Crisi di Governo: primo vertice da ex. Si fa più concreta l'ipotesi di elezioni a novembre

E' il primo vertice dell'ormai ex maggioranza. Facce sorridenti all'arrivo nella sede del Pdcs, più scure durante il confronto. Il clima è teso ma il dialogo pacato. In fondo è la prima volta che un partito di Governo stacca la spina in maniera “soft”, non rompendo con l'alleato ma offrendo soluzioni e disponibilità al confronto. Prova, questa, che ci si muove al buio, nulla di alternativo è pronto. La crisi al momento è ancora politica, non istituzionale. Domani il Congresso si riunirà per accogliere – è quasi certo - le dimissioni del Segretario al Territorio e distribuire le deleghe. Poi ci sarà il passaggio in Consiglio. Al tavolo di Bene Comune c'è condivisione sulle emergenze. Nulla di nuovo, il nodo non è sul cosa ma sul come. La Dc ribadisce che le problematiche del sistema bancario e finanziario vanno condivise con Banca Centrale e non semplicemente delegando. Serve responsabilità della Politica. Poi, la finanziaria. Senza soluzioni condivise si va verso una legge di bilancio di ordinaria amministrazione, per fornire una base tecnico-contabile che garantisca il finanziamento della macchina statale. Solo dopo le elezioni verrà arricchita con indirizzi politici. C'è un precedente: a novembre del 2012, dopo l'approvazione in Consiglio della prima lettura, il nuovo Governo diede il suo imprinting a dicembre, un mese dopo il voto. Si è parlato probabilmente anche di questo, oggi, nel vagliare le opzioni in campo. Dobbiamo lavorare di supposizioni perché il vertice, convocato alle 16, è ancora in corso. “Si respira aria di elezioni” si fa sfuggire qualcuno, raggiunto al telefono. Del resto elezioni ci saranno, è solo da capire se quest'anno o all'inizio del prossimo. E pare che l'ipotesi più verosimile sia proprio novembre. Parte del Psd non disdegna l'idea di trovare la quadra sulle priorità, la Dc è pronta ad affrontare le emergenze ma con la coalizione che dovrà presentarsi alle urne. Sull'incontro si concentrano le attese anche di tutta l'opposizione, comprese le forze che gravitano intorno ai partiti che compongono Bene Comune. Su, Labdem, Upr e Ps sono alla finestra, così come tutta la minoranza, in attesa di capire da che parte si andrà. Nel prossimo Consiglio c'è chi chiederà la sfiducia e in quel caso ci vorranno i voti di Ap per fare 30. Mancano anche le risposte di chi deve ancora fare chiarezza al suo interno. Il Psd questa sera riunirà Segreteria e Gruppo consiliare mentre domani si aprirà un direttivo che promette di non esaurirsi in una sola serata.

MF

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