Covid, Ciavatta: "Situazione drammatica. Se si va avanti così dimentichiamoci feste natalizie e capodanno"
In Comma Comunicazioni si continua a parlare di Covid, vaccini e green pass. Gian Nicola Berti chiarisce il suo voto contrario all'anticipazione, nella sessione di Dicembre, della ratifica dell'ultimo Decreto anti Covid. “Ci sono regolamenti che vanno rispettati” e l'emergenza – dice - giustifica interventi d'urgenza attraverso Decreti Legge. Già si stavano preannunciando - spiega - speculazioni politiche rispetto ad un fatto esclusivamente sanitario. Gli unici ad avere diritto di parola sono medici e virologi. Gli dà ragione Gloria Arcangeloni, ritenendo giusto l'aver voluto evitare un altro “imbarazzante dibattito dettato da posizioni politiche e personali”. Così come è strumentale – afferma – dire che i vaccini non ci sono. 14.000 dosi sono tutte prenotate fino a metà gennaio. Si lavora per farne arrivare altre. Sono attese il 10 gennaio. E sull'ultimo Decreto: “il Segretario Ciavatta segue la comunità scientifica, non i suoi umori”.
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Per Rossano Fabbri, invece, emerge una gestione che prima decide e poi fa prendere atto al parlamento di regole applicate per settimane. Critiche per il mancato confronto arrivano anche da Denise Bronzetti: “Ricordo, nei momenti più tragici della pandemia, giornate e nottate intere passate con maggioranza e governo per cercare di definire i decreti. Anche allora c'erano indicazioni della comunità scientifica, ma è la politica che sceglie”. “Non accettiamo imposizioni - aggiunge - quando è la stessa comunità scientifica ad essere spaccata e a cambiare costantemente le valutazioni, come sul valore anticorpale”. Da qui la proposta di lasciare, nel green pass, solo il tampone negativo. Andrea Zafferani evidenzia il paradosso delle limitazioni alla vita sociale per spingere alla vaccinazione anche i più restii, senza poi permettere loro di mettersi in regola. Fabio Righi chiarisce che la sua posizione si basa su numeri, logica e buon senso. “Non sono contro le restrizioni - dice - ma per soluzioni aderenti alla nostra realtà”. Guai a chiudere le attività come i ristoranti, ma considerando che anche i vaccinati contribuiscono all'incremento del contagio, ritiene più utile aumentare il distanziamento. Nell'ultimo Decreto lo preoccupa, poi, la differenziazione sociale: “Ritengo pericoloso la tensione tra vaccinati e non”. Anche Guerrino Zanotti si dice preoccupato: “Viviamo questi momenti nell'incertezza che le misure adottate non siano quelle che la scienza ci sta chiedendo, perché frutto della mediazione fra le varie anime della maggioranza”.
Sulla mancanza di confronto, “sono state le tempistiche ristrette ad impedirlo”, risponde il Segretario alla Sanità. Assicura che, ritrovandosi in una situazione analoga, farebbe altrettanto, “perché ho il dovere di intervenire in tempi utili per tenere in piedi l'unico ospedale che abbiamo”. Roberto Ciavatta ricostruisce tutte le fasi concitate di quei giorni, segnati da dati allarmanti, accorpamenti di reparti, richieste di misure rafforzate dal gruppo emergenze. Critica chi, invece di proporre emendamenti, fa polemiche su soluzioni inapplicabili. “La situazione sanità a San Marino per via del contagio è drammatica. È dovere trasmettere alla cittadinanza che se si va avanti così dovremo dimenticarci feste natalizie e capodanno. Cercate di stare vicini alla struttura ospedaliera perché chi oggi aveva un intervento non può più farlo”. Poi, provoca l'Aula: “Vogliamo continuare ad essere il paese che aspetta il morto prima di intervenire?". E guardando fuori confine: "Il nostro rischio non è aprire di più ma convincere di non essere un paese da inserire in lista C”.
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