Consiglio: sotto la lente assestamento di bilancio e decreti. Assenti i consiglieri di Dim
Alessandro Mancini mette l'accento su elementi politici inseriti – dice - in maniera inusuale come pezzi di riforma della Pa che non si era potuto inserire nella passata legislatura. Si è cercato di introdurre linee programmatiche più per propaganda che per assestamento.” Niente da dire sull'intestazione di immobili e sanatoria, al centro di anni di battaglia – ricorda - del partito socialista oltre che di scontro con Ap, maggioranza di allora e di oggi. “Peccato lo si faccia solo oggi perché arrivati con l'acqua alla gola”. Matteo Ciacci sottolinea la progettualità e scelte importanti come l'allocamento di risorse per sostenere maggiormente gli ammortizzatori sociali e l'immissione di risorse all'Iss. Parla poi di interventi in prospettiva, come l'introduzione dell'Isee. “Vogliamo presentare leggi che siano davvero applicate. Meglio fare meno provvedimenti e presentarli quando possono essere davvero applicati per non generare false aspettative”.
L'assestamento – dice Nicola Selva - parte con un disavanzo importante e contiamo di arrivare ad un pareggio. Ricorda però che non è un intervento strutturale. “Non ci sono stati i tempi per costruire un approccio diverso, questo lo abbiamo ereditato. Qui si è voluto dare massima attenzione alla spesa. Le prime vere direttive politiche che adesso.sm vuole dare al paese partono dalle sacche di spreco e privilegi. “La dimensione dell'intervento che lo Stato è chiamato a fare su vari tipi di reddito – premette Giuseppe Morganti - viene rinviato al bilancio previsione per il 2018 da approvare a dicembre. Anche perché serve un ragionamento più complesso, per capire come un intervento proteso a risparmiare risorse o incrementare le entrate, non possa che essere definito sulla base di equità di intervento su tutte le categorie. Necessario riflettere perché non possiamo usare logiche usate nel passato colpendo quei redditi più facilmente aggredibili creando scompenso e disequilibrio nel contesto sociale”. Si torna, quindi, ai decreti.
La minoranza deposita emendamenti. Il Ps chiede che gli effetti del decreto 79 su Fondiss – rinviato dal Governo - non entrino in vigore prima del 15 settembre e comunque, anche dopo questa data – aggiunge la Dc – avvengano solo previo consenso del comitato amministratore. Altri emendamenti del PDCS riguardano invece l'aumento e l'utilizzo del credito d'imposta. Per Dc e Psd il credito d'imposta – tanto criticato dalle forze di opposizione ora in maggioranza - è uno strumento efficace, che salva risparmiatori e sistema. “Difatti – dichiarano – è stato riproposto dal Governo, “senza però stabilire – dice Giancarlo Venturini - l'entità dell'importo.”Sulle azioni di responsabilità fanno notare una contraddizione: valgono per Asset ma poi si delibera l'immunità per Cassa.
“Siamo nella stessa logica di tutti i provvedimenti del recente passato – rimarca Giuseppe Morganti - in cui lo Stato è intervenuto riconoscendo il credito d'imposta. Si continua a procedere sulla strada giusta con la differenza che per la prima volta ne beneficerà una banca pubblica". Sull'entità del credito che lo Stato dovrà riconoscere a Cassa, “c'è il riferimento del commissario Venturini”. Si parla di 49 milioni di euro di sbilancio. Roberto Giorgetti, sulle azioni azioni di responsabilità: “finora non hanno prodotto quasi nulla. In alcuni casi sono state addirittura promosse fuori termine. Noi andiamo in direzione molto diversa, vogliamo fare in modo che queste azioni siano reali ed efficaci". Sul Credito d'imposta la minoranza attacca Civico 10 per aver fatto dietrofront. Matteo Ciacci però precisa che il suo movimento non ha mai criticato lo strumento del credito d'imposta, ma contestato il fatto che che non venisse riconosciuto in maniera corretta. Abbiamo sempre chiesto – rimarca – che si facessero gli interessi dello Stato. Chiedevamo comitati pubblici nelle strutture che verificassero quanto elargire. Volevamo un argine che oggi si chiama comitato di sorveglianza". Civico 10 apre alla Dc sull'emendamento che chiede di rendere pubblici emolumenti e benefit di chi usufruisce del credito d'imposta. "Nessuna pregiudiziale - dice Celli - ma sarebbe più serio fare una legge per rendere pubblici quelli di tutti i settori economici che godono di benefici fiscali”.
Passa invece all'unanimità un emendamento del Pdcs in cui chiede che il comitato di sorveglianza riferisca annualmente sull'andamento dei crediti d'imposta.
Mentre si continua a parlare di rinvio del decreto su Fondiss, la Csu informa che è stato raggiunto l'accordo col Governo per ritirarlo e riformulare un testo cassando la parte sull'affidamento della gestione di Fondiss a Banca Centrale. E' un atto politico forte, l'opposizione chiede conferme. Il Segretario Celli formalizza la decisione del governo: domani in corso di seduta del Congresso verrà ritirato il decreto 79, riformulandolo in maniera analoga escludendo la parte relativa a fondiss. L'opposizione alza la voce: è una mancanza di rispetto.
Il Partito Socialista consegna le schede, non parteciperà più né al dibattito, né alle prossime votazioni.
In mattinata il Segretario alle Finanze ha distribuito ai capigruppo una serie di documenti che evidenziano tutte le attività e passività che danno origine proprio al credito d'imposta. Si tratta del frutto del lavoro del comitato di sorveglianza che ha individuato tutte quelle posizioni debitorie che portano lo Stato a dover coprire gli scompensi con – appunto - il credito d'imposta. Si tratta in pratica dell'elenco analitico dei nominativi dei debitori, persone fisiche e giuridiche che compongono il portafoglio del Fondo Loan, Odisseo e del Fondo NPL, con l'indicazione precisa del valore di ogni posizione sia lorda che al netto delle svalutazioni. Evidenziando le esposizioni maggiori. Un atto di chiarezza - dice il Governo.