Conto Mazzini: botta e risposta Gatti-Upr nel quale si inserisce Rete
"Soldi, alla Dc, non sono entrati. Con la Bcs, il mio partito non ha mai avuto rapporti. E dei soldi cambiati in dollari non so nulla: ma se prima il sistema era diverso, chi ha commesso reati si assuma la propria responsabilità". E' la dichiarazione del segretario Pdcs Marco Gatti ad un quotidiano locale, rispondendo alle domande sull’ex tesoriere indagato Ernesto Benedettini. Sugli altri politici indagati, anche se “avversari” dice "Sono innocenti fino a prova contraria". Una posizione che non è piaciuta all'Unione per la repubblica. "A Marco Gatti diciamo che non ce ne frega un fico secco della sua solidarietà. Anzi il suo tentativo di mostrarsi apparentemente garantista è solo un pretesto per distogliere l’attenzione sulle sue responsabilità che magistralmente, lui ed il suo Partito, hanno annacquato in queste settimane coprendolo con il 70% dei consensi congressuali. Gli addebiti che ci sono stati contestati sono lontani anni luce rispetto alle vicende che ancora oggi riguardano il Segretario Politico del PDCS. Se poi questi addebiti si trasformeranno in condanne o assoluzioni saremo noi ad assumerci le nostre responsabilità. Ma questo sta solo alla Magistratura dirlo. L'Upr ricorda di non aver mai avuto rapporti con settori imprenditoriali legati alla malavita organizzata; o di essere stati oggetto di perquisizioni da parte di autorità giudiziarie straniere. Sulla vicenda interviene anche Rete che chiede di far crollare il castello di carte sul conto Mazzini. "Crediamo che chi è tenuto a chiarire di fronte alla magistratura la sua posizione in merito a fatti gravi come il reato di corruzione, debba dimettersi per tutelare il buon nome delle istituzioni stesse. Anche perché non si chiede a questi Consiglieri di venir messi alla gogna, o scontare un periodo in carcere, ma solamente di rinunciare all’incarico in Consiglio, che come istituzione sovrana dev’essere preservata da ogni dubbio circa i suoi componenti.
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