In Consiglio si discute il futuro delle telecomunicazioni. La politica si divide sull’Authority
Il Segretario di Stato per le telecomunicazioni chiede di arrivare a definire un ordine del giorno condiviso. Si vogliono aggiornare le normative esistenti e costituire un’Authority quanto più snella possibile, che dovrà tra l’altro uniformare obblighi, diritti e doveri tra le varie convenzioni, una diversa dall’altra. Il piano strategico sulle telecomunicazioni è del 2005. Sul Titano le società di telefonia sono 6. Telecom Italia, Telecom Italia-San Marino, Tim, Tms, Smt - vale a dire Prima - e Telenet. Di fatto però non esiste una vera e propria liberalizzazioni perché le autorizzazioni sono subordinate a concessioni che vengono rilasciate dal Congresso di Stato. Il governo ha già detto che non intende più accollarsi oneri e che vuole eliminare tutte le esenzioni. Intanto Antonella Mularoni fa presente che, a differenza di quel che accade in altri Paesi, gli introiti per lo Stato – nel 2010 – sono stati appena di 779mila euro. Sino ad oggi San Marino non ha mai fatto pagare il rilascio di nuove concessioni. Il grosso delle entrate è rappresentato dal canone, pari al 4,5% degli introiti netti generati dal traffico telefonico. Al centro del confronto politico sono le diverse visioni sulla composizione e il ruolo dell’Authority. Ma anche la competizione reale tra le diverse società che oggi si scontrano con il colosso Telecom Italia. Se siamo fermi, sottolinea il capogruppo del Psd Claudio Felici, è perché la politica è entrata a piedi pari in questo comparto. L’Authority è un elemento fondamentale, prioritario e urgente. Meglio, dice, adottare il modello internazionale. Se vigila e fa funzionare il comparto, aggiunge, si paga da sé. Delle scelte vanno fatte, è l’analisi generale, in un Paese in cui mantenere la linea con il cellulare è praticamente impossibile e dove l’adsl va a rilento. Dobbiamo dire all’aziende venite qua perché siamo all’avanguardia, sottolinea il segretario della Dc Marco Gatti. Si devono mettere gli operatori in grado di svilupparsi e farsi concorrenza. A San Marino Telecom non sono stati concessi gli stessi privilegi dati a Telecom Italia e Telenet, afferma il capogruppo del Psrs. Se è vero che il governo vuole mettere i gestori sullo stesso livello deve far seguire i fatti alle parole.
Il futuro passa dall’Autorithy ma, sottolinea Andrea Zafferani di Alleanza Popolare, la strada è quella degli accordi con l’Italia per aprire il mercato. Per Sinistra Unita, prima di tutto, lo Stato deve diventare proprietario dell’intera rete. Il paradosso è che il gettito di questa importantissima risorsa viene gestito in modo forfettario. La nazionalizzazione è fuori tempo e fuori luogo commenta Nicola Selva dell’Upr. Bene privatizzare, commenta, ma prima servono analisi di mercato perché noi siamo un piccolo Paese.
La lista della libertà invita a puntare non tanto sui gestori quanto sulla qualità del servizio che verrà offerto. Certo è, aggiunge l’Udm, che un settore strategico è stato per troppo tempo trascurato. Nel video le interviste a Claudio Felici (Psd), Marco gatti (Pdcs), Paolo Crescentini (Psrs), Andrea Zafferani (Ap), Vanessa Muratori (Su), Nicola Selva (Upr), Gian Nicola Berti (LdL) e Angela Venturini (Udm)
Sonia Tura