Consiglio: sulle dimissioni di Grais la maggioranza si divide
Infatti, misure e azioni recentemente adottate potrebbero pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi definiti dal Consiglio Grande e Generale al momento del conferimento del mio incarico e confermati successivamente”. Parole pesanti che rimarcano una differenza netta con gli indirizzi riassunti all'Aula dal Segretario alle finanze.
Celli sottolinea le buone relazioni del nuovo direttore Capuano con il Mef e Bankitalia. Anticipa che dovrà mettersi al lavoro da subito per istituire la Centrale dei Rischi e che sul piano bilaterale vanno incrementati i memorandum di intesa con le banche centrali a partire da quello con Banca d'Italia. La stabilizzazione, aggiunge, passa attraverso il confronto permanente tra governo, Banca Centrale e soggetti vigilati. Intanto si va verso la riorganizzazione di Banca Centrale, a partire dal suo statuto. Capuano, aggiunge Celli, avrà il compito decisivo e immediato di ricostruire dalle fondamenta la Vigilanza.
Di tutt'altro tenore l'intervento del capogruppo di Ssd, protagonista del mancato inserimento delle dimissioni di Grais in questo Consiglio per non accelerare la sua uscita di scena. “Prendiamo esempio dal suo equilibrio, dice Morganti. Nonostante il dolore con cui si vede costretto ad abbandonare il progetto di rendere credibili il nostro sistema finanziario, continua ad assisterci fino agli annual meeting per comunicare agli interlocutori internazionali quella parte di credibilità che ancora ci rimane da spendere”. Morganti definisce Grais “garante del percorso di trasparenza” e anticipa che i poteri contrari, quelli che si sono ribellati quando hanno capito che Banca Centrale faceva sul serio, tirano ora un sospiro di sollievo. Proprio questo, dice Morganti, è il motivo della fortissima diversità di vedute emersa nell'ultimo semestre del precedente esecutivo e una delle ragioni della vittoria della coalizione oggi al governo. Il rischio, conclude, è che avendo messo a nudo le criticità del sistema e non avendo una soluzione chiara se non la speranza che qualcuno venga in nostro aiuto, saremo costretti a chiedere aiuto internazionale e allora potremmo essere oggettivamente commissariati. Tutta l'opposizione si sofferma sulla diversità di vedute. Morganti smentisce Celli, dice Denise Bronzetti. La lettera di Grais è pesante soprattutto verso il Segretario alle finanze che ha completamente virato rispetto alle politiche del suo governo.
Ironizza sul dimissionario Presidente di BCSM il Segretario Podeschi. “Non scambiamo la mission internazionale con il fatto che parla inglese”, ironizza. Si dice “stupito dal fatto che dopo il dito medio di Savorelli non ci sia stata la condanna del Consiglio Direttivo di Banca Centrale”. E ricorda anche che “il vice presidente si dimette, poi non si dimette più e deve garantire la transizione”. Dal 2010, ricorda, BCSM torna puntualmente all'attenzione della politico perchè non c'è mai stato il coraggio di fare una riforma.
Non crede alla trasparenza di Grais, Elena Tonnini. I poteri forti che lo hanno sostenuto, dice sono rassicurati dal fatto che rimarrà come traghettatore definendo le tappe della sua uscita. Dal psd Dalibor Riccardi dice a Celli che Morganti è stato coerente con le posizioni prese dal governo. Forse, polemizza, lei è più vicino a Repubblica Futura e Morganti non è più il suo capogruppo.
Per Francesco Mussoni del pdcs, il governo ha fatto bene a dare un mandato chiaro al neo direttore di Banca Centrale ma le dichiarazioni di oggi sono tardive. Rischiamo il commissariamento, dice, invitando a fare sistema e a condividere i temi centrali del Paese.
Basta allarmismi, replica Luca Santolini di Civico 10. Nessun inceppamento nel percorso di trasparenza e internazionalizzazione ma semplicemente la conferma di un governo che ha le mani libere ed è capace di aggiustare il tiro quando serve.
Stefano Palmieri ricorda che "quello sammarinese non è l'unico sistema creditizio ad avere dei problemi e che gli Npl non li ha creati Banca Centrale ma gli istituti di credito con una gestione che definisce quantomeno allegra". Il consigliere di Repubblica Futura fa sapere anche che uno dei motivi di attrito con Savorelli è stato il poco tempo proposto dall'ex dg per la ricapitalizzazione di Cassa. Si dovevano recuperare 534 milioni di perdita in 8, massimo 10 anni. Lo Stato non poteva farvi fronte in così poco tempo e, sottolinea, non potevamo permetterci di far saltare Cassa. Attacca frontalmente Rete il Segretario agli interni. “Professionisti dello scontro politico” li definisce Guerrino Zanotti. La vostra natura politica si fonda sulla necessità di avere un nemico a tutti i costi. E il 5 ter che permette di spalmare il debito di Cassa in 25 anni diventa per voi un giochino contabile. Personalmente, aggiunge, sono dispiaciuto per le dimissioni Grais ma la sua scelta è coerente con un assetto di Banca Centrale che oggi viene a modificarsi.
Tutta l'opposizione sottolinea l'anomalia di un Consiglio Direttivo che si dimette dopo aver nominato il nuovo direttore.
La socialista Giovanna Cecchetti chiede le ragioni di quanto è successo e il motivo di questo cambio di rotta.
Sonia Tura