Consiglio straordinario sul rollover del debito: SdS Gatti, “stiamo creando le condizioni per lo sviluppo”

Consiglio straordinario sul rollover del debito: SdS Gatti, “stiamo creando le condizioni per lo sviluppo”.

Al via in mattinata la riunione straordinaria del Consiglio Grande e Generale, chiamato ad esprimersi sulla rinegoziazione del debito sammarinese: 350 milioni di euro ad un tasso fisso del 6,5% fino a gennaio 2027. Diverse polemiche e prese di posizione alla vigilia; anche da parte del mondo sindacale. E c'è chi ritiene la seduta odierna un decisivo test di tenuta per la compagine di maggioranza, alla luce dei rumors di turbolenze interne. Al previsto comma comunicazioni nessun intervento; si è dunque subito passati al decreto delegato dell'11 maggio sul rinnovo anticipato del bond sammarinese, e in tandem quello relativo al regime fiscale dell'operazione. In apertura il riferimento del Segretario di Stato Gatti; che ha ricordato come questa seconda emissione sia destinata soprattutto al riacquisto del titolo di debito precedente, tornando poi sui contenuti della recente conferenza stampa.

Si è poi tolto diversi sassolini dalle scarpe. Sull'utilizzo delle risorse ottenute dalle emissioni non sono mancate infatti stoccate all'Esecutivo Adesso.sm. "Abbiamo dovuto fare i conti con la realtà, ha sottolineato; avevamo un'uscita costante di liquidità. I bilanci precedenti, nonostante non vi fossero pagamenti di simili interessi, chiudevano in deficit". Ricordati poi gli interventi a sostegno delle imprese e delle famiglie in periodo Covid, il pagamento di utenze arretrate, le operazioni a garanzia dei risparmiatori SMI, e così via.

Alle fine – ha continuato - di 340 milioni sono rimasti allo Stato 40 milioni di liquidità per gestire il deficit 2020, quello del 2021; fortunatamente nel 2022 non ci sarà disavanzo. Le previsioni del bilancio 2023 – ha aggiunto - sono di una perdita di una ventina di milioni; se le cose vanno male il bilancio si chiuderà in pareggio, se va bene vi sarà un avanzo, nonostante il pagamento degli interessi. E poi riflessioni sulla sostenibilità. Ha sottolineato allora come il FMI avesse consigliato di affrontare quanto prima la questione del rollover per ridurre l'incertezza. Ha dichiarato di avere informato il Fondo dell'operazione; la risposta – ha sottolineato - è stata la seguente: “complimenti questa è una grande notizia”. Ma noi – ha proseguito con amarezza - abbiamo un sacco di esperti che dicono che abbiamo messo il cappio al collo al Paese. Invece stiamo creando le condizioni per lo sviluppo. Se non vi fosse fiducia nel Paese non ci sarebbe stata una domanda di un miliardo e mezzo di titoli del debito pubblico.

Mi aspetto dall'Aula – ha concluso – che si ragioni insieme sulla crescita del Paese; se vi sono forme alternative vengano presentate e ne valuteremo l'impatto.

E poi il via agli interventi dei Consiglieri. "Vi state prendendo una responsabilità infinita" – ha tuonato Michele Muratori, Libera -, "senza alcuna idea di come poter ripagare questo debito. State colpendo una sedia già traballante di suo". Ha ricordato gli oltre 22 milioni di interessi annui “che ricadranno sulle teste dei sammarinesi”. Ha parlato di risorse destinate solo alla spesa corrente, e di “infornate” nella PA. L'accusa, insomma, è di pagare la campagna elettorale con il denaro dei sammarinesi.

"Se non si fosse presa questa strada – ha replicato Matteo Rossi, NPR - le banche sarebbero collassate, probabilmente non avremmo potuto garantire il pagamento degli stipendi". Un invito allora a prendere atto della realtà e a superare la retorica dello scontro politico.

Il rollover era necessario, ha ammesso Sara Conti, RF; critiche invece al metodo: avete deciso di fare tutto in segretezza senza coinvolgere le forze che compongono il Consiglio Grande e Generale. E' un tema che condiziona il nostro Paese. Ci aspettavamo in una fase così delicata maggiore responsabilità. Infine una domanda: come vogliamo rendere sostenibile questo debito? Giudicate non sufficienti le riforme.

Gaetano Troina, DML, ha invitato ad insistere sul confronto ed evitare un mero assistenzialismo. Sollecitato poi un vero e proprio cambio culturale per un rilancio della crescita del Paese. Necessario, a suo avviso, coordinare gli interventi normativi.

Quindi l'intervento del Segretario di Stato Elena Tonnini: questo Consiglio straordinario deriva dalla conseguenza di dare una copertura giuridica ai due atti relativi all'emissione di titoli. Da qui l'esigenza della convocazione d'urgenza. Nessuno – ha rimarcato - è felice di questo percorso di debito; ma la decisione non è stata presa alla leggera. Ha parlato anche di eredità “assolutamente disastrosa” della precedente legislatura; con “danni consistenti” al bilancio. Citate allora la questione CIS, l'operazione titoli, la vicenda CARISP. Un appello poi a cercare la fiducia non solo sui mercati, ma anche internamente.

