è molto più incerto di ieri. Oggi
è necessaria la massima responsabilità e disponibilità delle parti sociali perché -
nell’intervenire in un mercato del lavoro profondamente mutato e caratterizzato da sempre maggior flessibilità nei percorsi lavorativi – sappiano sempre guardare alle sorti di queste generazioni prima che ai loro interessi.
Ma è necessario anche l’impegno dello Stato e delle Istituzioni per far sì che i
ragazzi non giungano a ritenere inutile lo studio e l’acquisizione di competenze. Un impegno che scuola, università e famiglia devono sostenere coralmente, dimostrando loro che conoscenza e competenza costituiscono, oggi più che mai, la più importante ricchezza di un cittadino e del suo Paese.
Per raggiungere questo obiettivo, invitiamo i giovani sammarinesi a guardare “oltre confine”, a conoscere il mondo, a realizzare scambi culturali e a confrontarsi con la diversità e con la prospettiva di un mondo ove i problemi hanno una dimensione sempre più globale.
In questa direzione, consideriamo il riordino ed il rilancio della nostra Università un importante presidio culturale ed un’importante risorsa e opportunità per il nostro Paese, che dobbiamo impegnarci a rendere sempre più attrattiva garantendone,
con il massimo rigore culturale e scientifico, autorevolezza e prestigio.
Dobbiamo essere pienamente convinti che creare oggi le condizioni per una piena realizzazione delle legittime aspirazioni delle giovani generazioni significa vincere
la sfida di garantire un futuro al Paese. Ma perché ciò avvenga, oltre alle necessarie politiche di sviluppo e di creazione di nuovi posti di lavoro, è indispensabile quel patto di solidarietà tra le generazioni nel quale è riposto quel senso di comunità di cui oggi intendiamo ribadire valore e necessità.
Gli anziani, risorse inesauribili di conoscenza e di esperienza, devono essere
coinvolti in un percorso di formazione ed innovazione che permetta loro di svolgere un ruolo attivo anche nel processo di rinnovamento della nostra società.
Dobbiamo riuscire a garantire un futuro dignitoso ai nostri giovani. A questo fine, è necessario il concorso delle generazioni che hanno avuto la possibilità di percorsi
di vita più favorevoli, grazie ad un’occupazione stabile, retribuzioni dignitose e pensioni, talora, di considerevole entità. Purtroppo non è più possibile offrire le stesse opportunità a chi si affaccia oggi al mondo del lavoro.
Ma non pensiamo sia giusto ed accettabile far ricadere esclusivamente sui giovani il costo del riposizionamento del sistema lavorativo e previdenziale.
Per garantire i diritti di tutti è indispensabile la responsabilità di ognuno di noi nel contribuire, ciascuno sulla base delle proprie potenzialità, al reperimento delle
risorse necessarie.
Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della promulgazione della “Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento
sammarinese”. Un’occasione, da parte nostra, per ribadire l’assoluta necessità che
l’azione della politica e delle Istituzioni sia sempre ispirata ai principi sanciti in questo importante testo legislativo così come nelle modifiche ed integrazioni apportate nel corso degli anni al fine di dare riconoscimento alle nuove istanze ed ai bisogni emersi a seguito dei mutamenti avvenuti anche nella nostra società.
L’auspicio è che la classe politica anche in futuro sappia cogliere le sollecitazioni che arrivano dalla collettività per rimuovere quegli ostacoli che ancora
sviliscono le legittime aspirazioni di nostri concittadini.
Il dibattito sui diritti non può limitarsi alla mera enunciazione. Così come in altri ambiti, San Marino sarà valutato sulla base dell’effettiva, quotidiana applicazione delle leggi emanate. Sapremo garantire che i principi sanciti dal nostro ordinamento si traducano in diritti reali a tutela della civile convivenza?
La giusta attenzione nei confronti del grave problema della mancanza di occupazione non può farci ignorare episodi di mancato rispetto dei diritti dei lavoratori che si verificano quotidianamente nel mondo del lavoro.
Proprio in questa sessione consigliare affronteremo l’esame di un progetto di legge a tutela delle lavoratrici, recependo un’esigenza che nasce dalle negative esperienze purtroppo vissute da numerose donne.
La crisi di sistema e la recessione hanno determinato, con la perdita di tantissimi posti di lavoro, anche la creazione di quello che, in passato, è stato definito un
“esercito di riserva”, ossia persone disposte ad accettare condizioni di lavoro inadeguate, favorendo, in molti casi, la triste pratica del lavoro nero.
Dobbiamo pertanto essere particolarmente vigili ed attenti affinché la crisi, oltre a causare disoccupazione, non peggiori anche le condizioni di chi, a fatica, riesce a
conservare un’occupazione. Tutelare questi fondamentali diritti esige lo sforzo di tutte le nostre Istituzioni, con la ferma convinzione di un impegno essenziale anche per salvaguardare i nostri livelli di civiltà.
La Pubblica Amministrazione svolge un ruolo importante in questo ambito così come nel processo di rinnovamento e ammodernamento della Repubblica.
Spesso, ed in particolare nei momenti più critici, il settore pubblico allargato, con i suoi dipendenti, è stato additato come principale causa dei problemi del nostro Paese, una sorta di “ capro espiatorio” di tutti i guai. Senza considerare affatto la funzione impropria, deleteria che per tanti anni è stato attribuita ad un apparato che- riteniamo – possa invece costituire un importante strumento al servizio della crescita economica del nostro Paese, qualora sia garantita crescita formativa, aggiornamento tecnologico e soprattutto una reale autonomia dalla politica.
Siamo convinti che per superare la fase di criticità che il nostro Paese sta ancora vivendo sia necessario un grande impegno da parte di tutti noi e della nostra intera collettività per recuperare appieno quel senso di comunità che significa
partecipazione e attenzione vigile nei confronti del governo della cosa pubblica,
superando la tentazione di anteporre i propri interessi a quelli del Paese ed evitando di violare i confini di quell’etica politica e di quella moralità che per tanti secoli ha connotato la nostra storia e identità.
A conclusione del nostro messaggio di saluto desideriamo ringraziare i nostri
predecessori, Valeria Ciavatta e Luca Beccari, che ci hanno aiutato nel compito di
assumere al meglio questo importantissimo mandato.
Onorevoli Consiglieri e Onorevoli Segretari di Stato, confidiamo nella vostra piena collaborazione così come nel competente sostegno dell’Ufficio di Segreteria e della Segreteria Istituzionale, affinché i lavori consiliari si possano svolgere al meglio, nell’interesse delle Istituzioni e del nostro Paese.
Con questo spirito auguriamo un buon lavoro a tutti.