Consiglio: Santolini e Carlini, "nessun bail-in"; Pedini Amati, "stigmatizziamo notizie false"; Mancini, "Paese sotto attacco"; Capicchioni e Tonnini, "attacchi dall'interno"
Nelle Comunicazioni domina il referendum. Opposizione, "il Governo non ha la maggioranza del paese", Maggioranza, "il sì non ha sfondato, non c'è stata la spallata"
Di banche, più precisamente della legge per la risoluzione delle crisi e a tutela della stabilità del sistema, hanno parlato questa mattina al Begni Governo, Banca Centrale, forze politiche, Sindacati e Anis. Torneranno a riunirsi a Palazzo assieme ad Abs. Si accelera quindi il confronto su un tema su cui lo scontro politico è sempre stato altissimo, ma che negli ultimi mesi, dopo il commissariamento del Cis, ha visto un cambio di passo, all'insegna della condivisione con il tramite di Banca Centrale. La legge è stata integrata e c'è chi spinge affinché venga depositata in tempi brevissimi per chiarire la questione bail-in evitando che circolino notizie fuorvianti. Legge che tra l'altro arriverà in Aula a fine mese in una seduta consigliare dedicata.
Oltre al Governo rassicurano in Comma Comunicazioni anche consiglieri di maggioranza ed opposizione. Il primo a farlo è Alessandro Mancini che parla di paese sotto attacco, di messaggi distorti veicolati dalla stampa italiana, “strategia del terrore per rendere il sistema ancor più vulnerabile”. Rassicura sulla tenuta del sistema. “Nessun bail-in, stiamo lavorando ad una legge che tuteli risparmiatori e correntisti e che non faccia sconti a chi ha promosso o è stato complice del dissesto finanziario”. Si associa Joseph Carlini, che invita la maggioranza ad una presa di posizione forte. Il bail- in, rimarca, non è contemplato nel pdl, richiesto – precisa - da chi sta gestendo la crisi del sistema”. Anche Luca Santolini stigmatizza le notizie apparse sulla stampa ricordando che Civico10 si è sempre dichiarato contrario alla possibilità del bail-in. “Non c'è questa possibilità e non appoggeremmo una richiesta di questo tipo”. “Ricostruzioni non corrispondenti alla realtà” anche per Marco Podeschi, che evidenzia il “positivo dialogo fra le forze politiche per trovare un equilibrio per una legge necessaria”. Rimarca il confronto serrato con il “fattivo e qualificato ruolo di Bcsm”. Evidentemente – aggiunge - gli istituti di credito guardano con interesse alle somme depositate nel nostro paese. Quando si parla di risorse economiche gli amici non ci sono”.
Giancarlo Capicchioni si dice convinto che gli attacchi nascano dall'interno. “Chi può trarne beneficio? Chi ha interessi notevoli in ambito bancario e finanziario e cerca di minimizzare le proprie difficoltà spostando l'attenzione su altri temi”. Li definisce “criminali”, parla di colpo di coda di chi vuole tutelare i propri affari o nascondere nefandezze. Teme le conseguenze: "Se i risparmiatori non si sentono sicuri – avverte – possono decidere di trasferire, come fatto in passato, le proprie risorse all'esterno. Invita quindi la politica a fare sistema. “Invece di recuperare quella parte di risparmi fuoriusciti continuiamo a dividerci e spararci l'uno contro l'altro”. Un appello rilanciato da Elena Tonnini che chiede a Governo e maggioranza di creare con l'opposizione un cordone in difesa del paese e di chi sta lavorando per fare emergere la verità, tutelare fondi pensioni e depositanti. “A chi fa gioco” - chiede - “creare panico e minare la fiducia?” Rassicura anche Federico Pedini Amati: “Nessuno vuole fare il bail-in, significherebbe per San Marino il fallimento istantaneo. Chiediamo una soluzione al caso Cis, per garantire depositanti e fondi pensione. E' di questo che ci stiamo occupando”. Critica con forza la diffusione di notizie che destabilizzano il sistema, che ingenerano sfiducia, “ce la facciamo tutti a stigmatizzare una notizia falsa?”
In Comma comunicazioni domina soprattutto l'esito del referendum. Per il Segretario agli Interni la percentuale di votanti è stata significativa, “segnale – dice - di affermazione della democrazia e della presenza di una cittadinanza critica, che svolge appieno il proprio ruolo”. L'opposizione plaude al risultato, “ hanno vinto – dice – i cittadini”. “ Non era scontato, il tema era tecnico”, commenta Mariella Mularoni. Coglie il significato politico, “ il Governo – afferma - non ha la maggioranza del paese” e lo ringrazia per essere sceso in campo schierandosi per il no, “ così facendo ci ha permesso di vincere”.
Diversa, invece, la lettura della maggioranza. Pierluigi Zanotti fa notare “facce contente ma non trionfali di alcuni leader dell'opposizione”. “All'inequivocabile vittoria del sì – rileva– si accompagna la sconfitta del progetto politico che voleva dare la spallata al governo”. Il 'Si' ha vinto ma non ha sfondato, la chiamata al voto delle masse per il consigliere di RF non è riuscita. La mobilitazione generale non avvenuta deve far riflettere – dice – sulla capacità di intercettare il consenso popolare. Alessandro Mancini non ha invece dubbi: “Abbiamo terminato lo scorso Consiglio con una maggioranza che non lo era più. Lo conferma anche il Referendum. Non ci vuole molto a tirare le somme e dire che dovete andare a casa”. Marco Nicolini si sofferma invece sull'informazione di carta stampata e tv, in una campagna referendaria “intensa e caratterizzata da qualche veleno di troppo”. “Di chiaro indirizzo governativo l'Informazione – aggiunge – così come Repubblica.sm sta con chiarezza con l'opposizione”. Riguardo a RTV, si dice soddisfatto “ ha mantenuto – afferma - un'accettabile posizione di equidistanza”.
Voce fuori dal coro Teodoro Lonfernini che si concentra sull'astensionismo. Se infatti da una parte si dice soddisfatto del voto, dall'altra non nasconde la rabbia nei confronti di chi ha scelto di non esprimersi. Definisce quei cittadini “irresponsabili”. “Siamo qua da tre anni a litigare proprio in virtù di quella rappresentanza – fa notare – e c'è chi continua continua a vivere nel relativismo più totale, fregandosene”. Per Dalibor Riccardi è stata sconfitta la politica. “Non è riuscita tramite il dialogo a trovare soluzioni condivise evitando di fare spendere con il referendum soldi pubblici”. Dall'opposizione la richiesta di recepire subito il quesito “ma non così com'è” risponde Fabrizio Perotto poiché “quando si modificano parti di legge occorre rivederle a 360 gradi. Quando si voterà la legge elettorale sulla norma antiribaltone, nata per dare stabilità al voto del cittadino, qualcosa dirò. E sarebbe il caso di rivedere – aggiunge - anche il discorso delle preferenze”.