Consiglio: al via la tre giorni dello sciopero
In Comma Comunicazioni non solo caso Titoli ma anche tagli alla scuola.
Davide Forcellini parla della raccolta firme da parte dei genitori e attacca una maggioranza che si è trincerata – dice - dietro un silenzio imbarazzante e allarmante. I provvedimenti del Governo -calati dall'alto senza condivisione con corpo docenti - porteranno benefici economici ma un impoverimento sulla lunga distanza. “Non si può fare pagare ai giovani gli errori di una classe politica.
"Questa non è giustizia sociale”. “Si vogliono cancellare le ore di coordinamento sul plurilinguismo”, aggiunge Mariella Mularoni. La sperimentazione -ricorda – è stata fortemente voluta dalla precedente maggioranza. Chiede un riferimento del segretario sulle linee di indirizzo del prossimo anno scolastico. Marco Podeschi tranquillizza: “nessuna decisione è stata ancora presa”. Ricorda l'articolo della legge finanziaria su tagli e riduzione della spesa corrente che “riguarda – fa notare - tutta l'amministrazione”. Precisa però che non è sua intenzione chiudere alcun plesso scolastico, nonostante il calo delle nascite. Nessun atto verrà fatto sulla testa degli insegnanti, senza che lo sappiano. “La scuola è pubblica e deve rimanere pubblica”.
Giancarlo Venturini torna poi sull'operazione Titoli, sull'onda di un articolo del Corriere della Sera “che non giova – dice - alla credibilità del paese”. Accende i riflettori sulla relazione, datata 2014, firmata da Advantage financial su richiesta dell'allora Segretario alle Finanze, per un piano strategico per il rilancio del settore bancario. “Documento che ricostruisce contatti – dice - con alcuni esponenti del governo prima del 2017. Pur da membri di quel Congresso di Stato – rimarca - questa documentazione non l'abbiamo mai vista”. Chiede quindi che si faccia chiarezza. Annuncia che la minoranza sta valutando lo strumento più opportuno per chiedere, nel caso questa relazione esista, di metterla a disposizione dei capigruppo.
Nel clima di tensione l'appello al dialogo si scontra con la richiesta di rispetto reciproco. Fabrizio Perotto nell'elenco delle recriminazioni inserisce, in ordine di tempo, anche il sindacato della Reggenza che “l'ha messa alla berlina – dice – per rivendicazione politica di basso profilo”. Nonostante tutto c'è ancora la speranza di poter cambiare schema, uscendo dal gioco della contrapposizione. La politica – dice Francesco Mussoni - deve assumersi le sue responsabilità. Invita quindi a collaborare sui contenuti, altrimenti la conflittualità rischia di essere “fuori controllo”.
Lo sciopero il passaggio che determinerà un cambiamento. “Dobbiamo avere la lucidità istituzionale di creare un momento di confronto”. Marco Nicolini si guarda intorno nella ricerca di soluzioni. Ci sono Andorra, il Liechtenstein. “E' proprio adesso il momento del cambiamento, quando tutto va a catafascio”. Invita quindi ad organizzarsi attorno ad un tavolo per studiare come sono inquadrati piccoli stati che funzionano. Occorre intervenire sulle regole del gioco. “Avete vinto le elezioni – dice - e vi siete seduti su questo sistema elettorale. Ciò nonostante la governabilità a San Marino non c'è. Il paese è fermo al palo".
“Abbiamo bisogno di affrontare una stagione nuova e cambiare le regole di base del funzionamento del nostro paese”, gli fa eco Teodoro Lonfernini che chiede di unire le forze in un'azione corale di salvaguardia. Da soli – dice a Governo e maggioranza -non ne siete in grado.
Dall'Aula si aspetta una denuncia collettiva nei confronti di chi ha creato danni al sistema, l'attivazione di ogni strumento istituzionale a protezione del paese dalle voglie di soggetti sammarinesi e stranieri. “I membri del Congresso che fanno parte del ccr non possono partecipare a quell'organismo come se nulla fosse. Chiede quindi la loro sospensione "per evitare futuri imbarazzi”.
Marina Lazzarini porta all'attenzione dell'Aula l'impegno di Maggioranza e governo verso trasparenza e legalità a partire dal sistema bancario. “Con aqr, cambio delle governance, centrale rischi e in caso di illecito sulla vicenda titoli – dice – lo Stato si costituirà parte civile”.
Trasparenza e legalità anche nella liberalizzazione delle licenze, nell'eliminazione della figura opaca del prestanome, nel testo unico contro gli abusi, nei concorsi pubblici, nella polizia giudiziaria. “Per mettere al sicuro il paese e garantire a tutti servizi basilari servono leggi da anni ferme, forse per mancanza di coraggio. Noi quel coraggio ce l'abbiamo”.
Poi l'appello al sindacato, per "il dovere civico di comprensione delle posizioni, per non trasformare strumenti di lotta in un mezzo con valenza politica, con l'obiettivo di dare la spallata al governo". Si dice sicura che si troveranno condivisioni “perché sulla necessità delle riforme non ci sono divergenze”.
Plaude Iro Belluzzi: “È la prima volta che sento la Lazzarini affermare con forza che un paese democratico debba essere garantista. Viene su posizioni che sostengo da una vita, la politica non deve intromettersi nell'amministrazione della giustizia e il tribunale non deve essere diviso fra maggioranza e minoranza. Non è utile riportarne all'interno lo schema della politica. Non tiriamo per la giacchetta nessuno”.
Dim torna all'attacco di Celli, definito l'esecutore materiale delle trame di Confuorti. “Non riconosce i danni del vecchio cda di Cassa alla collettività – attacca Marianna Bucci - perché significherebbe ammettere le sue responsabilità politiche”. “Chi gli ha suggerito i nomi del cda della manleva?”, chiede Pedini Amati. E gli chiede di fare un passo indietro per decenza e chiarezza. “Non merita – dice - di ricoprire il suo ruolo. Avrebbe dovuto per primo chiedere chiarezza. Invece c'è stato un indottrinamento a membri del Governo e maggioranza.
Legge quindi un odg, condiviso dalle forze di opposizione, che chiede la censura del segretario alle Finanze per non aver impedito che un potere esterno al paese si inserisse negli organismi di gestione di BCSM e Cassa decidendone buona parte dell'operatività.
Eva Guidi annuncia che nella prossima Assemblea di Cassa verranno verificate procedure nella concessione del credito. “Azioni di responsabilità – dice – sono un atto doveroso e di giustizia”.
Sulle responsabilità politiche si sofferma invece Denise Bronzetti che ricorda un ordine del giorno, approvato all'unanimità dalla passata maggioranza prima dei rinvii a giudizio del Conto Mazzini, che dava mandato al magistrato dirigente di riferire in commissione affari di giustizia. “In una situazione analoga -attacca - avete fatto l'esatto contrario”.
Infine il richiamo di Luca Boschi che parla di una maggioranza sempre più coesa in risposta ad un'opposizione concentrata nella ricerca continua e patologica dell'espediente per dare la spallata. “Ci sono stati eventi che hanno estremizzato l'incomunicabilità, sono mancate legittimazione politica e rispetto delle regole”. Invita a dare un senso alle accuse: “La maggioranza è pronta a assumersi le sue responsabilità non avendo approfondito certi legami, ma l'opposizione – chiede - è pronta ad abbassare le armi e a confrontarsi senza balzi in avanti lasciando alla magistratura di fare il suo lavoro?