Tutto rimandato. Il confronto sulle telecomunicazioni si è concluso con la presentazione di tre ordini del giorno: uno a firma Psd, il secondo del Psrs, il terzo del Patto. Accolta la proposta del capogruppo della dc di tentare una mediazione per arrivare a definire un documento condiviso. Se così sarà, la Reggenza lo metterà al voto al termine della sessione consigliare, altrimenti si voteranno singolarmente i tre ordini del giorno. Nella sua replica il Segretario di Stato alle Telecomunicazioni si è soffermata sulle diverse opinioni ascoltate in Aula. Tutte le società di telefonia, con una sola eccezione, pagano l’Igr e il traffico telefonico. Ci sono, ribadisce, condizioni di mancata concorrenza. Gli operatori italiani hanno vinto appalti e possiedono numerazioni italiane. Gli operatori sammarinesi dispongono invece del codice 378 che è quello della Repubblica. Infine un riferimento a Socrates. Stiamo cercando, precisa, di verificare con Telecom che ne ha la proprietà esclusiva, se sarà possibile utilizzarla per altri fini. Ma la rete non è completa. Copre i centri residenziali e non arriva alle zone industriali. Servirebbero ulteriori interventi. L’ordine del giorno del psd rileva con preoccupazione il non superamento effettivo dei monopoli, chiede tempi brevi di definizione del sistema, condizioni di pari opportunità per tutti gli operatori, una imposizione fiscale omogenea ed equa a tutti i gestori. L’ordine del giorno del psrs fissa la data di marzo per la legge che regola le telecomunicazioni, di giugno per la costituzione dell’autorithy, chiede di mettere le società di telefonia nelle stesse condizioni e di rinegoziare le convenzioni in scadenza informando il Consiglio. L’ultimo documento, presentato dal Patto, chiede di garantire che il settore della telefonia diventi strategico, fissa per giugno la data della legge e sottolinea che il negoziato per il rinnovo delle convenzioni con gli operatori esistenti, deve avvenire nel rispetto rigoroso del principio di concorrenza leale, per arrivare ad uniformarle nei tempi più brevi possibile. Perde voti la maggioranza con la ratifica, già ritirata nella penultima sessione consiliare, dell’accordo raggiunto tra l’Istituto per la Sicurezza sociale e il sindacato, per il progetto di guardia medica territoriale centralizzata. Il provvedimento è stato ratificato con 29 si, 25 no e 5 astenuti. L’intesa, all’interno del Patto, è stata raggiunta prevedendo 11 mesi di sperimentazione, in vista della riorganizzazione del servizio di medicina di base. Qui non ci sono soldatini, ha puntualizzato il Segretario di Stato per la sanità. Alcune perplessità sono inevitabili su un nuovo provvedimento.
L’opposizione contesta tutto il provvedimento e, in particolare la scelta di affidare a medici italiani il servizio. Punta il dito sull’entità dello stipendio dei medici di base e sottolinea anche l’anacronismo di una norma che fissa a 55 anni il limite massimo di età per chiedere ad un medico la reperibilità.
L’opposizione contesta tutto il provvedimento e, in particolare la scelta di affidare a medici italiani il servizio. Punta il dito sull’entità dello stipendio dei medici di base e sottolinea anche l’anacronismo di una norma che fissa a 55 anni il limite massimo di età per chiedere ad un medico la reperibilità.
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