Consiglio: il secondo pilastro è legge
42 i si, 6 i voti contrari, 8 gli astenuti. Solo Sinistra Unita ha anticipato il proprio no. Francesca Michelotti da atto al Segretario alla sanità di avere apportato interventi migliorativi ma, dice, non ci sono le garanzie sufficienti per un voto a favore. Manca il giusto equilibrio. Astensione annunciata dall’Unione per la Repubblica.
Giovanni Lonfernini parla di obiettivi ancora da raggiungere. Manca, dice, il dato della solidarietà intergenerazionale. Il secondo pilastro pensionistico migliora il sistema ma lascia troppi poteri al Congresso di Stato e crea un conflitto di interessi per Banca Centrale. Voto a favore del Psd. E Giuseppe Morganti invita Sinistra Unita ad un confronto ideologico. Essere contro il secondo pilastro, dice, significa favorire le compagnie private perché chi se lo può permettere ha già una polizza integrativa. Favorevole anche il psrs che ha definito la legge necessaria, ricordando che rappresenta il completamento di un percorso iniziato nel 2005. Secondo la Segreteria di Stato per la sanità, in mezzo secolo la spesa per le pensioni passerà dai 100 milioni del 2009, ad oltre 1.700 milioni nel 2058. E nello stesso periodo, invece, la raccolta contributiva salirà da 100 a 900 milioni. Il sistema, quindi, va messo in sicurezza. E questa riforma, assicura Claudio Podeschi, lo fa. Queste leggi, dice, sono un fiore all’occhiello che presenteremo al fondo monetario internazionale. Per la previdenza complementare si è scelto di creare un unico fondo pensione gestito dall'Iss e depositato presso Banca Centrale. Per i lavoratori, sottolinea Podeschi, non c’è miglior investimento di questo, versano il 2% ottengono il 4. E ci sono le risorse per i giovani di oggi che nel 2050, potranno contare su una pensione che comprende il 74% dello stipendio. Il Segretario di Stato alla sanità ha concluso la sua replica assicurando la massima vigilanza della politica su come saranno utilizzati investimenti e risorse. Voto sospeso invece per la legge costituzionale sul trust che verrà ripresentata al prossimo Consiglio. Il provvedimento, anche in questo caso ampiamente condiviso, richiede la maggioranza dei due terzi, quindi 39 si. Dopo avere sentito qualche obiezione in Aula il Segretario alle finanze Valentini ha proposto ulteriori approfondimenti. Richiesta condivisa da tutti i gruppi. Se i voti infatti fossero stati meno di 39 la prassi vuole che si vada a referendum. Di qui il rinvio. Il clima si scalda con l’ordine del giorno presentato da tutti i capigruppo di opposizione per chiedere, di fatto, le dimissioni del Presidente di Banca Centrale, accusato di aver leso l’immagine della Repubblica, aver creato panico nei risparmiatori e costretto il governo a correggere atti controversi dell’istituto. Una mossa contestata dal capogruppo della dc in Aula e dal Segretario alle finanze in sala stampa. Siamo un sistema o il caos? ha detto il Segretario alle finanze difendendo con forza l’operato di Banca Centrale.
Sonia Tura