Necessaria, per Pasquale Valentini, PDCS, l'operazione di rinnovo del debito era; una scelta – ha sottolineato – che si sta confermando positiva. Ma c'è un problema di irrobustimento dello Stato, ha aggiunto; perché le problematiche all'orizzonte non sono solo interne. La politica ha il dovere di rendere reale la partecipazione della cittadinanza. Un richiamo anche al problema della denatalità, viste le sfide che attendono il Paese.

Non siamo contrari al debito estero – ha dichiarato Giuseppe Maria Morganti, Libera -, ma alle modalità con il quale è stato contratto. A suo avviso sarebbe necessaria una politica ben definita sulla destinazione delle risorse. Espresse poi forti preoccupazioni per gli effetti del “loop” del debito. La nostra economia – ha sottolineato - dipende dalle scelte di attori esterni, di privati come Fitch. Stigmatizzate altresì le attuali politiche finanziarie europee, “tutte tese ad impoverire le persone”. Siamo in una situazione di drammaticità – ha continuato - rispetto ai mercati internazionali. Ha sottolineato come nel Continente vi siano solo due Paesi con tassi di interessi sul debito superiori: Ucraina e Russia. E ciò nonostante l'alto PIL pro capite a San Marino.

Giovanni Maria Zonzini ha ricordato come sia ormai chiusa l'asta; difficile, dunque, immaginare una situazione differente. Considerazioni amare sull'attendibilità delle agenzie di rating. Al netto di ciò l'esponente di RETE giudica non più rinviabile una riforma delle imposte dirette: unica strada – a suo avviso - per ridurre il disavanzo, salvaguardando al contempo lo stato sociale.

Gerardo Giovagnoli, NPR, ha ricordato l'impatto di crisi epocali come la pandemia, sottolineando come sia fuori luogo vaticinare disastri per un rinnovo di un'emissione di debito. L'elemento negativo è il tasso d'interesse, ha ammesso; ma fare paragoni con la Grecia non è corretto, a suo avviso, anche alla luce dell'adesione del Paese ellenico all'UE. Fondamentale, allora, per Giovagnoli, far parte del mercato europeo e concentrarsi sulle politiche di sviluppo; anche perché i fondamentali sono “sani”.

Quindi il Segretario di Stato Andrea Belluzzi, che ha rimarcato come il Paese abbia reagito a due emergenze: quella pandemica e quella finanziaria. Si guarda al “dito” del tasso d'interesse – ha detto -, e non alla “luna” dello sviluppo. La reputazione del Paese – a suo avviso - è determinata anche dalle modalità dell'utilizzo delle risorse. Un invito poi a ripensare i modelli. Occorre riformare la PA, i centri di spesa, e così via; per generare la necessaria liquidità.

La scelta politica è stata trasformare il debito pubblico – che già esisteva – da estero da interno, ha sottolineato Alessandro Cardelli, PDCS. La genesi del debito è individuata nei dossier CARISP e CIS. Il debito estero, a suo avviso, libera risorse di cui beneficia il sistema economico. Ha poi aggiunto come il tasso di interesse sia in linea con quello praticato dalle banche.

L'alternativa – ha replicato Marika Montemaggi, Libera - era affrontare il debito in altro modo: un piano di riforme vero, un progetto Paese, da condividere con l'intero arco parlamentare. A suo avviso si va ora verso una diminuzione dei servizi e del welfare.

Operazione inevitabile, ha premesso Andrea Zafferani, RF; in caso contrario vi sarebbe il default. Segnalati innanzitutto due aspetti ritenuti positivi: il timing anticipato dell'emissione e il tasso. In senso assoluto – ha precisato - sembra una cifra spropositata, ma alla luce della situazione di mercato per Paesi comparabili è “appena più alto” della media. Ma ci sono problemi strutturali sulle conseguenze dell'operazione, ha aggiunto. Il rendimento del 6,5% ci costa 23 milioni all'anno di interessi; sommati agli altri si arriva a circa 40 milioni di interessi annuali. Oggi abbiamo un livello di entrate buono e in crescita per effetto dell'inflazione, “che speriamo finisca in fretta”. Sono tassi verosimilmente insostenibili non appena l'inflazione calerà, ha osservato. Segnalato anche un disequilibrio del bilancio tra entrate ed uscite. Quarta nota dolente: il precedente debito è andato a ripagare la spesa corrente e precedenti prestiti; senza investimenti in infrastrutture o politiche sociali e di sviluppo. Ha poi parlato di una “crescita mostruosa” dei dipendenti pubblici. Il rating è calato di 3 livelli dall'inizio della Legislatura, “è un dato di fatto”. Parlare di speranze per il futuro – ha aggiunto - ammette il fallimento sul fronte delle riforme.

Allo stato delle cose il rinnovo del debito è inevitabile, ha premesso Carlotta Andruccioli, DML. Ha ricordato poi una serie di fattori indicati da Fitch, come la debolezza del sistema bancario; “che sta scontando ancora gli errori del passato”, ha rimarcato. Sollecitati interventi anche riguardo la “capacità amministrativa”, favorendone ad esempio la digitalizzazione. Proprio quest'ultima – secondo l'esponente di Motus – deve divenire uno dei perni della ripartenza. Non è mancato a tal fine un invito a non lasciarsi sfuggire la possibilità di una partnership con Amazon. “Parlare di progetti di sviluppo non basta”, bisogna essere consapevoli che con una gestione della cosa pubblica invariata non si può andare avanti. “Serve un'idea di come rilanciare il Paese”.

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