Sono finalmente emersi, grazie all’opera di alcuni giornalisti, i nomi degli esponenti politici che avrebbero attinto a piene mani a conti correnti e depositi bancari di milioni di euro, di provenienza e con finalità non ancora chiarite. Da tempo si parlava del “conto Mazzini” e da oltre un anno, ben prima delle ultime elezioni politiche, circolavano i nomi che oggi sono venuti alla luce, insieme a notizie che fanno pensare ad un nuovo, sconcertante episodio di malcostume politico.
Molti, ed io fra questi, lontani da tentazioni giustizialiste, si attendevano che il Tribunale avrebbe fatto chiarezza ma così, fino ad oggi, non è stato ed anzi sembra che le persone coinvolte non siano state nemmeno indagate, nonostante il dettagliato rapporto della polizia giudiziaria.
L’attività dei magistrati merita rispetto, anche se in questo caso non brilla per rapidità ed efficacia, e le sentenze di condanna o di assoluzione non competono all’opinione pubblica. E’ tuttavia doveroso che, indipendentemente dagli aspetti giudiziari, gli uomini politici rispondano fino in fondo e prontamente del proprio operato di fronte ai cittadini.
Il problema vero quindi non è quello dell’ eventuale violazione del segreto istruttorio o della guerra fra bande. Mentre molti tacciono e altri alzano il polverone o si arrampicano sugli specchi, i sammarinesi, di qualunque partito politico, si attendono risposte precise e convincenti dalle persone chiamate in causa.
Hanno effettivamente prelevato, come risulta dai documenti citati, ingenti somme di denaro da libretti e conti della Banca Commerciale Sammarinese intestati a nomi di fantasia? Chi alimentava tali conti e cioè da chi proveniva il denaro? Quali i motivi di tanta generosità e quali le contropartite? Quale utilizzo è stato fatto del denaro ricevuto?
Non solo la questione morale ancora aperta, che riguarda tante altre squallide vicende di intreccio fra gli affari e la politica, ma anche la circostanza che Banca Commerciale Sammarinese si sia trovata poi in rilevanti difficoltà e che lo Stato sia intervenuto con denaro pubblico, e quindi di tutti i cittadini, rendono ancora più necessaria e urgente un’opera di chiarificazione.
I giudizi sommari non sono accettabili ma è a tutti evidente come, di fonte a quanto emerso, i sospetti siano inevitabili e quindi le risposte siano necessarie.
Comunicato stampa
Tito Masi
Molti, ed io fra questi, lontani da tentazioni giustizialiste, si attendevano che il Tribunale avrebbe fatto chiarezza ma così, fino ad oggi, non è stato ed anzi sembra che le persone coinvolte non siano state nemmeno indagate, nonostante il dettagliato rapporto della polizia giudiziaria.
L’attività dei magistrati merita rispetto, anche se in questo caso non brilla per rapidità ed efficacia, e le sentenze di condanna o di assoluzione non competono all’opinione pubblica. E’ tuttavia doveroso che, indipendentemente dagli aspetti giudiziari, gli uomini politici rispondano fino in fondo e prontamente del proprio operato di fronte ai cittadini.
Il problema vero quindi non è quello dell’ eventuale violazione del segreto istruttorio o della guerra fra bande. Mentre molti tacciono e altri alzano il polverone o si arrampicano sugli specchi, i sammarinesi, di qualunque partito politico, si attendono risposte precise e convincenti dalle persone chiamate in causa.
Hanno effettivamente prelevato, come risulta dai documenti citati, ingenti somme di denaro da libretti e conti della Banca Commerciale Sammarinese intestati a nomi di fantasia? Chi alimentava tali conti e cioè da chi proveniva il denaro? Quali i motivi di tanta generosità e quali le contropartite? Quale utilizzo è stato fatto del denaro ricevuto?
Non solo la questione morale ancora aperta, che riguarda tante altre squallide vicende di intreccio fra gli affari e la politica, ma anche la circostanza che Banca Commerciale Sammarinese si sia trovata poi in rilevanti difficoltà e che lo Stato sia intervenuto con denaro pubblico, e quindi di tutti i cittadini, rendono ancora più necessaria e urgente un’opera di chiarificazione.
I giudizi sommari non sono accettabili ma è a tutti evidente come, di fonte a quanto emerso, i sospetti siano inevitabili e quindi le risposte siano necessarie.
Comunicato stampa
Tito Masi
Riproduzione riservata ©